Più nello specifico, il teorema di Noether stabilisce che a ogni simmetria della Lagrangiana , ovvero a ogni trasformazione continua delle coordinate generalizzate
q
i
{\displaystyle q_{i}}
e
q
˙
i
{\displaystyle {\dot {q}}_{i}}
e, eventualmente, del tempo
t
{\displaystyle t}
, che lascia inalterata la Lagrangiana
L
(
q
˙
,
q
,
t
)
{\displaystyle {\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {q} }},\mathbf {q} ,t)}
, corrisponde una quantità conservata . Ad esempio, se in seguito alla trasformazione
q
(
t
)
→
q
(
t
)
+
ε
{\displaystyle q(t)\to q(t)+\varepsilon }
, dove
ε
{\displaystyle \varepsilon }
è una quantità infinitesima, si ha che:
∂
L
∂
q
=
0
{\displaystyle {\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \mathbf {q} }}=0}
ovvero
q
{\displaystyle \mathbf {q} }
è una coordinata ciclica , vale a dire che la Lagrangiana non dipende esplicitamente da essa, allora
p
{\displaystyle \mathbf {p} }
si conserva:
∂
L
∂
q
˙
=
p
=
costante
{\displaystyle {\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}=\mathbf {p} ={\text{costante}}}
dove
p
{\displaystyle \mathbf {p} }
è il momento coniugato alla coordinata
q
{\displaystyle \mathbf {q} }
.
Il teorema, che viene anche formulato per le simmetrie del funzionale azione , fu pubblicato da Emmy Noether nel 1918 nell'articolo "Invariante Variationsprobleme", apparso sul Gottinger Nachrichten .[ 1] [ 2]
Nel caso più semplice si può considerare un punto materiale di massa
m
{\displaystyle m}
in una dimensione con posizione
q
(
t
)
{\displaystyle \mathbf {q} (t)}
e velocità
q
˙
=
d
q
/
d
t
{\displaystyle {\dot {\mathbf {q} }}=d\mathbf {q} /dt}
, descritto dalla lagrangiana
L
(
q
˙
,
q
)
{\displaystyle {\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {q} }},\mathbf {q} )}
. La quantità di moto
p
=
∂
L
/
∂
q
˙
{\displaystyle \mathbf {p} =\partial {\mathcal {L}}/\partial {\dot {\mathbf {q} }}}
del punto materiale e la forza
F
{\displaystyle \mathbf {F} }
agente su di esso:
F
=
∂
L
∂
q
{\displaystyle \mathbf {F} ={\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \mathbf {q} }}}
sono legate dall'equazione di Eulero-Lagrange :
F
=
p
˙
{\displaystyle {F}={\dot {p}}}
che costituisce l'equazione del moto del sistema. Si supponga di traslare la posizione del punto da
q
{\displaystyle \mathbf {q} }
a
q
′
{\displaystyle \mathbf {q} ^{\prime }}
con una trasformazione spaziale parametrizzata dalla variabile
s
{\displaystyle s}
, ovvero
q
′
=
q
(
s
)
{\displaystyle \mathbf {q} ^{\prime }=\mathbf {q} (s)}
. Se la Lagrangiana rimane inalterata in seguito alla trasformazione allora la sua derivata rispetto a
s
{\displaystyle s}
è nulla:
d
d
s
L
(
q
˙
(
s
)
,
q
(
s
)
)
=
0
{\displaystyle {\frac {d}{ds}}{\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {q} }}(s),\mathbf {q} (s))=0}
Il teorema di Noether afferma che in tal caso la quantità
J
=
p
⋅
d
q
(
s
)
/
d
s
{\displaystyle J=\mathbf {p} \cdot d\mathbf {q} (s)/ds}
si conserva, cioè
J
˙
=
0
{\displaystyle {\dot {J}}=0}
. Si dice che
J
{\displaystyle J}
è una costante del moto .
In modo equivalente, se il punto materiale ha una posizione
q
=
(
q
1
,
…
,
q
n
)
{\displaystyle \mathbf {q} =(q_{1},\dots ,q_{n})}
e se la Lagrangiana non dipende da una qualche variabile
q
i
{\displaystyle q_{i}}
le equazioni di Eulero-Lagrange:
d
d
t
(
∂
L
∂
q
˙
i
)
−
∂
L
∂
q
i
=
0
,
i
=
1
,
…
,
n
{\displaystyle {\frac {d}{dt}}\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}\right)-{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial q_{i}}}=0,\quad i=1,\dots ,n}
mostrano che se
∂
L
/
∂
q
i
=
0
{\displaystyle \partial {\mathcal {L}}/\partial {q}_{i}=0}
allora la quantità
p
i
=
∂
L
/
∂
q
˙
i
{\displaystyle p_{i}=\partial {\mathcal {L}}/\partial {\dot {q}}_{i}}
si conserva , avendo derivata temporale nulla.
