Stazione di Bono
La stazione di Bono è stata una stazione ferroviaria posta lungo la ex linea ferroviaria a scartamento ridotto Tirso-Chilivani, a servizio del comune di Bono.
Bono stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Bono |
Coordinate | 40°24′40.9″N 9°02′10.01″E |
Altitudine | 449 m s.l.m. |
Linee | Tirso-Chilivani |
Storia | |
Stato attuale | Dismessa |
Anno attivazione | 1893 |
Anno soppressione | 1969 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, passante |
Binari | 5 |
Note | Adibita a deposito di autobus |
Storia
modificaLa stazione fu inaugurata a fine Ottocento dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, per conto della quale furono eseguiti i lavori di costruzione della linea ferroviaria tra Tirso e Chilivani: l'apertura al traffico dell'impianto è datata 1º aprile 1893[1][2], giorno di attivazione del tronco Tirso-Ozieri che andava a completare la nuova linea ferroviaria.
Oltre a servire l'omonimo paese del Goceano lo scalo ebbe funzione strategica nell'ambito della ferrovia anche per la presenza di alcune strutture di servizio (tra cui una rimessa locomotive[3]), fatto che portava ad attestare nell'impianto varie relazioni[3].
Passata dalla gestione SFSS a quella della Ferrovie Complementari della Sardegna nel 1921, la stazione cessò l'attività ferroviaria il 31 dicembre 1969[4], data di chiusura della Tirso-Chilivani. La struttura venne comunque utilizzata anche dopo tale data dalle FCS[3], che riconvertirono l'area nel locale deposito autobus aziendale per i servizi di autolinee, prerogativa che l'ex stazione mantiene ancora sotto la gestione dell'ARST.
Strutture e impianti
modificaLo scalo, posto nella periferia est di Bono, dal 1969 lo scalo non è più attivo per scopi ferroviari, benché sia ancora utilizzato come deposito per le autolinee dell'ARST.
Durante il periodo di attività la stazione era di tipo passante di terza classe[5] ed era dotata di cinque binari a scartamento da 950 mm: dal binario di linea se ne diramava uno di incrocio[3] nell'area degli edifici di stazione, impiegati entrambi anche per il servizio viaggiatori. Un terzo binario, tronco alle estremità, terminava sul lato nord nell'area dello scalo merci di stazione[3], dotato anche di un piano caricatore[3] non più esistente; sul lato sud invece dava origine a un ulteriore tronchino che conduceva ad una piattaforma girevole[3], terminando poi, dopo un'ulteriore diramazione[3], all'interno della rimessa locomotive della stazione, dotata quindi di due binari di accesso[3].
L'edificio principale della stazione era il fabbricato viaggiatori, ancora presente[3]: si tratta di una costruzione a due piani e pianta rettangolare dotata di cinque luci per piano[3] sul lato prospiciente quello che era il piazzale binari, che ospitava tra l'altro la locale Direzione Movimento. A fianco del fabbricato viaggiatori era posta la piccolo costruzione dei servizi igienici[3] (non più esistente), mentre nell'ingresso sud dello scalo erano poste due case cantoniere[3]: una singola (la numero 9)[3] posta sul retro della rimessa locomotive e oggi non più esistente, ed una doppia (di cui permangono i ruderi) utilizzata come alloggio per il personale[3]. La dotazione dei fabbricati di stazione si completava infine con un edificio di servizio per i ferrovieri[3], posto fuori dal piazzale binari nelle vicinanze del fabbricato viaggiatori.
Movimento
modificaLa stazione fu servita dalle relazioni merci e viaggiatori espletate dalle SFSS e in seguito dalle FCS.
Servizi
modificaDurante l'attività ferroviaria la struttura era dotata di una sala d'attesa (ubicata nel fabbricato viaggiatori) e di ritirate, queste ultime ospitate in un edificio ad hoc.
Note
modifica- ^ Orario SFSS 1º aprile 1893 in Corda, inserto grafico.
- ^ Altara, p. 165.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Luigi Prato e Gavino Nurra, Stazione di Bono, su lestradeferrate.it. URL consultato il 31 gennaio 2021.
- ^ Altara, p. 186.
- ^ Luigi Prato e Gavino Nurra, La ferrovia Chilivani-Tirso, su lestradeferrate.it. URL consultato il 31 gennaio 2021.
Bibliografia
modifica- Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
- Elettrio Corda, Le contrastate vaporiere - 1864/1984: 120 anni di vicende delle strade ferrate sarde: dalle reali alle secondarie, dalle complementari alle statali, Chiarella, 1984.
- Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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