Tournée dei Beatles in America nel 1964 2
La tournée dei Beatles in America nel 1964 2 è stata la continuazione del terzo tour del gruppo inglese, ovvero 1964 US Tour, svoltosi in USA e in Canada, conseguente al successo del precedente nella medesima area, conclusosi un mese prima.
Beatles | |||
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Tour dei The Beatles | |||
Album | A Hard Day's Night | ||
Inizio | Indianapolis 3 settembre 1964 | ||
Fine | New York 20 settembre 1964 | ||
Tappe | 1 | ||
Spettacoli | 12 | ||
Cronologia dei tour dei The Beatles | |||
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Si svolse nel settembre del 1964. Organizzato da Terry Melcher, fu stressante per il gruppo, e richiese un notevole sforzo logistico da parte delle autorità locali per evitare eventuali problemi causati dai fans. La tournée fu protagonista di numerosi incidenti e scatenò diverse problematiche soprattutto a causa degli isterismi degli ammiratori, nel pieno della Beatlemania.[1]
Tra il 24 dicembre 1964 e il 16 gennaio 1965 i Beatles rimasero occupati nei cosiddetti Beatles' 1964-1965 Christmas Shows a Londra, gli ultimi intrapresi da loro[2].
Problematiche
modificaFanatismo e incidenti
modificaL'isteria collettiva che accompagnava il gruppo fu oggetto dell'interesse di numerosi psicologi statunitensi, alcuni dei quali si espressero pubblicamente in favore dell'interruzione della tournée.[3][4]
Le varie tappe furono inoltre costellate da numerosi incidenti. Durante il passaggio a Montréal, Ringo Starr ricevette minacce di morte, dato che alcuni estremisti di destra pensavano avesse origini ebraiche, il ché era falso[5]. Le misure di sicurezza vennero quindi rinforzate, e successivamente Starr confessò che quella fu una delle rare volte in cui durante una tournée ebbe veramente paura. A Cleveland, una barriera cedette e la polizia fu costretta ad interrompere il concerto, mentre nella tappa di New Orleans i fan invasero il prato e si lanciarono contro la polizia per cercare di toccare un Beatle; nello stesso concerto la folla era talmente eccitata che il gruppo dovette abbandonare brevemente il palco affinché potesse ristabilirsi un po' di calma.[6]
La questione politica
modificaLe polemiche riguardanti la politica si scatenarono quando i Beatles si dichiararono contrari alla Guerra del Vietnam e alla segregazione razziale, pratica ancora in uso a quel tempo in certe zone degli USA. Al Gator Bowl di Jacksonville, l'11 settembre, la band minacciò di non suonare se il pubblico si fosse diviso per razze: quello fu così il primo concerto in Florida senza divisione etnica per il gruppo.[7][8][9]
Lo stesso Paul McCarney, nel corso delle proteste di Black Lives Matter, ha ricordato in un post apparso sul suo account ufficiale di Twitter nel 2020:
«Nel 1964 i Beatles dovevano esibirsi a Jacksonville, negli Stati Uniti, quando scoprimmo che il nostro pubblico sarebbe stato segregato. Sembrava sbagliato. Dicemmo "Non lo faremo!"[10]»
L'aumento della beatlemania
modificaLa prima conferenza stampa si svolse in un clima caotico, causato perlopiù dai giornalisti, avversi al loro stile musicale.[11]
In contrasto con il successo di pubblico ottenuto, la stampa newyorchese pubblicò articoli sarcastici su quanto affermato dalla band. Preoccupato da questa accoglienza al limite dell'offensivo, Brian Epstein fu ad un passo dall'annullare le successive due conferenze stampa programmate.[12]
Tuttavia queste critiche non impedirono alla band di avere successo: il 10 settembre 1964, la Capitol consegna al gruppo due dischi d'oro, per I Want to Hold Your Hand e Can't Buy Me Love; La Beatlemania si affermò così anche negli Stati Uniti, e la band conquistò il pubblico di New York. I Beatles, costretti a restare per tutto il tempo nelle loro stanze, dovettero anche subire l'obbligo di contattare la polizia per qualunque uscita, per questioni di sicurezza.
Programma e scaletta
modificaEcco il programma-tipo interpretato in questa tournée.
