Utente:BluAvorio/Point of Order

Point of Order!
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti
Durata99 minuti
Generedocumentario
RegiaEmile de Antonio
ProduttoreEmile de Antonio e Daniel Talbot
Casa di produzionePoint Films
Distribuzione in italianoContinental Distributing
MontaggioRobert Duncan

Point of Order! è un documentario realizzato da Emile de Antonio nel 1963 ed è basato sulle udienze Army-McCarthy contro l'ex senatore del Wisconsin Joseph Raymond McCarthy nel 1954, a seguito di alcune denunce da parte dell'esercito statunitense. L'esercito accusa McCarthy e il suo consigliere Roy Cohn di aver fatto pressione per ottenere privilegi speciali per un soldato semplice G.David Schine: consigliere e amico di Roy Cohn. La risposta dell'ex senatore a tale accusa è che si trattava di un'indagine per scovare possibili infiltrati comunisti nell'esercito[1].

Le udienze contro McCarthy si svolgono dal 22 aprile al 17 giugno e vengono trasmesse in diretta sul canale Abc, in seguito conservate dalla Cbs[1].

Il film è costituito solamente da materiali d'archivio e il regista smonta spezzoni di 188 ore di registrato, per poi rimontare tutto in ordine non diacronico così da ottenere un film di circa 99 minuti, con un ingrandimento di 35 mm. De Antonio non aggiunge né una voce fuori campo, né un commento che guidino lo spettatore: le immagini sono montate seguendo il suo personale punto di vista verso la vicenda. L'obiettivo è fornire una testimonianza dello scontro politico tra la destra e la sinistra americane, questione che avrebbe portato l'insorgere della destra radicale di McCarthy e ciò che ne consegue, come ad esempio il maccartismo: atteggiamento politico repressivo, diffuso per lo più negli Stati Uniti, verso il comunismo per motivi ideologici, con reazioni psicologiche talvolta esagerate verso persone e gruppi ritenuti sovversivi[2]. A causa di questo clima politico di terrore, molti artisti e figure dello spettacolo hanno perso il lavoro. De Antonio sostiene che il modo migliore per raccontare quanto accaduto, sia farne un film, partendo da un evento unico (le udienze Army-McCarthy) e alternando gli eventi in fase di montaggio[3].

Il risultato è una sorta di collage[4], grazie al quale De Antonio mette in luce ciò che è accaduto in America tra i primi anni Cinquanta ed "elimina gli argomenti irrilevanti, rende serrato il conflitto e pungenti i rapporti, in una forma splendidamente strutturata. In questo modo Point of Order! [...] permette di rivivere questa parte di storia americana in un modo che non era possibile allora"[5]. Eppure, il lungometraggio non è esattamente una denuncia di quanto accaduto durante le udienze, ma è più una critica contro tutto l'establishment americano: tutti i presenti erano a favore della continua caccia ai comunisti[5]. L'unico "eroe" è la macchina da presa, poiché rivela attraverso le immagini le contraddizioni di tutte le parole, gesti dell'ex senatore lasciato solo in aula a farneticare[5].

Point of Order! ha conosciuto un discreto successo al momento della distribuzione da parte del pubblico, inoltre ha attirato l'attenzione da autori che lavorano nel mondo del teatro: il drammaturgo Peter Weiss segue la stessa resa drammatica del film e realizza Die Ermittlung e il drammaturgo Heiner Kipphardt raccoglie i materiali delle udienze su J. Robert Oppenheimer per creare la sua opera Sache J. Robert Oppenheimer[6].

Sinossi

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Il film utilizza i materiali selezionati dall'archivio della Cbs per mostrare lo sviluppo del processo. È composto da un prologo, la presentazione del "cast" e sette episodi.

Prologo (Prologue)

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All'inizio compare uno schermo nero e si sente una voce fuori campo (di Emile de Antonio), il quale annuncia allo spettatore quello che vedrà per i prossimi 99 minuti. In seguito compare il titolo della pellicola racchiuso in un formato televisivo usato negli anni Cinquanta e subito dopo si vede la Sala del Comitato dove si è tenuto il processo.

Il Cast (The Cast)

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In questa fase, il regista presenta "i personaggi" del documentario, mostrando un'immagine dei soggetti, sovrapposta ad una registrazione asincrona di una frase o battuta celebre che faccia capire il loro punto di vista[6]. McCarthy viene presentato come protagonista della vicenda, infatti la sua dichiarazione dura più a lungo di tutti gli altri. Egli fa riferimento ai pericoli che potrebbe causare il comunismo negli Stati Uniti, sostenendo che ci siano delle persone infiltrate nel Paese che prendono ordini da Mosca e che corrompono le menti dei giovani[7].