Quando una funzione è invariante rispetto a una trasformazione continua che coinvolge una o più variabili si dice che la funzione possiede una o più simmetrie . Il teorema di Noether si può anche enunciare considerando, invece che direttamente la Lagrangiana, le simmetrie dell'azione associata al moto del sistema, ovvero l'integrale della Lagrangiana rispetto al tempo.[ 3]
Dato un sistema di coordinate generalizzate
q
=
(
q
1
,
…
,
q
n
)
{\displaystyle \mathbf {q} =(q_{1},\dots ,q_{n})}
a
n
{\displaystyle n}
gradi di libertà con velocità
q
˙
=
(
q
˙
1
,
…
,
q
˙
n
)
{\displaystyle \mathbf {\dot {q}} =({\dot {q}}_{1},\dots ,{\dot {q}}_{n})}
e una funzione
f
(
t
)
{\displaystyle \mathbf {f} (t)}
, se in seguito alla trasformazione infinitesima:
t
→
t
,
q
i
(
t
)
→
q
i
(
t
)
+
ε
f
i
(
t
)
,
q
˙
i
(
t
)
→
q
˙
i
(
t
)
+
ε
f
˙
i
(
t
)
{\displaystyle t\to t,\quad q_{i}(t)\to q_{i}(t)+\varepsilon f_{i}(t),\quad {\dot {q}}_{i}(t)\to {\dot {q}}_{i}(t)+\varepsilon {\dot {f}}_{i}(t)}
la Lagrangiana
L
(
q
˙
,
q
,
t
)
{\displaystyle {\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {q} }},\mathbf {q} ,t)}
è invariante , allora la quantità:
∑
i
=
1
n
∂
L
∂
q
˙
i
f
i
{\displaystyle \sum _{i=1}^{n}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}f_{i}}
è una costante del moto , ovvero si conserva .[ 4]
Nel caso di una trasformazione che coinvolge anche il tempo, ovvero
t
→
t
+
ε
{\displaystyle t\to t+\varepsilon }
, si ha che:
d
L
d
t
=
∂
L
∂
t
+
∑
i
=
1
n
[
∂
L
∂
q
i
q
˙
i
+
∂
L
∂
q
˙
i
q
¨
i
]
{\displaystyle {\frac {d{\mathcal {L}}}{dt}}={\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial t}}+\sum _{i=1}^{n}\left[{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial q_{i}}}{\dot {q}}_{i}+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}{\ddot {q}}_{i}\right]}
e dal momento che l'equazione del moto ha la forma (equazione di Eulero-Lagrange ):
d
d
t
∂
L
∂
q
˙
i
−
∂
L
∂
q
i
=
0
,
∀
i
{\displaystyle {\frac {d}{dt}}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}-{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial q_{i}}}=0,\quad \forall i}
il primo termine tra parentesi può essere riscritto in modo da avere:
d
L
d
t
=
∂
L
∂
t
+
∑
i
=
1
n
[
(
d
d
t
∂
L
∂
q
˙
i
)
q
˙
i
+
∂
L
∂
q
˙
i
q
¨
i
]
{\displaystyle {\frac {d{\mathcal {L}}}{dt}}={\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial t}}+\sum _{i=1}^{n}\left[\left({\frac {d}{dt}}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}\right){\dot {q}}_{i}+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}{\ddot {q}}_{i}\right]}
ovvero:
d
H
d
t
=
−
∂
L
∂
t
{\displaystyle {\frac {d{\mathcal {H}}}{dt}}=-{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial t}}}
dove
H
{\displaystyle {\mathcal {H}}}
è l'Hamiltoniana , la trasformata di Legendre della Lagrangiana:
H
=
∑
i
=
1
n
∂
L
∂
q
˙
i
q
˙
i
−
L
{\displaystyle {\mathcal {H}}=\sum _{i=1}^{n}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}{\dot {q}}_{i}-{\mathcal {L}}}
Se dunque
L
{\displaystyle {\mathcal {L}}}
non dipende esplicitamente dal tempo (
−
∂
L
/
∂
t
=
0
{\displaystyle -\partial {\mathcal {L}}/\partial t=0}
) allora
H
{\displaystyle {\mathcal {H}}}
si conserva (
d
H
/
d
t
=
0
{\displaystyle d{\mathcal {H}}/dt=0}
, ovvero
H
=
costante
{\displaystyle {\mathcal {H}}={\text{costante}}}
).
Il teorema di Noether può essere enunciato considerando, in luogo della lagrangiana, il funzionale integrale azione
S
{\displaystyle {\mathcal {S}}}
:
S
=
∫
L
(
q
˙
,
q
,
t
)
d
t
{\displaystyle {\mathcal {S}}=\int {\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {q} }},\mathbf {q} ,t)\,\mathrm {d} t}
Si supponga che
S
{\displaystyle {\mathcal {S}}}
è invariante rispetto alla trasformazione:
t
→
t
¯
(
q
,
t
,
λ
)
{\displaystyle t\to {\bar {t}}(\mathbf {q} ,t,\lambda )}
q
i
→
q
¯
i
(
q
,
t
,
λ
)
q
→
q
¯
(
q
,
t
,
λ
)
{\displaystyle q_{i}\to {\bar {q}}_{i}(\mathbf {q} ,t,\lambda )\qquad \mathbf {q} \to \mathbf {\bar {q}} (\mathbf {q} ,t,\lambda )}
dove
λ
{\displaystyle \lambda }
è un parametro continuo, ovvero si verifica:
∫
t
1
t
2
L
(
q
˙
,
q
,
τ
)
d
τ
=
∫
t
1
′
t
2
′
L
(
q
¯
˙
,
q
¯
,
τ
)
d
τ
{\displaystyle \int _{t_{1}}^{t_{2}}{\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {q} }},\mathbf {q} ,\tau )\,\mathrm {d} \tau =\int _{t_{1}'}^{t_{2}'}{\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {\bar {q}} }},\mathbf {\bar {q}} ,\tau )\,\mathrm {d} \tau }
dove gli estremi di integrazione variano durante la trasformazione. Considerando una variazione
δ
λ
{\displaystyle \delta \lambda }
