Utente:Fatt-1/Sessismo Linguistico
ALTRO NOME: Linguaggio sessista
https://fr.wikipedia.org/wiki/Langage_sexiste
http://www.regione.piemonte.it/pariopportunita/dwd3/CDP/temadic2008.pdf
https://books.google.it/books?id=xnKsklFkdaEC
«Idee, credenze e convinzioni, stereotipi e pregiudizi, norme giuridiche e pratiche sociali, comportamenti individuali e collettivi concorrono a perpetuare e legittimare la gerarchia e la disuguaglianza fra i sessi.»
Il sessismo linguistico rappresenta la discriminazione sessuale fatta attraverso un determinato uso della lingua, che giudica, qualifica e pone una persona di un determinato sesso in posizione inferiore o diversa rispetto a individui di altro sesso.[1]
Lo stereotipo di genere è una rappresentazione che un gruppo sociale associa ad una categoria di persone catalogata in base al sesso, in base a credenze, opinioni e rappresentazioni ipersemplificate della realtà. Secondo Walter Lippmann la persona non può conoscere in modo diretto la realtà esterna, ma ne viene a conoscenza tramite immagini mentali derivate da rigide e grossolane semplificazioni mentali, per velocizzare l'interazione con il mondo esterno. Ancora secondo Walter Lippmann, tanto più sono rigide e semplificate tali semplificazioni, tanto più saranno rigidi gli stereotipi atti a difendere e mantenere il sistema sociale che li ha sviluppati; tale rigidità porta a ricorrere a luoghi comuni e opinioni non verificate e probabilmente fasulle.[2]
Identità di genere
modificaSecondo l'Agenzia europea dei diritti fondamentali, stereotipi e ignoranza danno vita anche a un linguaggio offensivo che costruisce barriere, pregiudizi e arriva anche a far nascondere alle persone la propria identità. Viene compromessa la vita delle persone transessuali.[3]
- Secondo l'Agenzia, in Italia, a livello linguistico gli individui transessuali non vedono rispettata la propria identità di genere,[3] non potendo liberamente né scegliere il proprio sesso[4] né affiancare il proprio sesso fisico a quello psicologico; oltre a loro anche più di 12.000 persone ermafrodite[5] sono discriminate poiché il genere neutro latino non è stato ereditato dalla lingua italiana,[6][7] al contrario della Svezia che fin dagli anni '60 ha adattato il proprio genere neutro linguistico, prima usato solo per cose e animali, anche per le persone.[6][3] In Italia è ancora rifiutata l'identità di genere neutra, effettuando operazioni chirurgiche irreversibili agli organi sessuali «su soggetti che, vista l’età, non sono in grado di dare il proprio consenso informato». Caso del 2016: è nat* un* bambin* con entrambi gli apparati riproduttivi maschile e femminile; avendo i cromosomi maschili poco dopo la nascita è stat* operat* ricostruendo l'apparato maschile e rimuovendo quello femminile. La Repubblica, che riporta la notizia, fa notare "l'androgenizzazione cerebrale, ovvero l’esposizione del cervello del feto e del piccolo bambino agli ormoni androgeni che orientano sessualmente l’individuo verso la mascolinità", senza giustificare la preventiva asportazione degli organi genitali femminili, che non inciderebbero sull'orientamento sessuale di un bambino o di una bambina. Si dichiara quindi potenzialmente tossica l'asportazione preventiva dei genitali femminili senza il consenso della piccola persona.[8][9]
- Alla lingua inglese manca il concetto di genere grammaticale per gli aggettivi, che sono neutri, però esistono ancora termini che indicano specificatamente il sesso come ad esempio man e woman.[10] In Gran Bretagna, per chi non intende specificare il proprio genere, è nato il termine neutro Mx (al fianco di Mister, Ms, Miss e Mrs).[11]
- A livello europeo solo in Germania è stato (almeno ufficialmente) riconosciuto il terzo sesso, nel 2013, permettendo che sia sull'atto di nascita sia sui passaporti e sui documenti di identità redatti all'anagrafe venga indicato il genere neutro;[12][13] cosa possibile dal 2015 anche in Nuova Zelanda.[14]
- In Svezia, dal 1994, il pronome neutro per le cose hen viene utilizzato anche per le persone, ma non è possibile indicare il sesso neutro sul documento di identità,[6] mentre nel 2017, nella Columbia Britannica, è stato rilasciato il primo documento pubblico senza indicazione specifica del genere maschile o femminile.[15]
