Testone (famiglia)
I Testone o de' Testoni, oggi Testoni Blasco[1], sono una famiglia abruzzese di antica nobiltà, che ricoprì un ruolo di rilievo all'Aquila dal XVI secolo. Dal XVII secolo in poi, trapiantata in Sicilia, fu molto influente a Sciacca. È stata più volte ricevuta nel Sovrano Militare Ordine di Malta per gradi di nobiltà[2].
In Aquila
modificaIl cognome originario della famiglia, le cui prime tracce risalgono, documentatamente, alla seconda metà del secolo XV, fu Rasuro, ma venne presto sostituito dal soprannome Testone – cognome col quale sarà conosciuta – dal nome della moneta, il testone appunto, coniata da alcuni Stati italiani nella prima metà del XV secolo, in considerazione delle cospicue ricchezze accumulate dalla famiglia[3] con il commercio e l'intermediazione dello zafferano[4], attività che li vedrà impegnati, sulle piazze di Aquila e Lanciano, per diverse decine di migliaia di ducati[5]. Il testone, rispetto al ducato, recava impressa la testa del sovrano di maggiori dimensioni, di profilo, egualmente raffigurata nello stemma della famiglia, posto nella cappella gentilizia intitolata a San Giuseppe che si trova nella navata sinistra della basilica di San Bernardino[6].
Il primo della famiglia di cui si ha notizia è Geronimo, la cui data di nascita va collocata intorno al 1475. Costui, padre di Giovanni Battista, appare tra i proprietari fondiari della città dell'Aquila del 1500. Trattasi dell'atto 17 marzo 1568 in notar Giuseppe Margico da Aquila, in relazione ad una grande casa padronale con giardino, di cui si conserva evidenza nella mappa catastale dell'Aquila[7] e che corrisponde all'odierna area compresa fra corso Vittorio Emanuele, via Cavalieri di Malta, piazza della Commenda, via Poggio Picenze e via Giuseppe Verdi.
Con i fratelli Giovan Vincenzo Testone e Giovan Francesco Testone, Consiglieri del Reggimento della Città di Aquila, figli di Giovanni Battista, nel 1589 la famiglia figura nell'elenco dei garanti presentati dal banchiere fiorentino Andrea Ardinghelli all'Autorità Vice-regia: questi, tra i cinque proprietari del paese di Tione degli Abruzzi[8], garantirono, più di ogni altro, per 4.000 ducati, il pagamento dei debiti della Città[9].
La famiglia fu protagonista, con i fratelli Alessandro, Diego, eletto nel 1642 rappresentante dei nobili della Città per il quarto di San Giorgio[10], Michelangelo, incaricato del Regio Fisco, Loreto, Giuliano e Giacinto Testone, Consigliere del Reggimento della Città di Aquila – tutti figli di Giovan Vincenzo – della più cruenta guerra civile che funestò l'Aquila nel 1600: nel conflitto aderirono alla fazione dei Bonanni, famiglia della quale i Testone furono i principali alleati, in aperto contrasto con le casate Pica e Alferi[11].
La contesa terminò con la pace, siglata nel 1626, che impose la vendita della terra di Ocre da parte di Alessandro Pica ad Andrea Bonanni, che ne divenne barone[12][13]. Poco tempo trascorse che gli animi si riaccesero tra le opposte fazioni e, negli scontri che ne seguirono, perse la vita il maggiore dei fratelli Testone, Alessandro[14].
La famiglia godette del diritto di sepoltura nella Basilica di San Bernardino, in Aquila, con relativa cappella gentilizia[15], dedicata a San Giuseppe: fatta erigere da Giuliano Testone nel 1662, questa è ricca di particolari architettonici[16] tra cui lo stemma famigliare applicato sui due lati dell'altare[6].
In Sciacca
modificaLe prime notizie della famiglia in Sicilia risalgono al 23 ottobre 1685, data del testamento[17] dell'abate Michele Blasco [18], il quale dispose di voler essere seppellito all'interno della chiesa del convento San Francesco "et in cappella D. Testoni" che la famiglia, prima di allora assolutamente sconosciuta a Sciacca, aveva fatto realizzare in vista del suo arrivo in Sicilia.