infinitesima:
δ
t
=
t
¯
−
t
=
A
(
q
,
t
)
δ
λ
δ
q
=
q
¯
(
t
¯
)
−
q
(
t
)
=
B
(
q
,
t
)
δ
λ
{\displaystyle \qquad \delta t={\bar {t}}-t=A(\mathbf {q} ,t)\delta \lambda \qquad \delta \mathbf {q} =\mathbf {\bar {q}} ({\bar {t}})-\mathbf {q} (t)=B(\mathbf {q} ,t)\delta \lambda }
la quantità conservata è:
(
L
−
∂
L
∂
q
˙
i
q
˙
i
)
A
(
q
,
t
)
+
∂
L
∂
q
˙
i
B
(
q
,
t
)
=
−
H
A
(
q
,
t
)
+
p
i
B
(
q
,
t
)
{\displaystyle \left({\mathcal {L}}-{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}{\dot {q}}_{i}\right)A(\mathbf {q} ,t)+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {q}}_{i}}}B(\mathbf {q} ,t)=-{\mathcal {H}}A(\mathbf {q} ,t)+p_{i}B(\mathbf {q} ,t)}
dove
H
{\displaystyle {\mathcal {H}}}
è detta hamiltoniana e
p
i
{\displaystyle p_{i}}
è il momento lineare coniugato alla coordinata
q
i
{\displaystyle q_{i}}
.[ 5]
Si consideri un sistema fisico descritto da un campo
ψ
{\displaystyle \psi }
. Quando una certa quantità è invariante per una trasformazione del sistema allora la corrispondente Lagrangiana è simmetrica, ossia se
ψ
{\displaystyle \psi }
si trasforma per una trasformazione infinitesima
α
{\displaystyle \alpha }
come:
ψ
→
ψ
+
α
Δ
ψ
{\displaystyle \psi \rightarrow \psi +\alpha \Delta \psi }
la lagrangiana
L
{\displaystyle {\mathcal {L}}}
, dovendo essere invariante, deve diventare:
L
→
L
+
α
∂
μ
J
μ
{\displaystyle {\mathcal {L}}\rightarrow {\mathcal {L}}+\alpha \partial _{\mu }{\mathcal {J}}^{\mu }}
dove
J
{\displaystyle {\mathcal {J}}}
rappresenta una corrente di una qualche quantità che fluisce attraverso la superficie dell'integrale che definisce l'azione.
In generale, la variazione di
L
{\displaystyle {\mathcal {L}}}
si può scrivere come:
α
Δ
L
=
∂
L
∂
ψ
(
α
Δ
ψ
)
+
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
∂
μ
(
α
Δ
ψ
)
{\displaystyle \alpha \Delta {\mathcal {L}}={\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \psi }}(\alpha \Delta \psi )+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}\partial _{\mu }(\alpha \Delta \psi )}
Considerando la derivata di un prodotto, il secondo termine si può riscrivere come:
∂
μ
(
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
α
Δ
ψ
)
−
α
Δ
ψ
∂
μ
(
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
)
{\displaystyle \partial _{\mu }\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}\alpha \Delta \psi \right)-\alpha \Delta \psi \partial _{\mu }\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}\right)}
Sostituendo e prendendo a fattor comune
α
Δ
ψ
{\displaystyle \alpha \Delta \psi }
si ottiene:
−
α
Δ
ψ
(
∂
μ
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
−
∂
L
∂
ψ
)
+
∂
μ
(
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
α
Δ
ψ
)
{\displaystyle -\alpha \Delta \psi \left(\partial _{\mu }{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}-{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \psi }}\right)+\partial _{\mu }\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}\alpha \Delta \psi \right)}
Ricordando l'equazione di Eulero-Lagrange , quanto sopra diventa:
∂
μ
(
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
α
Δ
ψ
)
{\displaystyle \partial _{\mu }\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}\alpha \Delta \psi \right)}
ossia:
∂
μ
(
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
α
Δ
ψ
)
=
α
∂
μ
J
μ
{\displaystyle \partial _{\mu }\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}\alpha \Delta \psi \right)=\alpha \partial _{\mu }{\mathcal {J}}^{\mu }}
Riscrivendo il tutto, si può vedere come ci sia una conservazione della corrente
J
{\displaystyle {\mathcal {J}}}
notando che:
∂
μ
(
∂
L
∂
(
∂
μ
ψ
)
Δ
ψ
−
J
μ
)
=
0
{\displaystyle \partial _{\mu }\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial (\partial _{\mu }\psi )}}\Delta \psi -{\mathcal {J}}^{\mu }\right)=0}
Si supponga che le variabili dipendenti
q
{\displaystyle \mathbf {q} }
siano tali che l'azione , data dall'integrale della Lagrangiana :
S
=
∫
L
(
q
˙
,
q
,
t
)
d
t
{\displaystyle {\mathcal {S}}=\int {\mathcal {L}}({\dot {\mathbf {q} }},\mathbf {q} ,t)\,\mathrm {d} t}
sia invariante rispetto a variazioni infinitesime di esse. In altre parole, deve essere soddisfatta l'equazione di Eulero-Lagrange :
d
d
t
∂
L
∂
q
˙
−
∂
L
∂
q
=
0
{\displaystyle {\frac {d}{dt}}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}-{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \mathbf {q} }}=0}
Si supponga che l'integrale azione sia invariante rispetto a una simmetria continua. Una tale simmetria è rappresentata da un flusso
ϕ