Valore di genere femminile
modificaNella maggior parte degli stati europei viene visto come offensivo l'uso di un genere non appropriato per le donne; anche le lingue latine simili all'italiano, come il portoghese o lo spagnolo, non utilizzano termini sessisti.[16]
Così, mentre ad esempio in Svezia, per agire contro la discriminazione linguistica, la Chiesa svedese chiede che la divinità non venga più chiamata "Dio" al maschile ma con un termine equivalente neutro,[17] in Italia:
- la senatrice Elena Marinucci (Presidente della Commissione atta a redarre nel 1987 Il sessismo nella lingua italiana per la Presidenza del Consiglio dei Ministri) ha affermato che la lingua è un mezzo subdolo e silenzioso usato ogni giorno per rendere, mantenere o trattare la donna come un essere inferiore.[18]
- nel 2011 è stato presentato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un manifesto delle Giornaliste Unite Libere Autonome che ha raccolto 400 firme di giornaliste in tutta Italia, dando rilievo al grave problema di un'informazione lesiva e discriminante per le donne;[19]
- secondo l'Ordine dei Giornalisti (2015) viene usato un linguaggio stereotipato per dare un'immagine negativa della figura femminile o per renderla subalterna alla figura maschile, non è ancora socialmente accettato che certe figure professionali vengano svolte da donne. Il genere maschile riveste un ruolo di superiorità:[20] un uomo chiamato al femminile si sente messo in ridicolo, e una donna pensa di aver raggiunto un adeguato livello di successo solo quando viene chiamata al maschile;[21]
- secondo l'Università Ca' Foscari Venezia, un uso non rispettoso delle differenze di genere nella lingua è una forma di discriminazione non comunemente percepita ma altamente discriminante oltre che diffusa.[22]
Identità personale e sociale
modificaIl cognome
modificaIn massima parte a livello mondiale viene dato rilievo al cognome maschile: la società soffre ancora di un retaggio culturale secondo cui la donna è considerata nettamente proprietà prima del padre poi del marito. Per questo spesso le donne assumono il cognome paterno e, a scapito del proprio, con il matrimonio assumono il cognome del marito, poi trasmesso alla prole.
- In Italia, nel 1975, passò la legge secondo cui la donna avrebbe aggiunto il cognome del marito al proprio, e la prole avrebbe usufruito del cognome del padre. Nel 2014 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per violazione dei diritti umani poiché nega l'attribuzione del cognome materno e ha chiesto di rimediare, ma ancora oggi la nuova legge italiana sulla parità genitoriale dei cognomi è stagnante in parlamento, solo nelle coppie di fatto la prole può assumere il cognome materno.[23][24]
- La Polonia è come l'Italia, mentre in Spagna e in Svezia una persona assume entrambi i cognomi genitoriali. In Francia, Giappone, Germania e Belgio esiste la libertà genitoriale di scegliere uno dei cognomi disponibili. In Austria la prole ha un cognome familiare formato dal cognome materno e paterno mentre nel permessivo Portogallo la prole può assumere più cognomi, con un limite massimo di sei.
- Solo in Gran Bretagna è possibile scegliere il cognome materno, paterno o completamente nuovo.[25]
Appellativi
modifica- In Italia (come in Francia)[26] per rivolgersi alle donne viene spesso usato un appellativo che individui il loro stato civile (Signora per donne sposate, Signorina per chi non è sposata, anche per donne in età avanzata), ovvero vengono catalogate come oggetto appartenente alla famiglia di origine o alla famiglia del coniuge. Gli uomini infatti una volta superata la giovane età non soffrono di alcuna distinzione.[27]
- In Gran Bretagna, per indicare le persone di sesso femminile senza specificare se siano o meno sposate, è stato aggiunto il termine Ms (al fianco di Miss e Mrs).[11]
Titoli professionali
modificaSpesso viene fatto un uso indiscriminato e grammaticalmente scorretto del genere maschile per indicare posizioni di rilievo nelle professioni di direzione, concepite solo per uomini.
