Tarlmounia elliptica
Tarlmounia elliptica (DC.) H.Rob., S.C.Keeley, Skvarla & R.Chan, 2008 è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Tarlmounia elliptica è anche l'unica specie del genere Tarlmounia H.Rob., S.C.Keeley, Skvarla & R.Chan, 2008.[1][2][3]
Tarlmounia elliptica | |
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Tarlmounia elliptica | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Vernonioideae |
Tribù | Vernonieae |
Sottotribù | Gymnantheminae |
Genere | Tarlmounia H.Rob., S.C.Keeley, Skvarla & R.Chan, 2008 |
Specie | T. elliptica |
Classificazione Cronquist | |
taxon non contemplato | |
Nomenclatura binomiale | |
Tarlmounia elliptica (DC.) H.Rob., S.C.Keeley, Skvarla & R.Chan, 2008 |
Etimologia
modificaIl nome del genere (Tarlmounia) è basato su un nome locale (Thailandia) della pianta.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dai botanici Augustin Pyramus de Candolle (1778-1841), Harold Ernest Robinson (1932-2020), Sterling C. Keeley (1948-), John Jerome Skvarla (1935-2014) e Raymund Chan (1965-) nella pubblicazione Proceedings of the Biological Society of Washington (Proc. Biol. Soc. Washington 121(1): 32) del 2008.[5] Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dai botanici Harold Ernest Robinson (1932-2020), Sterling C. Keeley (1948-), John Jerome Skvarla (1935-2014) e Raymund Chan (1965-) nella pubblicazione Proceedings of the Biological Society of Washington (Proc. Biol. Soc. Washington 121(1): 31) del 2008.[6]
Descrizione
modificaLe piante di questa voce hanno un habitus rampicante con fusti esili e midollo solido. Sulla superficie di queste piante sono presenti peli di vari tipo: sericei (argentei) e lunghi peli a forma di "T".[7][8][9][10][11][4][12]
Le foglie sono disposte in modo alterno e sono brevemente picciolate. La lamina è intera con forme variabili da oblunga a obovata con base ottusa e apici da arrotondati a apiculati. Le venature normalmente sono pennate (sono presenti venature secondarie). I margini sono continui o dentellati. La superficie superiore è verde (quasi glabra); quella inferiore è densamente sericea per peli a forma di "T". La consistenza è subcoriacea.
L'infiorescenza, terminale o ascellare, è formata da capolini discoidi, omogami e peduncolati in formazioni piramidali/corimbose. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro con forme strettamente campanulate composto da diverse brattee disposte su circa 5 serie embricate e scalate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, ottuse con punte arrotondate, persistenti o decidue (quelle più interne), hanno delle forme più o meno lanceolate a volte con margini ialini. Il ricettacolo normalmente è privo di pagliette (ricettacolo nudo).
I fiori, circa 5 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la corolla, formata da un tubo imbutiforme terminanti in 5 lobi riflessi, può essere pubescente per peli ghiandolosi sparsi. Il colore varia da biancastro a viola pallido. Lunghezza della corolla: 6 mm.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[14] Le antere, prive di ghiandole, sono calcarate (speronate) oppure arrotondate oppure a forma di lancia oppure con lobi sterili oppure sagittate. Le appendici basali hanno una consistenza soda e sono allungate. Il polline può essere di tipo tricolporato, ossia con tre aperture sia a fessura che a poro; può essere inoltre echinato (con punte);[15] in genere non è "lophato".
- Gineceo: lo stilo è filiforme con alla base un anello (o nodo). Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi (peli a spazzola) e con apice acuto. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[16]
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno 5 coste con superficie glabra (sono presenti alcuni punti ghiandolari). All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato da corti a moderatamente allungati; non è presente il tessuto tipo fitomelanina. Il carpopodium (carpoforo) è a forma di stretto tappo quasi cilindrico più lungo che largo. Il pappo è formato da numerose setole sottili ma allargate distalmente intercalate da setole più corte.
Biologia
modifica- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
modificaLa distribuzione delle piante di questa voce è relativa al Vecchio mondo (Asia del sud-est).[2]
Tassonomia
modificaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[17], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][11]
Filogenesi
modificaLe specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Gymnantheminae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[20] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi della sottotribù Gymnantheminae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale comprese le Hawaii (l'altro subclade africano comprende soprattutto specie meridionali).[11]
La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[10]
In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Gymnantheminae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[11]
I caratteri distintivi (e diagnostici) per le specie di questo genere ( Tarlmounia ) sono:[12]
- il portamento è rampicante;
- le foglie hanno de peli a forma di "T";
- l'involucro è privo di ghiandole;
- gli acheni sono glabri.
Sinonimi
modificaSono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
- Cacalia elaeagnifolia Kuntze
- Conyza elaeagnifolia Wall.
- Eupatorium elaeagnifolium DC.
- Strobocalyx elaeagnifolia Sch.Bip.
- Strobocalyx elliptica Sch.Bip.
- Vernonia elaeagnifolia DC.
- Vernonia elliptica DC.
Note
modifica- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 ottobre 2021.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 ottobre 2021.
- ^ a b Robinson et al. 2008.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il XX ottobre 2021.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'11 ottobre 2021.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 p. 1.
- ^ Strasburger 2007, p. 860.
- ^ Judd 2007, pag.517.
- ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, p. 173.
- ^ a b c d Funk & Susanna 2009, p. 441.
- ^ a b Bunwong et al. 2014.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - p. 1.
- ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - p. 760.
- ^ Judd 2007, p. 523.
- ^ Judd 2007, p. 520.
- ^ Strasburger 2007, p. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
- ^ Susanna et al. 2020.
Bibliografia
modifica- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- Harold Robinson, Generic and Subtribal Classification of American Vernonieae (PDF) [collegamento interrotto], in Smithsonian Contributions to Botany, vol. 89, 1999, pp. 1-116.
- Harold Robinson, John J. Skvarla e Vicki A. Funk, Vernonieae (Asteraceae) of southern Africa: A generic disposition of the species and a study of their pollen, in PhytoKeys, vol. 60, 2016, pp. 49-126.
- : Robinson, Harold, Keeley, Sterling C., Skvarla, John J., and Chan, Raymund, Studies on the Gymnantheminae (Vernonieae: Asteraceae) III: restoration of the genus Strobocalyx and the new genus Tarlmounia, in Proceedings of the Biological Society of Washington,, vol. 121, n. 1, 2008, pp. 19-33.
- Sukhonthip Bunwong, Pranom Chantaranothai e Sterling C. Keeley, Revisions and key to the Vernonieae (Compositae) of Thailand, in PhytoKeys, vol. 37, 2014, pp. 25-101.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tarlmounia elliptica
- Wikispecies contiene informazioni su Tarlmounia elliptica
Collegamenti esterni
modifica- Tarlmounia elliptica Royal Botanic Gardens KEW - Database
- Tarlmounia Royal Botanic Gardens KEW - Database