{\displaystyle \phi }
che agisce sulle variabili nel seguente modo:
t
→
t
′
=
t
+
ε
τ
{\displaystyle t\rightarrow t'=t+\varepsilon \tau }
q
(
t
)
→
q
′
(
t
′
)
=
ϕ
(
q
(
t
)
,
ε
)
=
ϕ
(
q
(
t
′
−
ε
τ
)
,
ε
)
{\displaystyle \mathbf {q} (t)\rightarrow \mathbf {q} '(t')=\phi (\mathbf {q} (t),\varepsilon )=\phi (\mathbf {q} (t'-\varepsilon \tau ),\varepsilon )}
dove
ε
{\displaystyle \varepsilon }
è una variabile reale che quantifica l'incremento del flusso, mentre
τ
{\displaystyle \tau }
è una costante reale relativa alla traslazione del flusso nel tempo (può essere nulla). Si ha:
q
˙
(
t
)
→
q
˙
′
(
t
′
)
=
d
d
t
ϕ
(
q
(
t
)
,
ε
)
=
∂
ϕ
∂
q
(
q
(
t
′
−
ε
τ
)
,
ε
)
⋅
q
˙
(
t
′
−
ε
τ
)
{\displaystyle {\dot {\mathbf {q} }}(t)\rightarrow {\dot {\mathbf {q} }}'(t')={\frac {d}{dt}}\phi (\mathbf {q} (t),\varepsilon )={\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}(\mathbf {q} (t'-\varepsilon \tau ),\varepsilon )\cdot {\dot {\mathbf {q} }}(t'-\varepsilon \tau )}
e l'integrale azione diventa:
S
′
(
ε
)
=
∫
t
1
+
ε
τ
t
2
+
ε
τ
L
[
q
˙
′
(
t
′
)
,
q
′
(
t
′
)
,
t
′
]
d
t
′
=
∫
t
1
+
ε
τ
t
2
+
ε
τ
L
[
∂
ϕ
∂
q
(
q
(
t
′
−
ε
τ
)
,
ε
)
⋅
q
˙
(
t
′
−
ε
τ
)
,
ϕ
(
q
(
t
′
−
ε
τ
)
,
ε
)
,
t
′
]
d
t
′
{\displaystyle {\begin{aligned}{\mathcal {S}}'(\varepsilon )=\int _{t_{1}+\varepsilon \tau }^{t_{2}+\varepsilon \tau }{\mathcal {L}}[{\dot {\mathbf {q} }}'(t'),\mathbf {q} '(t'),t']\,\mathrm {d} t'=\int _{t_{1}+\varepsilon \tau }^{t_{2}+\varepsilon \tau }{\mathcal {L}}\left[{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}(\mathbf {q} (t'-\varepsilon \tau ),\varepsilon )\cdot {\dot {\mathbf {q} }}(t'-\varepsilon \tau ),\ \phi (\mathbf {q} (t'-\varepsilon \tau ),\varepsilon ),\ t'\right]\,\mathrm {d} t'\end{aligned}}}
L'azione può essere considerata in funzione soltanto di
ε
{\displaystyle \varepsilon }
. Calcolandone la derivata in
ε
=
0
{\displaystyle \varepsilon =0}
e sfruttando la simmetria si ottiene:
0
=
d
S
′
d
ε
(
0
)
=
L
[
q
˙
(
t
2
)
,
q
(
t
2
)
,
t
2
]
τ
−
L
[
q
˙
(
t
1
)
,
q
(
t
1
)
,
t
1
]
τ
+
∫
t
1
t
2
∂
L
∂
q
(
−
∂
ϕ
∂
q
q
˙
τ
+
∂
ϕ
∂
ε
)
+
∂
L
∂
q
˙
(
−
∂
2
ϕ
∂
q
2
q
˙
2
τ
+
∂
2
ϕ
∂
ε
∂
q
q
˙
−
∂
ϕ
∂
q
q
¨
τ
)
d
t
{\displaystyle {\begin{aligned}0&={\frac {d{\mathcal {S}}'}{d\varepsilon }}(0)={\mathcal {L}}[{\dot {\mathbf {q} }}(t_{2}),\mathbf {q} (t_{2}),t_{2}]\tau -{\mathcal {L}}[{\dot {\mathbf {q} }}(t_{1}),\mathbf {q} (t_{1}),t_{1}]\tau \\[6pt]&{}+\int _{t_{1}}^{t_{2}}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \mathbf {q} }}\left(-{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}\tau +{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}\right)+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}\left(-{\frac {\partial ^{2}\phi }{\partial \mathbf {q} ^{2}}}{\dot {\mathbf {q} }}^{2}\tau +{\frac {\partial ^{2}\phi }{\partial \varepsilon \partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}-{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\ddot {\mathbf {q} }}\tau \right)\,\mathrm {d} t\end{aligned}}}
L'equazione di Eulero–Lagrange implica che:
d
d
t
(
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
˙
τ
)
=
(
d
d
t
∂
L
∂
q
˙
)
∂
ϕ
∂
q
q
˙
τ
+
∂
L
∂
q
˙
(
d
d
t
∂
ϕ
∂
q
)
q
˙
τ
+
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
¨
τ
=
∂
L
∂
q
∂
ϕ
∂
q
q
˙
τ
+
∂
L
∂
q
˙
(
∂
2
ϕ
∂
q
2
q
˙
)
q
˙
τ
+
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
¨
τ
{\displaystyle {\frac {d}{dt}}\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}\tau \right)=\left({\frac {d}{dt}}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}\right){\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}\tau +{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}\left({\frac {d}{dt}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}\right){\dot {\mathbf {q} }}\tau +{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\ddot {\mathbf {q} }}\tau ={\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \mathbf {q} }}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}\tau +{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}\left({\frac {\partial ^{2}\phi }{\partial \mathbf {q} ^{2}}}{\dot {\mathbf {q} }}\right){\dot {\mathbf {q} }}\tau +{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\ddot {\mathbf {q} }}\tau }
e sostituendo nella precedente equazione si giunge a:
0
=
d
S
′
d
ε
(
0
)
=
L
[
q
(
t
2
)
,
q
˙
(
t
2
)
,
t
2
]
τ
−
L
[
q
(
t
1
)
,
q
˙
(
t
1
)
,
t
1
]
τ
−
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
˙
(
t
2
)
τ
+
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
˙
(
t
1