- In Italia i termini femminili di direzione vengono spesso scartati usando come falso pretesto il fatto che siano neologismi,[28] anche quando sono termini storici, come ministra:[29] negli anni '60 e '70 le donne che lottarono per ottenere pari diritti pensarono di dover assumere atteggiamenti maschili, autodiscriminandosi e rafforzando l'ideologia sessista di comportamenti (ritenuti) tipici del sesso e non della propria personalità e del proprio valore, rifiutando termini femminili a prescindere.[30] Un esempio lampante per la lingua italiana è il termine segretario usato per la direzione dei partiti (anche se a svolgerlo è una donna) e segretaria per chi in ufficio accoglie clienti, disbriga corrispondenza e risponde al telefono.[1]
- In buona parte d'Europa è comune usare anche termini femminili per tutte le professioni.[31]
Notizie e media
modifica- In Italia, secondo uno studio fatto nel 2015 dall'Ordine dei Giornalisti, le donne soffrono nei media di una rappresentazione sessista, fatta attraverso un linguaggio verbale scorretto e notizie che relegano le donne a ruoli marginali, vengono trascurate (anche quando sono protagoniste), ne viene ignorata l'opinione, non vengono intervistate. Vengono indicate come soggetti deboli o vittime di violenza, sono indicate come protagoniste solo nel caso in cui l'articolo faccia particolare riferimento ad estetica e seduzione.[20]
Insulti e locuzioni sessiste
modifica- In Francia le ministre del governo francese nominate da Nicolas Sarkozy sono state chiamate Sarkozettes, mentre quelle nominate da François Hollande sono state chiamate Hollandettes, per mettere in risalto il loro ruolo di subalternità.[32]
Misoginia
modificaTesti scolastici
modifica- Nel 1981 l'ONU stilò una Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, chiedendo anche di adeguare i libri scolatici. Da qui, nel 1997, nacque il progetto europeo Polite dedicato proprio alle pari opportunità nei libri di testo scolastici.[33] Tuttavia, dopo l'analisi fatta nel 2010 per il suo libro Il sessismo? Si studia sui libri, Irene Biemmi, scrittrice e ricercatrice universitaria fiorentina, ha dichiarato che in Italia il progetto non avuto alcun successo e che ancora oggi i libri di testo sono equiparabili a vecchi testi scritti nell'800, pieni di stereotipi anche antiquati.[34] Numerose ricerche universitarie hanno confermato l'analisi.[35]
Wikipedia
modificaToponomastica
modificaGrammatica
modificaGenere femminile
modificaDisimmetrie grammaticali nella lingua italiana
modificaLe dissimmetrie grammaticali portano ad usare il solo genere maschile per includere persone di entrambi i sessi, ad esempio «buongiorno ragazzi» invece di «buongiorno ragazze e ragazzi», quando invece «buongiorno ragazze» viene visto in modo molto limitato, includendo persone di solo sesso femminile.[36]
Le Raccomandazioni di Alma Sabatini invitano a non utilizzare sempre e solo il maschile per indicare categorie o gruppi. Tuttavia questa soluzione offre pesantezza sopratutto alla lingua parlata che spesso richiede velocità, anche a causa della mancanza del neutro. Verba volant.[37] Altra difficoltà è il dover accordare più sostantivi di diverso genere nella frase con un unico aggettivo.[38] Secondo Sabatini gli aggettivi e i verbi seguenti vanno accordati con il genere maggioritario (ad esempio, «Anna, Aldo e Giovanna sono entrate») o, in caso di difficoltà ad individuare il maggioritario, vanno accordati con il genere dell'ultimo sostantivo (ad esempio, «Ragazzi e ragazze sono entrate» oppure «Ragazze e ragazzi sono entrati»).[39]
Discriminazioni legislative
modificaNonostante in Italia venga promossa fin dal 1987 una parità di genere linguistica,[39] a livello legislativo sono molti i testi redatti ancora in modo palesemente discriminatorio.
