L'uomo che vendette la sua pelle
L'uomo che vendette la sua pelle (The Man Who Sold His Skin) è un film del 2020 scritto e diretto da Kaouther Ben Hania.
L'uomo che vendette la sua pelle | |
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Una scena del film | |
Titolo originale | The Man Who Sold His Skin |
Lingua originale | arabo, inglese, francese |
Paese di produzione | Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia, Turchia, Cipro |
Anno | 2020 |
Durata | 104 min |
Rapporto | 2,39:1 |
Genere | drammatico, commedia |
Regia | Kaouther Ben Hania |
Sceneggiatura | Kaouther Ben Hania |
Produttore | Habib Attia, Nadim Cheikhrouha, Martin Hampel, Thanassis Karathanos, Annabella Nezri, Andreas Rocksén |
Casa di produzione | Cinétéléfilms, Tanit Films, Twenty Twenty Vision, Kwassa Films, Laika Film & Television, Metafora Media Production, Sunnyland Film, Film ï Vast, VOO & BeTV, Istiqlal Films |
Distribuzione in italiano | Wanted Cinema |
Fotografia | Christopher Aoun |
Montaggio | Marie-Hélène Dozo |
Musiche | Amine Bouhafa |
Scenografia | Sophie Abdelke |
Costumi | Randa Khedher |
Trucco | Marilyne Scarselli, Florence Depestele |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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La trama è ispirata all'opera d'arte moderna Tim (2006), dell'artista belga Wim Delvoye, che ha anche un cameo nel film. È stato il primo film tunisino a ottenere una candidatura all'Oscar al miglior film internazionale.[1]
Trama
modificaNel 2011 il giovane siriano Sam Ali è costretto a fuggire dal suo paese per evitare l'arresto, reo di aver detto alla leggera alcune frasi antigovernative durante la sua proposta di matrimonio alla bella Abeer, da cui è ricambiato. Un anno dopo, Abeer viene data in sposa dalla famiglia a un uomo più ricco, con cui si trasferisce a Bruxelles, lontano dalla guerra civile che infuria nel paese.
Mentre Sam sbarca il lunario a Beirut nella vana speranza di guadagnare qualcosa che gli permetta di raggiungere l'amata, con cui è ancora in contatto, e salvarla, viene notato dall'artista euro-americano Jeffrey Godefroi, celebre per le sue controverse opere d'arte moderna. In cambio dei soldi e dei documenti necessari a immigrare legalmente in Belgio, Sam accetta la mefistofelica proposta dell'artista: farsi tatuare un Visto Schengen sulla schiena e venire esposto nei più grandi musei del mondo come sua opera d'arte vivente.
Produzione
modificaLa pellicola è una co-produzione internazionale, realizzata in 32 giorni tra la Tunisia (dove è stato ricostruito il museo che compare nel film), Marsiglia e Bruxelles, per un costo di 2,5 milioni di dollari,[1] con il supporto di Eurimages e La Région SUD, e con la partecipazione del CNC francese, di Medienboard Berlin-Brandenburg, del Ministero degli affari culturali della Tunisia, del Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, del tax shelter del governo federale belga attraverso il Belgian Films Fund, dello Svenska Filminstitutet, del Fonds image de la Francophonie e della SACEM.[2]
La trama del film è ispirata all'opera d'arte Tim: creata da Wim Delvoye nel 2006, si tratta di un uomo che, seduto su un basamento posto in un'area museale, esibisce la propria schiena su cui è stata tatuata l'immagine della Vergine Maria, circondata da un teschio e alcune decorazioni in stile messicano e giapponese.[3] L'opera è stata messa all'asta e sarà asportata ed esposta al momento del decesso di Tim Steiner, la sua tela umana.[3] Durante un'esibizione temporanea al Museo del Louvre nel 2012, la regista e sceneggiatrice Kaouther Ben Hania ha avuto modo di visitare l'opera, traendone ispirazione per il film.[1][4] Delvoye è stato coinvolto anche nelle riprese, interpretando la parte dell'assicuratore dell'ultima coppia di compratori di Sam Ali.[3]
Ben Hania ha dichiarato di aver cercato espressamente un attore siriano per il ruolo del protagonista facendo un casting online, finché la scelta non è caduta su Yahya Mahayni, ex avvocato con pochissime esperienze di recitazione.[1][5]
Distribuzione
modificaIl film è stato presentato in anteprima il 4 settembre 2020 nella sezione Orizzonti della 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.[6] È stato presentato anche ad altri festival internazionali tra il 2020 e 2021, tra cui il Tokyo International Film Festival, il Festival del cinema di Stoccolma, il Tallinn Black Nights Film Festival e l'Edinburgh Film Festival.[2] È stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Wanted a partire dal 7 ottobre 2021.[7]
Adattamento
modificaGeneralmente, il titolo è stato tradotto fedelmente nella lingua dei paesi in cui il film è stato esportato, ad esempio L'Homme qui a vendu sa peau in francese ed El hombre que vendió su piel in spagnolo. Per il pubblico arabofono, invece, è stato scelto un titolo traducibile come L'uomo che si è venduto le spalle (in arabo الرجل الذي باع ظهره?, Ar-rajul allaḏī bāʿa ẓahrihu).