)
τ
+
∫
t
1
t
2
∂
L
∂
q
∂
ϕ
∂
ε
+
∂
L
∂
q
˙
∂
2
ϕ
∂
ε
∂
q
q
˙
d
t
{\displaystyle {\begin{aligned}0&={\frac {d{\mathcal {S}}'}{d\varepsilon }}(0)={\mathcal {L}}[\mathbf {q} (t_{2}),{\dot {\mathbf {q} }}(t_{2}),t_{2}]\tau -{\mathcal {L}}[\mathbf {q} (t_{1}),{\dot {\mathbf {q} }}(t_{1}),t_{1}]\tau -{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}(t_{2})\tau +{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}(t_{1})\tau \\[6pt]&+\int _{t_{1}}^{t_{2}}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \mathbf {q} }}{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial ^{2}\phi }{\partial \varepsilon \partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}\,\mathrm {d} t\end{aligned}}}
Utilizzando quindi nuovamente l'equazione di Eulero–Lagrange:
d
d
t
(
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
ε
)
=
(
d
d
t
∂
L
∂
q
˙
)
∂
ϕ
∂
ε
+
∂
L
∂
q
˙
∂
2
ϕ
∂
ε
∂
q
q
˙
=
∂
L
∂
q
∂
ϕ
∂
ε
+
∂
L
∂
q
˙
∂
2
ϕ
∂
ε
∂
q
q
˙
{\displaystyle {\frac {d}{dt}}\left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}\right)=\left({\frac {d}{dt}}{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}\right){\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial ^{2}\phi }{\partial \varepsilon \partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}={\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \mathbf {q} }}{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}+{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial ^{2}\phi }{\partial \varepsilon \partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}}
e inserendo nella precedente relazione si può scrivere:
0
=
L
[
q
(
t
2
)
,
q
˙
(
t
2
)
,
t
2
]
τ
−
L
[
q
(
t
1
)
,
q
˙
(
t
1
)
,
t
1
]
τ
−
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
˙
(
t
2
)
τ
+
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
˙
(
t
1
)
τ
+
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
ε
(
t
2
)
−
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
ε
(
t
1
)
{\displaystyle 0={\mathcal {L}}[\mathbf {q} (t_{2}),{\dot {\mathbf {q} }}(t_{2}),t_{2}]\tau -{\mathcal {L}}[\mathbf {q} (t_{1}),{\dot {\mathbf {q} }}(t_{1}),t_{1}]\tau -{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}(t_{2})\tau +{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}(t_{1})\tau +{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}(t_{2})-{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}(t_{1})}
da cui si evince che la quantità:
(
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
q
q
˙
−
L
)
τ
−
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
ε
{\displaystyle \left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}{\dot {\mathbf {q} }}-{\mathcal {L}}\right)\tau -{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}}
è una costante del moto, ovvero è una quantità conservata.
Dato che
ϕ
[
q
,
0
]
=
q
{\displaystyle \phi [\mathbf {q} ,0]=\mathbf {q} }
si ha:
∂
ϕ
∂
q
=
1
{\displaystyle {\frac {\partial \phi }{\partial \mathbf {q} }}=1}
e la quantità conservata si semplifica assumendo la forma:
(
∂
L
∂
q
˙
q
˙
−
L
)
τ
−
∂
L
∂
q
˙
∂
ϕ
∂
ε
{\displaystyle \left({\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\dot {\mathbf {q} }}-{\mathcal {L}}\right)\tau -{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial {\dot {\mathbf {q} }}}}{\frac {\partial \phi }{\partial \varepsilon }}}
Nella derivazione si è assunto che il flusso non varia nel tempo, e un risultato più generale si ottiene in un modo equivalente.
Si consideri una varietà liscia
M
{\displaystyle M}
e una varietà bersaglio
T
{\displaystyle T}
. Sia
C
{\displaystyle {\mathcal {C}}}
lo spazio delle configurazioni delle funzioni lisce da
M
{\displaystyle M}
a
T
{\displaystyle T}
. In modo più generale si possono considerare sezioni del fibrato lungo
M
{\displaystyle M}
. In meccanica classica , ad esempio,
M
{\displaystyle M}
è la varietà monodimensionale
R
{\displaystyle \mathbb {R} }
che rappresenta il tempo, e lo spazio bersaglio è lo spazio delle fasi , il fibrato cotangente dello spazio delle posizioni generalizzate .
L'azione è un funzionale del tipo:
S
:
C
→
R
{\displaystyle {\mathcal {S}}:{\mathcal {C}}\rightarrow \mathbb {R} }
che mappa su
R
{\displaystyle \mathbb {R} }
(e non su
C
{\displaystyle \mathbb {C} }
per ragioni fisiche). Affinché l'azione sia locale è necessario imporre ulteriori restrizioni sul funzionale: se
ϕ
∈
C
{\displaystyle \phi \in {\mathcal {C}}}
si assume che
S
(
ϕ
)
{\displaystyle S(\phi )}
sia l'integrale su
M
{\displaystyle M}
della lagrangiana
L
(
ϕ
,
∂
ϕ
,
∂
∂
ϕ
,
.
