Utente:Cunhal94/Orazio Tedone
Orazio Tedone (Ruvo di Puglia, 10 marzo 1870 – Pisa, 17 aprile 1922) è stato un fisico e matematico italiano. Si interessò di elasticità e fu membro dell'Accademia dei Lincei.
Biografia
modificaNato e cresciuto a Ruvo di Puglia, completò gli studi universitari a Napoli e si laureò in matematica alla Normale di Pisa nel 1892[1]. Inizialmente svolse il ruolo di assistente poi divenne insegnante di meccanica razionale nello stesso ateneo[1]. Diventato docente all'Istituto Tecnico di Milano, ottenne la cattedra di meccanica all'Università di Pavia[1].
Tra il 1893 e il 1896, Tedone si dedicò alla ricerca scientifica con lavori sull'idrodinamica e l'elasticità[1]. Nel 1899 l'Università di Genova gli affidò prima la cattedra di analisi superiore e statica grafica, poi nel 1902 fu assegnato alla cattedra di fisica matematica[1]. In questo periodo sposò Amalia Lojodice, dalla quale ebbe un figlio, Giuseppe, divenuto poi anch'egli docente universitario di matematica[1]. Nel 1911 divenne membro dell'Accademia Reale dei Lincei e nel 1921 ricevette una benemerenza[1]. Nel 1922 ottenne il trasferimento all'Università di Napoli e l'assegnazione alla cattedra di fisica matematica[1]. Tuttavia la sera del 17 aprile dello stesso anno fu trovato in pessime condizioni sui binari della stazione di Pisa, ferito gravemente[1]. Morì durante la corsa in ospedale e le sue ultime parole furono "quando uno nasce sfortunato..."[1].
Attività scientifica
modificaLe opere più significative di Orazio Tedone riguardano la teoria matematica dell'elasticità e l'integrazione dell'equazione dell'elettromagnetismo di Maxwell-Hertz[1]. Nella dimostrazione di una formula sulla propagazione delle onde, fu il primo a servirsi di uno spazio a quattro dimensioni[2]. Inoltre, estese la formula di Kirchhoff alle vibrazioni più comuni che possono avvenire in un mezzo elastico, omogeneo ed isotopo[2]. Si dedicò anche a problemi di statistica dei suddetti corpi e le sue formule erano famose per la semplicità[2]. Tedone cercò di risolvere i problemi relativi all'integrazione delle equazioni di Maxwell e ne ricavò l'applicazione nel campo dell'ottica elettromagnetica, riuscendo ad esprimere in maniera semplice e suggestiva il valore elettrico ed il vettore magnetico[2].
Opere
modifica- Sul moto di un fluido contenuto in un involucro elissoidico (1893).
- Sulla linea elastica (1894).
- Sulla integrazione dell'equazione (1898).
- Sul sistema generale delle equazioni (1898).
- Sulla teoria degli spazi a curvatura costante (1899).
- Sull'equazione dell'elasticità in coordinate curvilinee (1899).
- Sulle equazioni delle vibrazioni dei corpi elastici (1900).
- Saggio di una teoria generale delle equazioni (1904).
- Sull'equilibrio di una piastra elastica, isotopa, indefinita (1904).
- Sui problemi di equilibrio elastico a due dimensioni (1905).
- Un teorema dell'equazione dell'elasticità (1907).
- Sui metodi della fisica matematica (1908).
- Sul pendolo a sospensione elastica (1913).
- Campi elettromagnetici (1915).
- Sull'integrazione di Maxwell (1916).
Note
modificaBibliografia
modificaVoci correlate
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