Ad esempio:
- l'Art. 1218 del Codice Civile recita «ogni obbligo deve essere adempiuto esattamente, cioè nel contenuto e tempo stabiliti e con quella diligenza del buon padre di famiglia» (discriminatorio anche per gli uomini senza prole), indicando alle persone determinati ruoli nella società in base al genere;
- l'Inno di Mameli, nonostante l'importanza storica e simbolica per la nazione, ha una connotazione sessista a partire dal titolo (Fratelli d'Italia);[40]
- anche la Costituzione Italiana utilizza un linguaggio ritenuto discriminatorio dalla Comunità Europea[41] e dallo stesso Consiglio dei Ministri Italiano:[39] nel secondo articolo dei principi fondamentali utilizza il termine uomo ignorando il sesso femminile, nonostante nel terzo articolo promuova la parità tra i sessi, e prosegue utilizzando termini maschili come elettori o cittadini per indicare globalmente persone di qualunque sesso,[42] anche se la maggioranza della popolazione è di sesso femminile (almeno fisicamente).[43]
Il Parlamento Europeo «si impegna a utilizzare un linguaggio neutro dal punto di vista del genere» , offrendo linee guida da seguire per redarre le proprie pubblicazioni e comunicazioni in lingua italiana.[44]
Anche la Confederazione Svizzera s'impegna al pari trattamento linguistico di donna e uomo nei testi ufficiali.[45]
Genere maschile e femminile
modifica- Con il riconoscimento di prole a coppie di uno stesso sesso, in Spagna il termine il/le coniugi è andato a sostituire marito e moglie anche nella Costituzione, incoraggiando gli altri paesi europei a fare altrettanto.[46]
- In Italia è stato avviato l'uso di genitore 1 e genitore 2,[47] ma anche tale termine risulta sessista[39] perché adeguato per sole coppie gay, non lesbiche: il termine è solo maschile.[48]
- Per la lingua inglese parent è un termine sia maschile (genitore) che femminile (genitrice),[49] mentre non esiste un termine equivalente a coniugi.[50]
Genere neutro
modificaLa lingua italiana non riconosce il genere neutro, discriminando le persone ermafrodite ed etichettando a prescindere le persone in base al sesso.[51]
Linee guida
modificaLetterarie e universitarie
modificaPer la lingua italiana:
- l'Accademia della Crusca a più riprese ribadisce l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare professioni e ruoli istituzionali a cui le donne accedono solo da qualche anno (ad esempio la ministra, la presidente, l’assessora, la chirurga, l'avvocata, l'architetta, la magistrata) come viene fatto per mestieri e professioni tradizionali.[52][53][54][55][56]
- l'Università Ca' Foscari Venezia rifiuta ogni tipo di discriminazione con linee guida per un uso linguistico rispettoso delle differenze di genere.[22]
Giornalismo
modificaPer la lingua italiana:
- nel 1993 è stata sottoscritta La Carta dei doveri dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana riconoscendo il dovere di chi fa informazione del rispetto della dignità delle persone e chiedendo che non vengano discriminate in base all’appartenenza sessuale;
- nel 2014 è stata presentata la guida Donne, Grammatica e Media a cura di Cecilia Robustelli (Federazione Nazionale Stampa Italiana) per una corretta rappresentazione della donne nella stampa;[57]
- nel 2015 l'Ordine dei Giornalisti ha redatto Tutt’altro genere d’informazione, un manuale di studio per la rappresentazione femminile e maschile nei media e con indicazioni per una corretta rappresentazione delle donne nell’informazione.[20]
Comunicazione pubblica e istituzionale
modificaPer la lingua francese:
- nel 1997 per Institut national de la langue française venne redatta Femme, j’écris ton nom…, una guida per la femminilizzazione dei nomi di mestieri, titoli, rango e funzioni a cura di Annie Becquer.[58]
Per la lingua italiana:
- la parità di genere linguistica viene promossa fin dal 1987, tramite le Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana (redatte da Alma Sabatini per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e per la Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e Donna);[39]
- nel 1993 Patricia Niedzwiecki, per la Commissione Europea, offre una pubblicazione atta a sensibilizzare su una materia soggetta a reazioni più emotive che razionali;[59]