.
.
,
x
)
{\displaystyle {\mathcal {\mathcal {L}}}(\phi ,\partial \phi ,\partial \partial \phi ,...,x)}
, che è funzione di
ϕ
{\displaystyle \phi }
, delle sue derivate e della posizione. Esplicitamente, l'azione è definita nel seguente modo:
S
[
ϕ
]
≡
∫
M
L
(
ϕ
(
x
)
,
∂
ϕ
(
x
)
,
∂
∂
ϕ
(
x
)
,
.
.
.
,
x
)
d
n
x
∀
ϕ
∈
C
{\displaystyle {\mathcal {S}}[\phi ]\equiv \int _{M}{\mathcal {\mathcal {L}}}(\phi (x),\partial \phi (x),\partial \partial \phi (x),...,x)d^{n}x\qquad \forall \phi \in {\mathcal {C}}}
La maggior parte delle volte si assume che la lagrangiana dipenda soltanto dal valore del campo e dalla sua derivata prima, sebbene questo non sia vero in generale.
Se
M
{\displaystyle M}
è compatto , le condizioni al contorno si ottengono specificando i valori di
ϕ
{\displaystyle \phi }
sulla frontiera . In caso contrario si possono fornire opportuni limiti per
ϕ
{\displaystyle \phi }
quando
x
{\displaystyle x}
tende all'infinito . Questo rende possibile ottenere l'insieme delle funzioni
ϕ
{\displaystyle \phi }
tali che tutte le derivate funzionali di
S
{\displaystyle S}
su
ϕ
{\displaystyle \phi }
sono nulle e
ϕ
{\displaystyle \phi }
soddisfa le condizioni al contorno date. Tale insieme è determinato, considerando le condizioni al contorno, dalle soluzioni on shell delle equazioni di Eulero-Lagrange:
δ
S
δ
φ
=
−
∂
μ
(
∂
L
∂
(
∂
μ
ϕ
)
)
+
∂
L
∂
ϕ
=
0
{\displaystyle {\frac {\delta {\mathcal {S}}}{\delta \varphi }}=-\partial _{\mu }\left({\frac {\partial {\mathcal {\mathcal {L}}}}{\partial (\partial _{\mu }\phi )}}\right)+{\frac {\partial {\mathcal {\mathcal {L}}}}{\partial \phi }}=0}
Il membro sinistro è la derivata funzionale dell'azione rispetto a
ϕ
{\displaystyle \phi }
. In meccanica classica la lagrangiana è data dalla differenza tra l'energia cinetica
T
{\displaystyle T}
e l'energia potenziale
U
{\displaystyle U}
.
Si consideri una trasformazione infinitesima su
C
{\displaystyle {\mathcal {C}}}
generata da un funzionale
Q
{\displaystyle Q}
tale che:
Q
[
∫
N
L
d
n
x
]
≈
∫
∂
N
f
μ
[
ϕ
(
x
)
,
∂
ϕ
,
∂
∂
ϕ
,
…
]
d
s
μ
{\displaystyle Q\left[\int _{N}{\mathcal {\mathcal {L}}}\,\mathrm {d} ^{n}x\right]\approx \int _{\partial N}f^{\mu }[\phi (x),\partial \phi ,\partial \partial \phi ,\ldots ]\mathrm {d} s_{\mu }}
per ogni sottovarietà
N
{\displaystyle N}
. In modo equivalente:
Q
[
L
(
x
)
]
≈
∂
μ
f
μ
(
x
)
∀
x
{\displaystyle Q[{\mathcal {\mathcal {L}}}(x)]\approx \partial _{\mu }f^{\mu }(x)\quad \forall x}
dove:
L
(
x
)
=
L
[
ϕ
(
x
)
,
∂
μ
ϕ
(
x
)
,
x
]
{\displaystyle {\mathcal {\mathcal {L}}}(x)={\mathcal {\mathcal {L}}}[\phi (x),\partial _{\mu }\phi (x),x]}
Se questo vale on shell e off shell allora
Q
{\displaystyle Q}
genera una simmetria off shell . Se invece vale solo on shell, allora
Q
{\displaystyle Q}
genera una simmetria on shell . Il funzionale
Q
{\displaystyle Q}
è un generatore un gruppo di simmetria di Lie a un parametro.
