Stele di Todi
La stele di Todi, anche conosciuta come stele bilingue di Todi e stele sepolcrale bilingue di Todi, è una stele funeraria del II sec. a.C. bilingue, con doppia iscrizione in lingua latina e in lingua celto-gallica, conservata oggi al Museo gregoriano etrusco di Roma.
Storia
modificaTrovata nel 1839 in Umbria a Todi, antica città sia umbra che etrusca,[1] rappresenta una delle poche testimonianze arrivate fino a noi di scrittura gallo-etrusca al di fuori delle regioni alpine e della Svizzera italiana. [2]
Si ritiene sia una stele funeraria, contenente un’epigrafe funeraria bilingue prima scritta in alfabeto e lingua latina poi redatta in lingua gallica e alfabeto gallo-etrusco derivato dall'alfabeto nord etrusco.[2]
L'iscrizione contiene il nome personale celta Trutos (o Drutos), meglio noto nella forma latina Drusus (Druso).
Note
modifica- ^ Si ipotizza che il nome di Todi significhi "città di confine". Etrusco Tular letteralmente "insieme di ceppi di confine", in lingua osco-umbra Tuter-e ovvero "In Todi", "Nella città di confine" (Ribezzo, 1928 e Giacomo Devoto, Gli antichi Italici, Firenze, Vallardi, 1931, p. 93)
- ^ a b Celtico, scritture - IV sec. av. a.C. - I sec. d.C. Esempi di scrittura. Gallo-etrusco : Iscrizione bilingue di Todi RIG E-5, su Mnamon. Antiche scritture del Mediterraneo, Scuola Normale Superiore, 2008-2017.
Bibliografia
modifica- Secondiano Campanari, Sopra una iscrizione bilingue scoperta a Todi lettera di Secondiano Campanari al ch. sig. cavaliere P. Ercole Visconti commissario delle antichità, Tipografia delle Belle Arti, Roma 1839
- Carlo De Simone, I Galli in Italia: testimonianze linguistiche, in Galli 1978, pp. 261-265. Quadro d'insieme sulla celticità linguistica della penisola italiana.
- Aa.Vv., I Galli e l'Italia, Catalogo della mostra, Roma 1978