- nel 2008 la Comunità Europea ha redatto La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento europeo, linee guida per un linguaggio non sessista in ambito amministrativo,[44] indicando convenzioni e regole grammaticali corrette;[60]
- nel 2011 l'Accademia della Crusca e l'Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica (organo del Consiglio Nazionale delle Ricerche) hanno redatto un manuale (dal titolo Guida alla redazione degli atti amministrativi - Regole e suggerimenti) per la stesura di atti amministrativi comunali, enunciando principi generali e regole linguistiche e spiegando la struttura del provvedimento amministrativo;[61]
- nel 2012 Cecilia Robustelli (in collaborazione con l’Accademia della Crusca) redige linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo, Progetto Genere e Linguaggio, per la Regione Toscana, per fare chiarezza sulle strategie comunicative da adottare nel linguaggio amministrativo comunale;[62]
- nel 2014 è stato svolto un lavoro di ricerca dal Dipartimento Istituzioni e Società dell’Università di Perugia, La comunicazione istituzionale al femminile, al fine di aiutare le amministrazioni locali a migliorare la propria comunicazione.[63]
- Per un uso non sessista della lingua sono ad esempio consigliati termini quali cittadinanza al posto di cittadini o cittadini e cittadine.[64]
- 2018: indicazioni del ministero all'Istruzione MIUR che ha presentato le linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo [65]
Protagoniste
modifica- Alma Sabatini (1922-1988), linguista autrice nel 1987 de Il sessismo nella lingua italiana per la Presidenza del Consiglio dei Ministri;[18]
- Cecilia Robustelli (1957), linguista autrice di numerose opere e manuali di grammatica a favore della parità di genere linguistica;[66]
- Maria Pia Ercolini (1954), autrice di opere (quali la collana editoriale Percorsi di genere femminile ed. Iacobelli) e progetti riguardanti la parità di genere femminile toponomastica, fondatrice e presidente dell'Associazione Toponomastica femminile con sede a Roma.[67][68]
Testi
modifica- Il sessismo nella lingua italiana di Alma Sabatini, 1987, Presidenza del Consiglio dei Ministri.[18]
- Femme, j'écris ton nom: guide d'aide à la féminisation des noms des métiers, titres, grades et fonctions, ed. Institut national de la langue française (Francia), 1997.
- Grammatica e sessismo. Questione di dati? Lavori del seminario interdisciplinare., Vol. 1, di Francesca Dragotto, ed. Universitalia, 2012, ISBN 978-88-650-7310-0.
- C'è differenza. Identità di genere e linguaggi. Storie, corpi, immagini e parole di Graziella Priulla, Milano, ed. FrancoAngeli, 2013, ISBN 978-88-204-3382-6.
- Grammatica e sessismo. Lavori del seminario interdisciplinare (2014-2015)., Vol. 2, di Francesca Dragotto, ed. Universitalia, 2015, ISBN 978-88-650-7778-8.
- Corpi, linguaggi, violenze: La violenza contro le donne come paradigma, a cura di Natascia Mattucci, ed. FrancoAngeli, 2017, ISBN 978-88-917-5476-9.
Voci correlate
modificaNote
modifica- ^ a b Il sessismo nella lingua italiana di Cecilia Robustelli sull'Enciclopedia Treccani
- ^ Gli stereotipi di genere: quelle idee dure a morire di Regione Piemonte
- ^ a b c Being Trans in the European Union, Comparative analysis of EU LGBT survey data, Agenzia europea dei diritti fondamentali
- ^ «Nuove leggi per cambiare sesso. Senza è difficile anche andare in posta» sul Corriere della Sera
- ^ Bilancio demografico nazionale su Istat
- ^ a b c Prima rivoluzione in Germania nasce per legge l'intersessuale su La Repubblica
- ^ Neutro su Treccani
- ^ Palermo, nasce femmina ma è maschio: bimbo di due anni operato per cambiare sesso su La Repubblica
- ^ Ermafroditismo nei neonati, è giusto che siano i genitori a scegliere il sesso? su InSanitas
- ^ Il genere nella lingua: grammatica e usi di Francesca Chiusaroli, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
- ^ a b Non solo "Mr" e "Ms": in Inghilterra arriva "Mx", l'appellativo per i trans su Il Giornale
- ^ Maschile, femminili e... neutro: ecco la “X”su Noi donne