Per il teorema di Eulero–Lagrange per ogni
N
{\displaystyle N}
si ha, on shell:
Q
[
∫
N
L
d
n
x
]
=
∫
N
[
∂
L
∂
ϕ
−
∂
μ
∂
L
∂
(
∂
μ
ϕ
)
]
Q
[
ϕ
]
d
n
x
+
∫
∂
N
∂
L
∂
(
∂
μ
ϕ
)
Q
[
ϕ
]
d
s
μ
≈
∫
∂
N
f
μ
d
s
μ
{\displaystyle Q\left[\int _{N}{\mathcal {\mathcal {L}}}\,\mathrm {d} ^{n}x\right]=\int _{N}\left[{\frac {\partial {\mathcal {\mathcal {L}}}}{\partial \phi }}-\partial _{\mu }{\frac {\partial {\mathcal {\mathcal {L}}}}{\partial (\partial _{\mu }\phi )}}\right]Q[\phi ]\,\mathrm {d} ^{n}x+\int _{\partial N}{\frac {\partial {\mathcal {\mathcal {L}}}}{\partial (\partial _{\mu }\phi )}}Q[\phi ]\,\mathrm {d} s_{\mu }\approx \int _{\partial N}f^{\mu }\,\mathrm {d} s_{\mu }}
Dato che questo vale per ogni
N
{\displaystyle N}
vale la relazione:
∂
μ
[
∂
L
∂
(
∂
μ
ϕ
)
Q
[
ϕ
]
−
f
μ
]
≈
0
{\displaystyle \partial _{\mu }\left[{\frac {\partial {\mathcal {\mathcal {L}}}}{\partial (\partial _{\mu }\phi )}}Q[\phi ]-f^{\mu }\right]\approx 0}
che è l'equazione di continuità per la corrente di Noether
J
μ
{\displaystyle J^{\mu }}
associata alla simmetria, definita da:[ 6]
J
μ
=
∂
L
∂
(
∂
μ
ϕ
)
Q
[
ϕ
]
−
f
μ
{\displaystyle J^{\mu }\,=\,{\frac {\partial {\mathcal {\mathcal {L}}}}{\partial (\partial _{\mu }\phi )}}Q[\phi ]-f^{\mu }}
Se si integra la corrente di Noether su una sezione di tipo tempo si ottiene una quantità conservata detta carica di Noether .
Nel formalismo della seconda quantizzazione è possibile scrivere il teorema di Noether come relazione tra funzioni di correlazione . Siano
O
1
.
.
.
O
n
{\displaystyle O_{1}...O_{n}}
n operatori generici. La funzione di correlazione è per definizione:
<
O
1
.
.
.
O
n
>=
1
Z
∫
D
ϕ
e
−
S
O
1
.
.
.
O
n
{\displaystyle <O_{1}...O_{n}>={\frac {1}{\mathcal {Z}}}\int D\phi e^{-{\mathcal {S}}}O_{1}...O_{n}}
con
S
{\displaystyle {\mathcal {S}}}
azione,
Z
{\displaystyle {\mathcal {Z}}}
funzione di partizione e
D
ϕ
{\displaystyle D\phi }
la misura su tutti i campi fondamentali presenti nell'azione. Considero una generica trasformazione nei campi fondamentali
ϕ
⟶
ϕ
′
{\displaystyle \phi \longrightarrow \phi '}
tale che
S
(
ϕ
)
=
S
′
(
ϕ
′
)
+
δ
S
(
ϕ
′
)
{\displaystyle {\mathcal {S}}(\phi )={\mathcal {S}}'(\phi ')+\delta {\mathcal {S}}(\phi ')}
O
i
(
ϕ
)
=
O
i
′
(
ϕ
′
)
+
δ
O
i
(
ϕ
′
)
{\displaystyle O_{i}(\phi )=O'_{i}(\phi ')+\delta O_{i}(\phi ')}
Sarà quindi valida la seguente relazione:
∫
D
ϕ
e
−
S
(
ϕ
)
O
1
.
.
.
O
n
=
∫
D
ϕ
′
e
−
S
′
(
ϕ
′
)
−
δ
S
(
ϕ
′
)
(
O
1
+
δ
O
1
)
.
.
.
(
O
n
+
δ
O
n
)
{\displaystyle \int D\phi e^{-{\mathcal {S}}(\phi )}O_{1}...O_{n}=\int D\phi 'e^{-{\mathcal {S}}'(\phi ')-\delta {\mathcal {S}}(\phi ')}(O_{1}+\delta O_{1})...(O_{n}+\delta O_{n})}
Espandendo al primo ordine
e
−
δ
S
(
ϕ
′
)
≈
1
−
δ
S
(
ϕ
′
)
{\displaystyle e^{-\delta {\mathcal {S}}(\phi ')}\approx 1-\delta {\mathcal {S}}(\phi ')}
. Nella relazione precedente i termini di ordine 0 si elidono, al primo ordine è quindi verificata la seguente relazione:
∫
D
ϕ
e
−
S
(
ϕ
)
δ
S
(
ϕ
)
O
1
.
.
.
O
n
=
∫
D
ϕ
e
−
S
(
ϕ
)
∑
i
=
1
n
O
1
.
.
.
δ
O
i
.
.
.