Gli altri componenti presentati nella pellicola sono: Robert T. Stevenson, John Adams e Joseph N. Welch, come rappresentanti dell'esercito; a rappresentare il Comitato vi sono Karl Mundt, Ray Jekins, John McClellan, Stuart Symington. Infine, insieme a McCarthy vi è il suo consigliere Roy Cohn[8].

Accusa e Controaacusa (Charge and Countercharge)

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Primo episodio del film inizia con una serie di accuse e controaccuse riguardanti la situazione privilegiata del soldato semplice David Schine. L'accusa sostiene che il giovane sia in realtà un investigatore mandato da McCarthy per scovare probabili comunisti "infiltrati nell'esercito". Quando Schine riceve l'avviso di leva l'ex senatore e Cohn fanno pressione sui funzionari dell'esercito in modo che Schine ottenga privilegi speciali: ad esempio indumenti migliori rispetto a quelli che vengono forniti normalmente ai soldati semplici[9].

De Antonio inserisce all'inizio queste vicende per fornire una linea guida allo spettatore e per dare un risvolto narrativo che vede McCarthy momentaneamente "vincitore". Infatti McCarthy riesce a respingere le accuse dell'esercito ritenendole banali[10].

I grafici dell'esercito (The Army's Charts)

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In questa sezione, McCarthy contesta alcuni grafici presentati dall'esercito, secondo i quali il sodato Schine, grazie ai suoi privilegi, avrebbe preso più giorni di ferie rispetto a quelli che vengono normalmente concessi ai soldati del suo carico[5]. McCarthy risponde all'accusa prendendo una tabella e colorando i giorni presenti fino ad arrivare alla quantità di tempo di congedo a disposizione per un soldato medio, dimostrando che Schine non è uscito dai limiti imposti dall'arma. A questo punto, il rappresentante del Comitato Karl Mundt rimprovera l'esercito per aver fornito prove non veritiere.

Sembra che McCarthy abbia la meglio, tuttavia la situazione si ribalta quando interviene uno dei rappresentanti dell'esercito, ovvero Joseph Welch per chiedere a McCarthy di un documento, compilato da Schine, in merito alla partecipazione per una missione militare. Welch gli mostra il documento ma McCarthy sostiene di non averlo mai visto e Welch ribatte che l'ha palesemente firmato lui. Già da questa contraddizione inizia il declino dell'ex senatore perché si capisce che sta mentendo e Welch viene introdotto nel film come suo antagonista; infatti da qui in poi, molte inquadrature sono centrate su di lui[11].

La foto ritagliata (The Cropped Photo)

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La quinta sezione inizia con Welch che intende affrontare la veridicità delle prove fornite dal Senatore e dai suoi collaboratori a sostegno di Schine. Welch, quindi, mostra due fotografie: la prima fornita da McCarthy e i suoi collaboratori, la quale ritrae Schine insieme a Robert T. Stevenson, mentre nella seconda foto di Welch vi è anche una terza persona ovvero il Colonello Bradley (da controllare). Welch sostiene che la fotografia autentica sia la seconda e che la prima sia stata ingrandita per far sembrare Schine da solo e non in gruppo . McCarthy esegue la sua "mozione d'ordine" per contestare Welch ma viene interrotto da Mundt. In seguito alla disputa, Roy Cohn viene interrogato sull'origine della fotografia ritagliata ma egli non dà alcuna risposta in merito e McCarthy interviene per difenderlo.

In realtà, durante le udienze del 1954, la questione della foto falsificata è avvenuta prima dei grafici dell'esercito e McCarthy non era nemmeno coinvolto sulla questione della foto, ma solo i suoi collaboratori[11]. De Antonio ha invertito questi due eventi e ha anche omesso i vari testimoni che hanno provato l'innocenza di McCarthy per far credere che sia stata colpa sua. Il motivo di tale scelta registica è anticipare il declino dell'ex Senatore, causato dalle sue menzogne e dalla sua disonestà[11].

Il Presidente Eisenhower Interviene (President Eisenhower Intervienes)

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In questo episodio l'attenzione si sposta dal caso di David Schine ad una lettera scritta dal Presidente Dwight D. Eisenhower, nella quale egli «rivendica il privilegio dell'esecutivo, il diritto di riservatezza e l'opportunità costituzionale di proteggere la separazione dei poteri»[5]. A questa dichiarazione McCarthy reagisce in malo modo arrivando quasi ad insultare il Presidente e accusando Stevenson di aver presentato una prova troppo evasiva e perde ancora più consensi[11].