Con il matrimonio tra Don Ignatium Testone Civitatis Aquila in Regno Neapolis filium legittimum et naturalem quondam Don Hiacynthi et Donna Aleonora Testone etiam olim iugalium ditte Civitatis Aquila e Maria Sitajolo[19] e Perollo, celebrato in Sciacca il 16 marzo 1694[20], la famiglia si trasferisce definitivamente in questa città[21].
Dal matrimonio tra la ricca e unigenita Maria Sitajolo e Perollo[22] e il gentiluomo Ignazio Testone[23], nacque, tra gli altri, il pittore Gaspare Testone[24][25], primo maestro di Mariano Rossi, illustrato nei resoconti dei loro rispettivi viaggi in Sicilia da Jean-Pierre Houël[26], da Johann Hermann von Riedesel[27] e da Henry Swinburne[28].
Don Michele Testone e Sitajolo andò sposo all'ultima rappresentante della famiglia Blasco di Sciacca, che intervenne al Consiglio della Città nel Caso di Sciacca[29] ed al cui ramo appartengono Antonio Maria, Castellano del Regio Castello di Sciacca nel 1411, Aghesio vice ammiraglio della Gran Corte nel 1528, ed l'abate Michele. In virtù del citato matrimonio celebrato in Sciacca, addì 16 agosto 1745, i Testoni hanno ereditato sia il patronato della Chiesa di San Cataldo, sia l'avello gentilizio nella Chiesa di San Francesco, e dopo antico uso ne hanno aggiunto il cognome e l'arma[30].
Con l'atto del notaio Nicolò Lombardo del 7 gennaio 1769, Don Ignazio Testone e Perollo[31] fu successore per diritto di primogenitura in due fedecomessi: l’uno disposto da Donna Eleonora Perollo dei baroni dello Carabo (oggi Carboj), con testamento notaio Nicolò Randazzo del 15 marzo 1451, e l’altro disposto da Gaspare Perollo, barone di Culla, con testamento notaio Benedetto Baccimeo del 20 settembre 1515.
Nel 1808-1809 Don Ignazio Testone e Blasco fu Senatore della Città di Sciacca [32] e fu sposo di Paola Genova e Arone dei baroni di Cutumino[33]. Da questa unione nacque Michele, il quale ebbe a coniuge Giovanna Battista Imbornone e Tagliavia. Da quest'altra unione nacque Ignazio, che sposò Teresa Ficani dei baroni di Muxarello e Minavento[34]. Da questa terza unione nacque Ferdinando, marito di Maria Abisso, figlia dell’avvocato Onofrio (Onorio) e sorella dell’avvocato Angelo Abisso, magistrato e Senatore del Regno d’Italia.
Arma
modificastemma partito: nel 1° d'azzuzzo, alla testa umana di camagione, crinita di nero, sostenuta dalla gemella d'oro abbassata e posta in fascia (Testone); nel 2° d'azzurro, alla celata chiusa d'oro, graticolata di quattro pezzi, posta in terza e orata da una piuma d'argento (Blasco di Sciacca).
Motto
modificaPacta Servanda Semper
Note
modifica- ^ Famiglie nobili napolitane, su www.famiglienobilinapolitane.it. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ Libro d'Oro della Nobiltà Italiana - Collegio Araldico Roma.
- ^ Colapietra, 1978, pp. 719, 722, 745, 746, 826, 1129, 1130, 1141, 1142.
- ^ Giuseppe Mussoni, Il commercio dello zafferano all'Aquila nel '500/700 e gli statuti che lo regolavano, in Boll. di Storia Patria Abruzz., A. XVIII Serie 2, L'Aquila, Adelmo Polla Editore, 1998 [1906], pp. 54,55.
- ^ Lettera della Regia Camera della sommaria al Magistrato aquilano relativa a lamentele esposte da Giovan Francesco Testone circa il sequestro, da parte dei revisori, di una partita di zafferano sospetto. U9/2, cc. 99r-100, Archivio Civico Aquilano
- ^ a b Maurizio D'Antonio e Michele Maccherini, La Basilica di San Bernardino all'Aquila: e i suoi tesori d'arte, Carsa Edizioni, 2020, p. 61, ISBN 978-88-501-0396-6. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ Colapietra, 1978, foglio IV - S. Maria Paganica Seicento
- ^ Raffaele Colapietra, L’incidenza della proprietà fondiaria nella ricchezza degli aquilani nel secondo Cinquecento, in Rivista di Storia dell’Agricoltura, XIII, II, Firenze, 1973, p. 29.