O
n
{\displaystyle \int D\phi e^{-{\mathcal {S}}(\phi )}\delta {\mathcal {S}}(\phi )O_{1}...O_{n}=\int D\phi e^{-{\mathcal {S}}(\phi )}\sum _{i=1}^{n}O_{1}...\delta O_{i}...O_{n}}
in cui la sommatoria nel termine di destra indica la somma su tutti i possibili prodotti degli operatori in cui compare una volta sola un
δ
O
{\displaystyle \delta O}
. Nel caso di un solo operatore si ha:
<
δ
S
O
>=<
δ
O
>
(
1
)
{\displaystyle <\delta {\mathcal {S}}\ O>=<\delta O>\qquad \qquad \qquad \qquad \qquad (1)}
Considero ora una trasformazione che soddisfi le ipotesi del teorema di Noether (simmetria continua dell'azione) che posso quindi scrivere come:
ϕ
′
=
ϕ
+
i
ϵ
χ
{\displaystyle \phi '=\phi +i\epsilon \chi }
con
ϵ
{\displaystyle \epsilon }
parametro globale piccolo e
χ
{\displaystyle \chi }
generica funzione dei campi fondamentali e delle
x
{\displaystyle x}
. Localizzo
ϵ
{\displaystyle \epsilon }
, rompendo la simmetria dell'azione altrimenti valida, ed espando in serie al primo ordine. La differenza nell'azione è quindi scrivibile come la somma di due termini, uno proporzionale a
ϵ
{\displaystyle \epsilon }
che sarà nullo poiché l'azione è invariante per la trasformazione globale ed uno proporzionale a
∂
μ
ϵ
(
x
)
{\displaystyle \partial _{\mu }\epsilon (x)}
che scrivo come:
δ
S
=
∫
d
4
x
∂
L
∂
ϕ
δ
ϕ
=
i
∫
d
4
x
J
μ
(
x
)
∂
μ
ϵ
(
x
)
=
−
i
∫
d
4
x
ϵ
(
x
)
∂
μ
J
μ
(
x
)
{\displaystyle \delta {\mathcal {S}}=\int d^{4}x{\frac {\partial {\mathcal {L}}}{\partial \phi }}\delta \phi =i\int {\mathcal {d}}^{4}xJ_{\mu }(x)\partial _{\mu }\epsilon (x)=-i\int d^{4}x\epsilon (x)\partial _{\mu }J_{\mu }(x)}
per l'ultimo passaggio si è integrato per parti. Analogamente si vede che
δ
O
=
i
∫
d
4
x
ϵ
(
x
)
δ
O
δ
ϕ
(
x
)
χ
(
x
)
{\displaystyle \delta O=i\int d^{4}x\epsilon (x){\frac {\delta O}{\delta \phi (x)}}\chi (x)}
Da
(
1
)
{\displaystyle (1)}
segue che:
∫
d
4
z
ϵ
(
z
)
<
∂
μ
J
μ
(
z
)
O
(
y
)
>=
∫
d
4
z
ϵ
(
z
)
<
δ
O
(
y
)
δ
ϕ
(
z
)
χ
(
z
)
>
{\displaystyle \int d^{4}z\epsilon (z)<\partial _{\mu }J_{\mu }(z)O(y)>=\int d^{4}z\epsilon (z)<{\frac {\delta O(y)}{\delta \phi (z)}}\chi (z)>}
Localizzo
ϵ
(
z
)
{\displaystyle \epsilon (z)}
imponendo la condizione
ϵ
(
z
)
=
ϵ
δ
(
x
−
z
)
{\displaystyle \epsilon (z)=\epsilon \delta (x-z)}
. Dalla definizione della delta di Dirac :
<
∂
μ
J
μ
(
x
)
O
(
y
)
>=<
δ
O
(
y
)
δ
ϕ
(
x
)
χ
(
x
)
>
{\displaystyle <\partial _{\mu }J_{\mu }(x)O(y)>=<{\frac {\delta O(y)}{\delta \phi (x)}}\chi (x)>}
Questa condizione estende il risultato del teorema di Noether rendendolo valido anche a livello quantistico. Nel caso
O
(
y
)
{\displaystyle O(y)}
si una stringa di operatori locali definiti lontani da x si ottiene
<
∂
μ
J
μ
(
x
)
O
(
y
)
>=
0
x
≠
y
{\displaystyle <\partial _{\mu }J_{\mu }(x)O(y)>=0\qquad x\neq y}
che rappresenta l'analogo della conservazione della corrente in teoria dei campi classica.
Integrando sul volume
∫
d
3
x
<
∂
μ
J
μ
(
x
)
O
(
y
)
>=
∫
d
3
x
<
∂
0
J
0
(
x
)
O
(
y
)
>
+
∫
d
3
x
<
∇
⋅
J
(
x
)
O
(
y
)
>=
0
{\displaystyle \int d^{3}x<\partial _{\mu }J_{\mu }(x)O(y)>=\int d^{3}x<\partial _{0}J_{0}(x)O(y)>+\int d^{3}x<\nabla \cdot {\mathbf {J}}(x)O(y)>=0}
Per il teorema della divergenza in una teoria di campo a volume infinito il secondo termine è nullo. Sia
J
0
¯
(
x
0
)
≡
∫
d
3
x
J
0
(
x
)
{\displaystyle {\bar {J_{0}}}(x_{0})\equiv \int d^{3}xJ_{0}(x)}
Si è quindi dimostrato che
<
∂
0
J
¯
0
(
x
0
)
O
(
y
)
>=
0
{\displaystyle <\partial _{0}{\bar {J}}_{0}(x_{0})O(y)>=0}
J
¯
0
(
x
0
)
{\displaystyle {\bar {J}}_{0}(x_{0})}
è quindi una carica conservata.
Supponiamo di trattare un sistema bidimensionale, e di considerare una trasformazione di coordinate
x
→
=
(
x
,
y
)
→
f
→
{\displaystyle {\vec {x}}=(x,y)\rightarrow {\vec {f}}}
così definita:
f
1
=
x
+
s
f
2
=
y
{\displaystyle f_{1}=x+s\qquad f_{2}=y}
Secondo il teorema, si ha che:
∂
f
1
∂
s
=
1
∂
f
2
∂
s
=
0
{\displaystyle {\frac {\partial f_{1}}{\partial s}}=1\qquad {\frac {\partial f_{2}}{\partial s}}=0}
Quindi, automaticamente si conserverà la quantità:
p
1
=
∑
i
=
1
n
∂
f
i
∂
s
(
t
,
0
)
p
i
=
c
o
s
t
a
n
t
e
{\displaystyle p_{1}=\sum _{i=1}^{n}{\frac {\partial f_{i}}{\partial s}}(t,0)\,p_{i}=\mathrm {costante} }
Questo significa che per un sistema che ha un'invarianza per traslazioni nella direzione
x
{\displaystyle x}
, si conserverà il momento lineare (quantità di moto) in quella direzione.
^ Yvette Kosmann-Schwarzbach - The Noether Theorems
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