Una lettera da J. Edgar Hoover (A letter from J. Edgar Hoover)

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McCarthy presenta una lettera che dice essere scritta dall'ex direttore dell'FBI J. Edgar Hoover, dove quest'ultimo avrebbe riportato i nomi dei possibili sovversivi comunisti presenti negli stabilimenti di difesa e chiede a un testimone di di leggerla ad alta voce. Tuttavia, il Comitato riceve la notizia che questa lettera non stata scritta da Hoover e iniziano una serie di interrogatori: Welch chiede a McCarthy di rivelare la fonte della lettera, ma lui si rifiuta e inizia una discussione tra i due sulla presunta falsità della lettera. Infatti, quando Stuart Symigton e John McClennan insistono affinché McCarthy indichi la fonte della lettera lui si rifiuta ancora e lancia accuse insensate contro chiunque gli dia contro.

In questo episodio a De Antonio non interessa tanto mostrare se la lettera sia vera o meno, ma preferisce concentrarsi su sul comportamento di McCarthy dimostrando che egli sta perdendo sempre più credibilità per l'accusa di aver fornito prove false[11].

Alla fine, Welch interroga Cohn chiedendogli il numero esatto dei sospetti sovversivi comunisti negli stabilimenti di difesa. Cohn risponde che sono 130 in 16 stabilimenti e Welch gli chiede i loro nomi, ma senza ottenere risposta. McCarthy interviene per difendere il suo consigliere. (FORSE QUESTA PARTE NON è IMPORTANTE)

L'Accusa (The Accusation)

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McCarthy non è in grado di spiegare la provenienza delle sue fonti e per denigrare Welch, accusa uno dei suoi giovani avvocati Fred Fischer, "di aver fatto parte [...] di un'associazione comunista: un dato in sé fondato ma il cui uso finirà per essere controproducente"[12]. Infatti Fred Fischer non è coinvolto nelle udienze e parlare del suo caso ha solo inasprito la situazione di McCarthy, tant'è che che Welch gli rivolge una domanda che sottolinea la sua crudeltà e spietatezza: "Have you left no sense of decency sir, as long last? Have you left no sense of decency?"( capire come fare la cit.). Questa domanda segnala fine di McCarthy, con la conseguente perdita di credibilità sia dai mebri del Comitato, sia da parte del pubblico in aula.

  1. ^ a b Dario Marchiori, Il simulacro del quinto potere, in Federico Rossin (a cura di), American Collage, il cinema di Emile de Antonio, Milano, Agenzia X, 2009, p. 57.
  2. ^ Maccartismo, su Enciclopedia Treccani. URL consultato il 9 gennaio 2025 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2025).
  3. ^ Tanya Neufeld, AN INTERVIEW WITH EMILE DE ANTONIO, su Artforum, vol. 11. URL consultato il 19 dicembre 2024 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2024).
  4. ^ Federico Rossin, Lessico de Antonio, in Federico Rossin (a cura di), American Collage, il cinema di Emile de Antonio, Milano, Agenzia X, 2009, pp. 33-34.
  5. ^ a b c d e POINT OF ORDER!, su Torino Film Festival. URL consultato il 10 gennaio 2025 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2024).
  6. ^ a b B. Eisenschitz e J. Narboni, Intervista con Emilde de Antonio, in Adriano Aprà (a cura di), New American Cinema. Il cinema indipendente americano degli anni Sessanta, Milano, Ubulibri, 1986, p. 225.
  7. ^ (EN) D.T. Bazelon, Background to Point of Order, in Film Comment, vol. 2, n. 1, p. 33 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2025).
  8. ^ (EN) V.Kepley Jr., The Order of "Point of Order", in Film History, vol. 13, n. 2, p. 200 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2025).
  9. ^ (EN) V.Kepley Jr., The Order of "Point of Order", in Film History, vol. 13, n. 2, pp. 202-203 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2025).
  10. ^ (EN) V.Kepley Jr., The Order of "Point of Order", in Film History, vol. 13, n. 2, pp. 206-208 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2025).
  11. ^ a b c d e (EN) V.Kepley Jr., The Order of "Point of Order", in Film History, vol. 13, n. 2, p. 214 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2025). Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome ":5" è stato definito più volte con contenuti diversi
  12. ^ D. Marchiori, Il simulacro del quinto potere, in Federco Rossin (a cura di), Amercan Collage. Il cinema di Emile de Antonio, Milano, Agenzia X, 2009, p. 59.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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