Tappe
modificaN° | Data | Città | Luogo | Spettatori |
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1 | 3 settembre 1964 | Indianapolis, Stati Uniti | Indianapolis Arena | 1 000 |
2 | 4 settembre 1964 | Milwaukee, Stati Uniti | Milwaukee Arena | 1 000 |
3 | 5 settembre 1964 | Chicago, Stati Uniti | International Amphitheatre | 19 000 |
4 | 6 settembre 1964 | Detroit, Stati Uniti | Olympia Stadium | 15 000 |
5 | 7 settembre 1964 | Toronto, Canada | Maple Leaf Gardens | 35 522 |
6 | 8 settembre 1964 | Montréal, Canada | Forum de Montréal | 21 000 |
7 | 11 settembre 1964 | Jacksonville, Stati Uniti | Gator Bowl Stadium | 23 000 |
8 | 12 settembre 1964 | Boston, Stati Uniti | Boston Garden | 13 909 |
9 | 14 settembre 1964 | Kansas City, Stati Uniti | Civic Arena | 12 603 |
10 | 15 settembre 1964 | Cleveland, Stati Uniti | Public Auditorium | 12 000 |
11 | 18 settembre 1964 | Dallas, Stati Uniti | Kayley Bay Hutchinson Convention | 12 000 |
12 | 20 settembre 1964 | New York, Stati Uniti | Paramount Theater | 12 000 |
Formazione
modifica- John Lennon - voce, chitarra
- Paul McCartney - voce, basso
- George Harrison - voce, chitarra
- Ringo Starr - voce, batteria
Staff
modifica- Brian Epstein - manager
- Terry Melcher - manager
Note
modifica- ^ Francesco Oggiano, Beatles, la storia dell’uomo che si ritrovò a cantare brani scritti per lui da Paul McCartney, su ilfattoquotidiano.it, 2 luglio 2019. URL consultato il 9 marzo 2023.
- ^ (EN) The Beatles Bible - Live: Another Beatles Christmas Show, su The Beatles Bible, 31 dicembre 1964. URL consultato il 29 ottobre 2024.
- ^ Maria Chiara Pulcini, "La fangirl isterica": la demonizzazione delle fan dalla beatlemania a oggi, su vitaminevaganti.com, 23 aprile 2022. URL consultato il 9 marzo 2023.
- ^ Francesca Brioschi, Beatlemania: la celebre mezza tonnellata di parrucche e altri fun facts, su stonemusic.it, 21 febbraio 2021. URL consultato il 9 marzo 2023.
- ^ (EN) Miss Cellania •, The Day Ringo Starr Got Death Threats -for Being Jewish, su Neatorama. URL consultato il 17 febbraio 2023.
- ^ John Wirt, City Park 1964: The Beatles invade New Orleans, su nola.com, 20 settembre 2014. URL consultato il 9 marzo 2023.
- ^ Flaviano De Luca, Chiedi chi erano i Beatles:i ragazzi del rock and roll, su ilmanifesto.it, 15 settembre 2016. URL consultato il 9 marzo 2023.
- ^ Matteo Cruccu, Paul McCartney contro il razzismo: pubblico diviso tra bianchi e neri e i Beatles si rifiutarono di suonare, su Corriere della Sera, 6 giugno 2020. URL consultato il 17 febbraio 2023.
- ^ Isabella Insolia, Beatles: quella volta che minacciarono di non suonare se i neri non si fossero seduti vicino ai bianchi, su Onda Musicale, 26 ottobre 2020. URL consultato il 17 febbraio 2023.
- ^ https://twitter.com/PaulMcCartney/status/1268988877848612870/photo/1, su Twitter. URL consultato il 17 febbraio 2023.
- ^ Laura Di Scianni, Capelloni, moda, Inghilterra e Beatles: i simboli della contestazione giovanile nell’Italia degli anni Sessanta, su storiaefuturo.eu. URL consultato il 9 marzo 2023.
- ^ I Beatles in conferenza stampa a New York, su alamy.it.
Bibliografia
modifica- (FR) The Beatles, The Beatles Anthology, a cura di Seuil, Paris, 2000, ISBN 978-2-02-041880-5, anthology.
- (FR) Hunter Davies, Les Beatles : la biographie, a cura di Le Cherche Midi, 2004, ISBN 978-2-7491-0211-5, davies.
- (FR) Brian Epstein, J'ai inventé les Beatles, a cura di Scali, Paris, 2008, ISBN 978-2-35012-253-3, epstein.
- (FR) Tim Hill, The Beatles, a cura di Place des Victoires, Paris, 2008, ISBN 978-2-84459-199-9, hill.