- ^ La Germania riconosce il "terzo sesso": primo Paese in Ue La Repubblica
- ^ Lo stato riconosce il 'terzo sesso': né uomo né donna. Svolta storica in Nuova Zelanda su Leggo
- ^ Il primo bambino al mondo né maschio né femmina, ufficialmente, Il Post
- ^ Donne: la discriminazione inconsapevole della neo-lingua italiana su Il Fatto Quotidiano
- ^ La Chiesa di Svezia non dirà più "Signore" o "Lui" per riferirsi a Dio: adotterà un linguaggio neutro nel genere, HuffPost
- ^ a b c Il sessismo nella lingua italiana di Alma Sabatini
- ^ "Giulia", rete delle giornaliste - 400 firme in tutta Italia su La Repubblica
- ^ a b c Tutt'altro genere d'informazione dell'Ordine dei giornalisti
- ^ Laura Boldrini e il sessismo nel linguaggio di Massimo Lizzi
- ^ a b Linee guida per il linguaggio di genere, Università Ca' Foscari Venezia
- ^ Ue, la Corte condanna l’Italia: “Dare ai figli il cognome della madre è un diritto” su Il fatto Quotidiano
- ^ "Basta con il cognome del padre". La Consulta decide sull’ultimo tabù su La Repubblica
- ^ Nel (cog)nome della madre su La Repubblica
- ^ Francese di Nicolino De Rubertis, Francesca Desiderio, ed. Alpha Test, 2000, p.44
- ^ Signora e signorina vs signore: discriminazione di genere nelle lingue su 77 Post
- ^ No a la ministro, sì a "il zucchero" su RaiNews
- ^ Notizie storiche delle chiese di Verona raccolte da Giambatista Biancolini, libro terzo, Verona, 1750, p. 30
- ^ Ciò che non si dice, non esiste su Repubblica
- ^ Contro il sessismo linguistico, "sovvertiamo gli stereotipi, non la grammatica" su Redattore Sociale
- ^ Psicosociologia del maschilismo di Chiara Volpato, ed. Gius. Laterza & Figli S.p.A.
- ^ C'è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole, di Graziella Priulla, ed. Franco Angeli, p. 7
- ^ Il sessismo? Si studia sui libri su L'Espresso
- ^ Donne, politica istituzioni a cura di Chiara Baiamonte per l'Università di Ferrara
- ^ «Professora» e «sindaca» La grammatica della parità su Il Corriere della Sera
- ^ L’ORALITA’ E IL SAPER PARLARE su Rai EduLab
- ^ Il Genere nelle scienze sociali pp.13-14, Tesi di Dottorato di Angelo Palazzolo dell'Università Sapienza di Roma
- ^ a b c d e Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana di Alma Sabatini
- ^ L’8 marzo di Simona Lembi: «L’inno? Io canto Sorelle d’Italia» su Il Corriere di Bologna
- ^ Uso corretto dell'italiano, Commissione europea
- ^ Costituzione della Repubblica Italiana
- ^ Popolazione residente al 1° gennaio, dati Istat
- ^ a b La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento europeo, Commissione europea
- ^ Guida al pari trattamento linguistico di donna e uomo nei testi ufficiali della Confederazione, su Cancelleria federale
- ^ Università di Lipsia: quando si dice ‘donna’ per dire ‘umanità’ su Il fatto Quotidiano
- ^ Mamma e papà? No, genitore 1 e 2 su Il Corriere
- ^ Genitrice su Vocabolario Treccani
- ^ Parent su Oxford Paravia
- ^ Coniuge su Oxford Paravia
- ^ Neutro su Treccani
- ^ La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, comunicato stampa dell'Accademia della Crusca
- ^ Femminile dei nomi in -tore e -sore, Accademia della Crusca
- ^ Il femminile di questore e di prefetto, Accademia della Crusca
- ^ Infermiera sì, ingegnera no?, Accademia della Crusca
- ^ La presidente dell'Accademia della Crusca. Ancora sul femminile professionale, Accademia della Crusca
- ^ Donne, grammatica e media, Federazione Nazionale Stampa Italiana
- ^ Femme, j'écris ton nom: guide d'aide à la féminisation des noms des métiers, titres, grades et fonctions, ed. Institut national de la langue française (Francia), 1997
- ^ DONNE & LINGUAGGIO di Patricia Niedzwiecki
- ^ Uso corretto dell'italiano, Commissione Europea
- ^ Guida alla redazione degli atti amministrativi, Regole e suggerimenti, a cura del gruppo di lavoro promosso da Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica e Accademia della Crusca
- ^ Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo, di Cecilia Robustelli
- ^ La comunicazione istituzionale al femminile, Università di Perugia - Dipartimento Istituzioni e Società
- ^ Il governo riscrive l'italiano: ora è vietato dire "cittadini" su Il Giornale