- ^ Libro delle Riformagioni del 28.6.1589, U 10, Archivio Civico Aquilano
- ^ Libro delle Riformagioni, 27.12.1642, Archivio di Stato dell'Aquila
- ^ Claudio Crispomonti, Historia dell'origine et fondazione della città dell'Aquila, su Visore - Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, vol.2, 54r-55v. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ ASAq, Notarile, b.437, Carlantonio Pandolfi, Corcordia et pace tra gli Bonanni, et tutti di casa Pica, ed alcuni altri, cc. 197r-208v.
- ^ Silvia Mantini-Stefano Boero: Un crocevia di culture tra ebrei, nobili e religiosi, Il Palazzo Cipolloni-Cannella (L'Aquila, secc.XV-XXI), Itinerari di ricerca storica, a.XXXV - 2021, numero 2 (nuova serie)
- ^ Antinori A.L.: Annali degli Abruzzi, vol.XXII, parte I, p.206-210 e 292, Arnaldo Forni Editore, 1972. https://bibtom.disim.univaq.it/Book/P_ReadBooks#!
- ^ Colapietra, 1978
- ^ Colapietra R.: Gli aquilani d'antico regime davanti alla morte 1535 - 1780, p.144, Roma 1986 Edizioni di storia e letteratura
- ^ Atti Notaio Baccimeo Ignazio, anno 1685-86, vol.n.2805, Sezione Archivio di Stato - Sciacca
- ^ Luigi Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, Palermo, Novecento Editrice, 1993.
- ^ A. Mango di Casalgerardo, NOBILIARIO DI SICILIA: da Sirchia a Sortino, su Biblioteca regionale di Palermo. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ Atti Notaio Baccimeo Ignazio, anno 1693-94, vol.n.2827, Sezione Archivio di Stato - Sciacca
- ^ Ciaccio, p. 321
- ^ Ciaccio, p.272.
- ^ Vincenzo Farina, (1867). Biografie di uomini illustri nati in Sciacca Tipogarfia Guttemberg. pp. 292–297.https://books.google.it/books/about/Biografie_di_uomini_illustri_nati_in_Sci.html?id=7g4oCnlcyQsC&redir_esc=y
- ^ Citti Siracusano, La Pittura del Settecento in Sicilia, Editore Monte dei Paschi di Siena (1986) https://www.google.it/books/edition/Per_Citti_Siracusano/bcuhMQEACAAJ?hl=it
- ^ Luigi Sarullo, Pittura, Vol.II, Novecento Editrice - Palermo, 1993
- ^ Jean-Pierre Houël: Voyage Pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari, Parigi, 1782, p.35, Tomo I, Biblioteca Paolo Orsi, Siracusa
- ^ Von Riedesel J.H.: Viaggio in Sicilia, Palermo 1821, p.19
- ^ Swinburne H.: Viaggio nelle Due Sicilie negli anni 1777-1780, vol.3 di Viaggi e viaggiatori in Sicilia, Agorà, 2000, a cura di Maria Grazia Nicolosi
- ^ Savasta F.:Il famoso Caso di Sciacca, Palermo, 1726, p.31; per lo stemma Tavola I, figura 11. https://books.google.it/books?id=ZvwbnvcIsv0C&pg=PT20&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=1#v=onepage&q&f=false
- ^ Ciaccio, pp.187-188.
- ^ A. Mango di Casalgerardo, NOBILIARIO DI SICILIA: da Peri a Perrelli, su Biblioteca regionale di Palermo. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ Libro Verde, conservato presso la Biblioteca Comunale di Sciacca, carta 345
- ^ A. Mango di Casalgerardo, NOBILIARIO DI SICILIA: da Gelfo a Geremia, su Biblioteca regionale di Palermo. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ A. Mango di Casalgerardo, NOBILIARIO DI SICILIA: da Ferla a Ficaroa, su Biblioteca regionale di Palermo. URL consultato il 7 gennaio 2025.
Bibliografia
modifica- Mario Ciaccio, Sciacca. Notizie storiche e documenti, I, Sciacca, Edizioni Storiche Saccensi, 1988, ISBN 978-0001274327.
- Raffaele Colapietra, L'Aquila dell'Antinori, Strutture Sociali ed Urbane della Città nel sei e settecento, collana Antinoriana II, vol.I - Il Seicento, L'Aquila, 1978.