Tragedia dell'Alpe di Catenaia
La tragedia dell'Alpe di Catenaia si verificò il 18 luglio 1976 sull'omonimo massiccio appenninico, quando durante una commemorazione pubblica un fulmine colpì e uccise 9 persone, ferendone molte altre.
Tragedia dell'Alpe di Catenaia disastro naturale | |
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Tipo | Folgorazione di massa |
Data | 18 luglio 1976 |
Luogo | Fonte del Baregno, Alpe di Catenaia |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Arezzo |
Comune | Subbiano |
Conseguenze | |
Morti | 9 |
Feriti | decine |
Antefatti
modificaDurante la seconda guerra mondiale l'Alpe di Catenaia era stato luogo di accaniti scontri tra le truppe naziste da una parte e i partigiani e i soldati alleati dall'altra, in quanto su di essa passava la Linea Gotica, ed era quindi un caposaldo fondamentale del fronte bellico.[1][2] Gli scontri terminarono nel luglio 1944, quando l'offensiva alleata fece crollare la Linea Gotica e obbligò i tedeschi ad abbandonare la provincia di Arezzo, che venne quindi liberata il 16 luglio.[1][3][4]
Da allora il 16 luglio di ogni anno nel Casentino viene festeggiato l'anniversario della liberazione della provincia dal nazifascismo. Nel 1976 furono previste manifestazioni particolarmente imponenti, e fu predisposta una grande cerimonia da tenersi in cima all'Alpe di Catenaia, luogo simbolo della resistenza partigiana casentinese e dove è presente un cippo commemorativo postovi dall'ANPI di Arezzo nel secondo dopoguerra.[5] L'evento, all'inizio normalmente previsto per il 16 luglio, fu posticipato al successivo 18 luglio per via del maltempo, che quell'anno si stava dimostrando particolarmente intenso nella zona.[5]
L'evento
modificaSponsorizzata dal locale Partito Comunista Italiano,[3] la celebrazione più importante si tenne presso la località di Fonte del Baregno, ad alcuni chilometri dalla frazione di Falciano nel comune di Subbiano,[2] e vi parteciparono per tutta la giornata centinaia di persone provenienti da tutta la provincia di Arezzo,[1][4] per la maggior parte famiglie venute a godersi l'atmosfera fresca del luogo.[5] Il tempo continuava ad essere incerto, ma in un primo momento sembrò ristabilirsi a sufficienza da permettere di stare all'aperto.
Tuttavia, durante la manifestazione, ci fu un improvviso peggioramento delle condizioni meteorologiche, e a metà pomeriggio (all'incirca dopo le 15:00) scoppiò un violento nubifragio.[1][3][5] Molte persone, colte di sorpresa, si rifugiarono sotto gli alberi del bosco che circonda il torrente Baregno, cercando di ripararsi dalla pioggia.[1][2][5] Pochi minuti dopo, data la prossimità col fronte delle nubi temporalesche (la località si trova a circa 1200 m di altezza),[3] un fulmine si abbatté nelle vicinanze, colpendo un grande faggio sotto al quale si erano rifugiate numerose persone,[1] folgorandone decine e uccidendone nove sul colpo.[2][3][5]
A causa del contemporaneo nubifragio che rese impraticabili le strade sterrate che conducono a Fonte del Baregno e della lontananza della zona del disastro dalle strade principali, i soccorsi impiegarono molte ore per giungervi, aggravando la già difficile situazione dei feriti e dei sopravvissuti.[5] I primi a intervenire furono gli abitanti del vicino paese di Falciano e, poco dopo, i carabinieri di Subbiano.[3] Le ambulanze invece non riuscirono a giungere a Fonte del Baregno per l'impraticabilità delle strade dell'Alpe invase dal fango, e dovettero essere organizzati convogli militari d'emergenza.[3]
Vittime e ricordo del disastro
modificaTra le nove vittime ci fu anche il vicesindaco di Castiglion Fibocchi Eugenio Sacchini, mentre la più giovane era Patrizio Cincinelli, un bambino di 10 anni.[3]
Nonostante la notizia della tragedia venisse subito ripresa da importanti quotidiani come La Stampa, il Corriere della Sera e l'Unità, presto la memoria dell'evento si perse, e solo in tempi recenti le amministrazioni locali hanno ricominciato a perpetuarne il ricordo.[3] La tragedia dell'Alpe di Catenaia è il più grave disastro meteorologico che abbia interessato la provincia di Arezzo.[3] In onore delle vittime della tragedia, è stato costruito un monumento nel punto in cui si abbatté il fulmine che ricorda l'evento.[2]
Nel XXI secolo assieme alla liberazione della provincia sono commemorate anche le vittime del disastro dell'Alpe di Catenaia.[4] Nel 2024 la cerimonia in loco è stata presieduta dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.[6]
Note
modifica- ^ a b c d e f 18 luglio 1976. Festeggiano la Liberazione di Arezzo. Uccisi in 9 da un fulmine, su fascinazione.info, 18 luglio 2020.
- ^ a b c d e Catenaia e l'operazione Vandal, su apiccolipassiarezzo.com, 15 febbraio 2024.
- ^ a b c d e f g h i j Una sciagura quasi dimenticata, su arezzometeo.com, 18 luglio 2016.
- ^ a b c Subbiano ricorda la Liberazione e le nove vittime del fulmine che colpì l'alpe di Catenaia, su arezzonotizie.it, 16 luglio 2021.
- ^ a b c d e f g L’Alpe di Catenaia: una tragedia a lungo dimenticata…, su valdarno24.it, 1º settembre 2023.
- ^ Teletruria, Liberazione: il presidente Giani sull’Alpe di Catenaia, 13 luglio 2024.