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Costume tradizionale di Dorgali

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Il costume tradizionale di Dorgali, era anticamente l'indumento utilizzato dagli abitanti del paese. Attualmente viene utilizzato dai gruppi folkloristici dorgalesi in occasione della festa di Sant'antonio Abate o alla Sagra del Redentore di Nuoro. Il costume indossato dalle donne risulta molto più elaborato e ricco di varianti mentre quello maschile è abbastanza uniforme.

Costume femminile

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In base alle circostanze nel quale veniva indossato esso variava notevolmente risultando abbastanza scarno per le faccende domestiche e abidudinarie sino ad arrivare ad una grande elaborazione come per esempio per l'abito della sposa. Una caratteristica comune a tutte le tipologie è la particolare pettinatura che prevede la divisione dei capelli in quattro parti("sos cuccos") con la riga in mezzo. Vengono formate quindi quattro trecce, due anteriori e due posteriorifissate attraverso "sa perrichedda e lana", un particolare fazzoletto nero o marrone in lana.

  • su 'istire e randa
  • su costume
  • su 'istire 'e dare a intendere
  • costume femminile per le feste

Su 'istire e randa

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Su 'istire e randa era il costume antico utilizzato dalle spose. Sul capo si ha "sa carretta", ovvero una cuffietta rotonda di nastro rosso, legata sotto il mento con un nastro rosa. Sopra di esso si utilizza un velo triangolare ricamato con motivi floreali denominato "sa mantilla". L'abito comprende quindi "sa camisa di trambicche", confezionata in tre tipi che si differenziano per "su pervenimentu", nonchè la parte ricamata nel petto e nei polsi:

  • pervenimentu traforau: Costituito da sa collana, lavorata a sfilato tessendo una retina con l'ago lavorata in modo tale da ottenere disegni di fiori o s'iscarzoffa(la foglia della vite). A "sa collana" sono collegati originali ventaglietti a semiluna("sas ganzas").

Ipolsini invece hanno una lavorazione simile a "sa collana" e sono alti circa otto cm.

  • pervenimentu recramau: la tela si ricama allo stesso modo di come vengono ricamate le lenzuola: al posto de "sas ganzas" troviamo "sosbiccos", eseguiti invece a punto oro.
  • pervenimentu trappau: in questo ti po di camicia viene infilata la stoffa solo orizzontalmente lavorandola con un disegno di rombi chiamato "pervenimentu 'e limone" o "'e limone doppiu" in base alla lavorazione. Talvolta il ricamo veniva eseguito con delle greche(pervenimentu 'e greca) oppure con dei zig-zag(pervenimentu e s'arcu).

su costume

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su 'istire 'e dare a intendere

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costume femminile per le feste

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Costume maschile

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Il costume maschile non presenta varianti di elaborazione contrariamente al costume femminile. Esso comprende:

  • "sa berritta"
  • "sa camisa"
  • "s'imbustu"
  • "su zippone"
  • "sa fraca"
  • "sa chintorza"
  • "su carzones de trambicche"
  • "sas carzas"

Partendo dall'alto abbiamo il copricapoo "sa berritta" di panno nero che veniva importato dalla germania avvolto all'indietro e della lunghezza di circa un metro. La camicia o "camisa" era di tela bianca con colletto alla coreana chiuso da due bottoncini d'oro e veniva ricamata con disegni geometrici sopra "sa tenidura" come avviene per la camicia delle donne. Sopra la camicia il gilé che era chiamato anche "s'imbustu" e poteva essere di pelle per i pastori oppure di panno rivestito in raso, gli artigiani usavano invece un particolare gilè di velluto. La giacca o "su zippone" completa la parte superiore dal costume. "Su zippone" lasciava il posto a "su sereniccu" solo nel caso la sposa indossasse su 'istire e randa. Su sereniccu era un cappotto molto elegante di orbace nero chiuso davanti da bottoni d'argento. Nella parte inferiore il gonnellino o "sa fraca" sempre in orbace nero veniva tenuto con la cintura o "sa chintorza" in pelle nera e bordi rossi decorata nella parte anteriore con motivi floreali. Infine i calzoni "carzones de trambicche", molto semplici di colore bianco i quali all'estremita inferiore vengono inseriti all'interno delle ghette

Bibliografia

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  • Anna Maria Colomo,Gian Piero Speziale,"I costumi della sardegna",Nuoro, Archivio fotografico sardo, 1983
  • Grazia Deledda,"Tradizioni popolari di Nuoro", Il Maestrale, 1894
  • Il museo etnografico di nuoro, Banco di Sardegna, 1987

[[Categoria:dorgali]][[Categoria:Tradizioni della Sardegna]]