Riconoscimenti
modifica- 2021 - Premio Oscar[8]
- Candidatura per il miglior film internazionale (Tunisia)
- 2020 - Festival del cinema di Stoccolma[9]
- Miglior sceneggiatura a a Kaouther Ben Hania
- In concorso per il Cavallo di bronzo al miglior film
- 2020 - Mostra internazionale d'arte cinematografica[10][11]
- Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile a Yahya Mahayni
- Premio per l'inclusione "Edipo Re"
- In concorso (Orizzonti)
- 2021 - Premio Lumière[12]
- Miglior co-produzione internazionale
- 2022 - Premio Magritte
- Candidatura a miglior film straniero in coproduzione
Note
modifica- ^ a b c d (EN) Ramin Zahed, Oscar-nominated film that examines freedom and identity is a first for Tunisia, su Los Angeles Times, 24 marzo 2021. URL consultato il 21 agosto 2021.
- ^ a b (EN) THE MAN WHO SOLD HIS SKIN, su Kwassa Films, 27 gennaio 2019. URL consultato il 21 agosto 2021.
- ^ a b c Carlo Eligio Mezzetti e Gloria Gatti, I tatuaggi, tra arte e giurisprudenza, su filodiritto.com, 22 settembre 2020. URL consultato il 22 settembre 2020.
- ^ (FR) Une peau à 150 000 euros, l’histoire vraie d’un pacte faustien entre un artiste et son cobaye, in Le Monde, 28 marzo 2021.
- ^ The Man Who Sold His Skin. Intervista a Yahya Mahayni, su SentieriSelvaggi, 15 giugno 2021. URL consultato il 21 agosto 2021.
- ^ The Man Who Sold His Skin, su labiennale.org, Biennale di Venezia. URL consultato il 21 settembre 2020.
- ^ L'uomo che vendette la sua pelle, da giovedì 7 ottobre al cinema, su MyMovies.it, 17 settembre 2021.
- ^ (EN) Mike Fleming Jr. e Patricia Hipes, Oscar Nominations: ‘Mank’ Tops List With 10 Including Best Picture; Six Other Films With Six – The Complete List, su Deadline Hollywood, 15 marzo 2021.
- ^ (EN) ‘Berlin Alexanderplatz’ wins two awards at Stockholm Film Festival, su screendaily.com, 19 novembre 2020.
- ^ (EN) Nancy Tartaglione, ‘Nomadland’ Scoops Golden Lion At Venice Film Festival – Full List Of Winnners, su Deadline Hollywood, 12 settembre 2020. URL consultato il 12 settembre 2020.
- ^ Premi collaterali della 77ª Mostra, su labiennale.org, Biennale di Venezia, 11 settembre 2020. URL consultato il 13 settembre 2020.
- ^ (FR) Raja Bessais, Le film 'L'Homme qui a vendu sa peau' et l'acteur Sami Bouajila primés aux 26e Lumières de la presse internationale, su webmanagercenter.com, 20 gennaio 2021.
Collegamenti esterni
modifica- L'uomo che vendette la sua pelle, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- L'uomo che vendette la sua pelle, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- L'uomo che vendette la sua pelle, su Movieplayer.it, NetAddiction S.r.l..
- L'uomo che vendette la sua pelle, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore.
- L'uomo che vendette la sua pelle, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- L'uomo che vendette la sua pelle, su Badtaste.
- (EN) L'uomo che vendette la sua pelle, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) L'uomo che vendette la sua pelle, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) L'uomo che vendette la sua pelle, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) L'uomo che vendette la sua pelle, su FilmAffinity.
- (EN) L'uomo che vendette la sua pelle, su Metacritic, Red Ventures.
- (EN) L'uomo che vendette la sua pelle, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (DE, EN) L'uomo che vendette la sua pelle, su filmportal.de.