- ^ Scuola, nuove regole per il linguaggio di genere: "Scrivete sempre alunni e alunne"
- ^ Cecilia Robustelli, Università di Modena e Reggio Emilia
- ^ Roma. Percorsi di genere femminile, Google Libri
- ^ Curriculum di Maria Pia Ercolini, Comune di Roma
Collegamenti esterni
modifica- Parità di genere linguistica, raccolta di siti internet a cura di Curlie
ALTRO//WORKING
modifica- Genere e lingua su Treccani
- Toponomastica Femminile
- Parole di Donne, Introduzione, a cura di Francesca M. Dovetto
- Rossana De Angelis – Una lingua “non sessista”. Sugli usi linguistici non-ragionevoli e sul tentativo di correggerli, Associazione Internazionale delle filosofe
- STRUTTURE LINGUISTICHE E DIFFERENZE SESSUALI, Partito Rifondazione Comunista
- Il sessimo nella lingua, Australia Donna
- RISOLUZIONE IN COMMISSIONE, Camera
- PIACERE, SONO GIOVANNI L'AMBIZIOSO, Casa della Cultura, Magazine
- Gener-Azioni contro il razzismo e il sessismo, CESVOT
- NO AL SESSISMO E AL DEGRADO DELLE ISTITUZIONI, CGIL
- Manuale - comunicazione istituzionale e pari opportunità
- Tormenti e tormentoni linguistici, CICAP
- Pubblicità lesiva della dignità della donna, Città di Tortona
- CHE GENERE DI LINGUA? SESSISMO E POTERE DISCRIMINATORIO DELLE PAROLE, ENEA
- Come ho cercato di combattere il sessismo su Wikipedia in italiano
Elenco pubblicazioni
modifica- Bibliografia su lingua italiana e sessismo, Australia Donna
- Elenco pubblicazioni, Associazione per la difesa e la tutela dei diritti e della salute delle donne
Linguisti/e
modificaGiulio Lepschy
modifica- Lingua e sessismo, da: Giulio Lepschy, Nuovi saggi di linguistica italiana, Bologna, Il Mulino, 1989, pp. 61-84
Cecilia Robustelli
modifica- Varie pubblicazioni, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Giuliana Giusti
modificaCOMMISSIONE EUROPEA
modifica- DONNE & LINGUAGGIO
- (Il genere femminile nell'italiano di oggi)
- (Commissione Europea: Le professioni al maschile e al femminile) 1
Accademia della Crusca
modifica- GUIDA ALLA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI Regole e suggerimenti, Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica del Cnr
- Femminile dei nomi in -tore e -sore
- Il femminile di questore e di prefetto
- Infermiera sì, ingegnera no?
- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?
- La presidente dell'Accademia della Crusca. Ancora sul femminile professionale
- Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo
- PAROLE NUOVE NELLA LINgUA ITALIANA
Vocabolario
modificaArchitetta
modifica- Architettura, donne e discriminazione. Intervista a Francesca Perani di RebelArchitette, Artribune
- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
- Roma, Ordine rilascia primo timbro professionale di “architetta”
AssessorA
modifica- Femminile dei nomi in -tore e -sore, Accademia della Crusca
- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
Avvocata/Avvocatessa
modifica- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
- Sviluppo e affermazione di una professione, Associazione Laureati in Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano
- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
Chirurga
modifica- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
Deputata
modifica- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
Ingegnera
modifica- Infermiera sì, ingegnera no?, Accademia della Crusca
Magistrata
modifica- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
Ministra
modifica- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
- DONNE & LINGUAGGIO, Commissione Europea, pagina 53
- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
Notaia
modifica- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
Prefetta
modifica- Il femminile di questore e di prefetto, Accademia della Crusca
LA presidente
modifica- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
Questora/Questrice
modifica- Il femminile di questore e di prefetto, Accademia della Crusca
Segretaria
modifica- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica
Senatrice
modifica- La Crusca risponde: il ministro o la ministra?, Accademia della Crusca
Sindaca
modifica- Giornalista Italiano, Centro di Documentazione Giornalistica