Stanak
Stanak (in alfabeto cirillico bosniaco Сmɖɴɖк; in alfabeto cirillico serbo Станак) è il termine più comunemente usato per indicare le assemblee che interessavano la nobiltà nella Bosnia medievale. L'assemblea, nota anche come Rusag (dalla parola ungherese orszag, che significa "Stato" o "nazione"),[1] Rusag bosanski, Zbor, Sva Bosna (che significa "Tutta la Bosnia") o semplicemente Bosna, con i funzionari della Repubblica di Ragusa che utilizzano anche diversi termini in latino. Di genere maschile, il termine stanak sve zemlje Bosne è attestato per la prima volta in un documento di Tvrtko I nel 1354.[2][3] La sua influenza raggiunse l'apice tra il 1390 e il 1420. Lo storico serbo Sima Ćirković e la maggioranza degli altri studiosi dell'ex Jugoslavia ritenevano che l'esistenza dello stanak dimostrasse l'unità e il senso di appartenenza all'identità e all'integrità bosniaca,[4] ma illustrasse anche la debolezza dell'autorità regnante e la decentralizzazione dello Stato, come sostenuto dallo storico statunitense John Van Antwerp Fine Jr.[5]
Il diritto di partecipare alle sedute dello stanak spettava a tutti gli knjaz bosniaci, dai principali latifondisti alla piccola nobiltà, noti collettivamente come vlastela, ma il peso preponderante era ricoperto da una cerchia aristocratica abbastanza ristretta, ovvero quella più elitaria.[6] Lo stanak veniva convocato quando necessario, di solito dal monarca regnante, che lo presiedeva e ne dirigeva l'organizzazione.[2][6] Se il sovrano era maschio, la moglie godeva del diritto di partecipare, ma non i figli.[2] Anche il clero della Chiesa bosniaca, che spesso veniva considerata di tendenze bogomiliste, non appartenente alla vlastela, era escluso, ma influenzava il processo decisionale dello stanak attraverso i grandi aristocratici con cui coltivava i rapporti più saldi.[6] I magnati della Bosnia potevano anch'essi convocare uno stanak quando lo Stato si trovava nelle condizioni di dover sopperire a gravi crisi interne, come nel caso di crisi di successione o deposizione del sovrano, conflitti interni o guerre. Di solito si svolgeva in una qualsiasi delle località dove il monarca vantava una propria corte, ovvero a Mile, Milodraž, Bobovac, Kraljeva Sutjeska e Jajce.[2]
Lo stanak godeva di ampio potere e autorità, deliberando su questioni come l'elezione del nuovo re o regina e l'incoronazione, la politica estera, la vendita o la cessione di terre, la stipula e la firma di trattati con i Paesi vicini e gli affari militari.[2][6] I documenti emessi dai monarchi si basavano inevitabilmente sulle decisioni assunte durante uno stanak; a mano a mano che il potere reale si indebolì durante la prima metà del XV secolo, l'autorità degli aristocratici e dello stanak stesso accrebbero.[2]
Note
modifica- ^ (HR) Orsag, su Hrvatska Encickopedija. URL consultato il 23 gennaio 2025.
- ^ a b c d e f (BS) Edin Radušić, Istorija parlamentarizma u BiH [Storia parlamentare in Bosnia-Erzegovina], su parlament.ba, Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, 2010. URL consultato il 23 gennaio 2025.
- ^ Ćirković (1964), p. 95.
- ^ Ćirković (1964), p. 224.
- ^ (EN) John Van Antwerp Fine Jr., The Bosnian Church: Its Place in State and Society from the Thirteenth to the Fifteenth Century, Saqi, 2007, p. 174, ISBN 978-0863565038.
- ^ a b c d (BS) Miroslav Krleža e Ivo Cecić (a cura di), Enciklopedija Jugoslavije: Bje-Crn [Enciclopedia della Jugoslavia: Bje-Crn], Jugoslavenski leksikografski zavod, 1980, p. 217.
Bibliografia
modifica- (SR) Sima Ćirković, Историја средњовековне босанске државе [Storia dello Stato bosniaco medievale], Srpska književna zadruga, 1964.