Stazione di Campanasissa
La stazione di Campanasissa era una stazione ferroviaria posta nel comune di Siliqua, lungo la linea che collegava quest'ultimo centro con Calasetta.
Campanasissa stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Siliqua |
Coordinate | 39°12′05.31″N 8°46′26.12″E |
Altitudine | 287 m s.l.m. |
Linee | Siliqua-San Giovanni Suergiu-Calasetta † |
Storia | |
Stato attuale | Dismessa |
Anno attivazione | 1926 |
Anno soppressione | 1968 |
Caratteristiche | |
Tipo | stazione passante in superficie |
Binari | 3 |
Storia
modificaLa stazione fu realizzata negli anni venti del Novecento nell'ambito del progetto di una rete ferroviaria a scartamento ridotto per il Sulcis-Iglesiente portato avanti all'epoca dalla Ferrovie Meridionali Sarde. Situata in posizione isolata a ridosso di un'area forestale[1] tra Siliqua e Nuxis, la struttura trae il nome dal valico di Campanasissa in cui venne edificata. I lavori di costruzione della linea e dello scalo (realizzato in trincea[2]) furono eseguiti tra il 1923 ed il 1926: il 13 maggio di quest'ultimo anno l'impianto e la ferrovia vennero inaugurati[3], con l'avvio dell'esercizio ferroviario lungo la linea il 23 maggio successivo[3]. Lo scalo in origine nacque con caratteristiche di fermata[4], venendo trasformato successivamente in una stazione a tutti gli effetti[5].
La peculiarità di quest'isolato scalo nell'ottica della ferrovia era l'essere posto sul culmine della linea, in una parte del tracciato che orograficamente presentava dislivelli sino al 25‰: all'epoca della trazione a vapore le locomotive necessitavano quindi del rifornimento idrico al termine della salita[1], posto per l'appunto a Campanasissa nel cui impianto era possibile questa operazione[1][6]. L'attività ferroviaria nella stazione proseguì sino al 13 luglio 1968[7], data di sospensione provvisoria[7] del servizio ferroviario tra le stazioni di Siliqua e Narcao dovuta alla realizzazione della diga di Bau Pressiu, il cui omonimo lago artificiale avrebbe poi sommerso un breve tratto di linea a circa un chilometro di distanza dallo scalo. Per questo sino alla realizzazione di una variante che aggirasse a monte il nuovo bacino idrico le relazioni interessanti la stazione furono espletate da autolinee sostitutive delle FMS che osservavano fermata dinanzi al bivio di accesso all'impianto[7].
La situazione del tronco ferroviario tra Siliqua e Narcao restò invariata per i sei anni successivi, in cui la variante di Bau Pressiu non andò oltre la fase progettuale[8]. Nel 1974 infine si giunse alla decisione di chiudere definitivamente l'intera rete FMS a partire dal 1º settembre di quello stesso anno[9], convertendo le relazioni in autocorse sostitutive, sempre a cura delle Ferrovie Meridionali Sarde. Ciò pose fine alla possibilità di reimpiego ferroviario della stazione di Campanasissa, che fu successivamente dismessa e abbandonata (pur restando sede di una fermata delle autolinee sostitutive FMS[10] ed in seguito ARST[11]). A inizio anni dieci l'area della stazione è stata riconvertita da privati in un punto di ristoro[1], con la casa cantoniera posta all'ingresso dell'impianto ristrutturata per ospitare un'attività ristorativa[1].
Strutture e impianti
modificaDal 1968 la stazione non è più attiva e l'infrastruttura ferroviaria in essa presente è stata smantellata negli anni successivi.
Al momento della chiusura l'infrastruttura ferroviaria dell'impianto era quella tipica delle stazioni di seconda classe delle FMS, con la presenza di due binari a scartamento ridotto (950 mm) compresi tra il fabbricato viaggiatori[5][12] ed una parte rocciosa, con in aggiunta un tronchino che terminava a fianco di un piano caricatore sul lato nord dell'edificio principale[2], non più presente in loco. I binari passanti erano dotati negli ultimi anni di attività di banchine per l'accesso ai treni[5][12].
L'impianto era dotato di un fabbricato viaggiatori a pianta pressoché quadrata esteso su due piani più tetto a falde in laterizi, con due accessi sul lato binari, di cui permangono i muri perimetrali: nell'edificio era inoltre ospitata la locale direzione movimento. Pochi metri più a nord era situata la casa cantoniera numero nove (doppia) della linea[13], riconvertita in struttura di ristoro.
Movimento
modificaNel periodo in cui fu attiva la stazione era servita dai treni passeggeri delle Ferrovie Meridionali Sarde.
Servizi
modificaL'impianto era dotato di una biglietteria a sportello e di una sala d'attesa.
Note
modifica- ^ a b c d e Sandro Mantega, In viaggio tra racconti e ricordi lungo la ferrovia che non c'è più, in L'Unione Sarda, 18 maggio 2013.
- ^ a b Ogliari.
- ^ a b Sanna, p. 47.
- ^ Sanna, pp. 55-56.
- ^ a b c Giampaolo Marcheselli, Una rete soppressa pochi anni fa - Ferrovie Meridionali Sarde a scartamento ridotto, in I Treni, n. 20, maggio-giugno 1982, p. 26.
- ^ Davies, p. 72.
- ^ a b c Sanna, pp. 112-117.
- ^ Sanna, p. 120.
- ^ Sanna, p.118.
- ^ Sanna, p. 125.
- ^ ARST, 828 Siliqua-San Giovanni Suergiu-Calasetta (PDF), su arstspa.info. URL consultato il 9 ottobre 2016.
- ^ a b Sanna, p. 257.
- ^ Sanna, p. 296.
Bibliografia
modifica- Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
- (EN) W. J .K. Davies, A contrast in islands - The narrow gauge railways of Corsica and Sardinia, Plateway Press, 2002, ISBN 1-871980-50-X.
- Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.
- Giovanni Antonio Sanna, Le ferrovie del Sulcis - nella Sardegna sud occidentale fra documenti immagini e racconti, Cortona, Calosci Editore, 2012, ISBN 978-88-7785-267-0.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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