Utente:Jacopo Sommovigo/Sandbox

Sacco di Lindisfarne

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Sacco di Lindisfarne
Data8 giugno 793 d.C.
LuogoMonastero di Lindisfarne
EsitoSaccheggio delle ricchezze del monastero, monaci brutalmente assassinati e resi in schiavitù.
Perdite
NessunaSconosciute
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Il sacco di Lindisfarne, risalente al'8 giugno 793 presso il monastero di Lindisfarne, fu la prima razzia vichinga di grossa scala, avvenuta nell'Inghilterra dell'est.

L'attacco non fu particolarmente rilevante sotto l'aspetto delle vittime, bensì per l’entità della razzia stessa, la quale scioccò il mondo intero. I vichinghi uccisero brutalmente quasi tutti i monaci, rubarono preziosi oggetti sacri e profanarono il sacrario di San Cutberto. Fu il raid che dette inizio a quella che oggi è nota come l’Epoca dei Vichinghi.[1]

Contesto storico

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Origini della cultura monastica e dei monasteri

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Durante il III e il IV secolo vi fu una profonda crisi che portò gli uomini a voler cercare salvezza in luoghi isolati, lontani dalla confusione cittadina e dalla società. Quest'ultima fu dovuta al crescente rifiuto del piacere, alla riluttanza in comportamenti riguardanti il sesso, la carne, la cura dell'abbigliamento e l'intelletto.

Questo modello di vita si diffuse rapidamente anche in Occidente. Fu così che nacque il monaco. I monaci iniziarono a costruire monasteri isolati in cui viviere una vita comunitaria dedita al cristianesimo, luoghi i quali, però, spalancarono le porte a incursioni da parte dei popolazioni del nord. [2]

L'Inghilterra nell'Alto medioevo

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Alla fine dell’VIII secolo, mentre Carlo Magno andava forgiando il suo grande impero nel continente europeo, l'Inghilterra era divisa in sette regni creati sa Sassoni, Angli e Iuti, i popoli germanici che, tre secoli prima, avevano invaso la Britannia sulle ceneri del impero romano. Tra questi si distingueva il fiorente regno del Wessex, al punto che i suoi monarchi ambivano al potere su tutta la popolazione inglese. Dopo aver esteso la sua supremazia su tutta l’Inghilterra meridionale, Egbert, re di Wessex, avanzò verso nord, occupando nell'829 anche il regno della Northumbria.[3]

A causa della posizione esposta del monastero e della situazione politica insabile in Northunbria, Il giorno della razzia a Lindisfarne, i vichinghi hanno trovato una costa indifesa, un territorio piuttosto frammentato e una società organizzata in regni minori. Non c'era l'Inghilterra nel modo in cui la conosciamo oggi. Impreparati per la guerra e per le operazioni militari, i Sassoni, i quali vissero nelle loro terre in pace per i tre precedenti secoli, hanno avuto molta difficoltà a difendersi dalle incursioni esterne. Migliorando le loro difese militari e rafforzandosi tatticamente, i popoli del Wessex e del sud-ovest della Mercia riuscirono infine a stipulare un trattato secondo il quale essi sarebbero rimasti indisturbati all'interno dei loro territori, mentre norreni e danesi sarebbero potuti restare a nord e ad est del Tamigi.[4]

Il monastero di Lindisfarne

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Lindisfarne era un luogo molto importante in Inghilterra, che non si distinse solo in ambito religioso. Intorno al 790, la comunità di Lindisfarne era anche una potenza a livello economico e politico. A differenza di quanto sia solito puntualizzare, non era solo un monastero su di un’isola remota in cui i monaci vivevano assorti nel misticismo della preghiera. Le evidenze archeologiche e storiche, ci dicono che si trattava di una grande e articolata organizzazione, con grande conoscenza dei mari che circondavano l'isola. Contava imponenti proprietà su terra e, probabilmente, era uno dei più grandi centri abitati a nord di York nell’Alto Medioevo. La popolazione arrivava a contare circa 400 persone tra monaci, laici, affittuari e artigiani, una comunità piuttosto grande per gli standard dell’Inghilterra di quel tempo, estremamente rurale. Era anche una società molto ricca, con proprietà terriere che si estendevano lungo 25-30 km verso nord e lungo la costa verso Berwick-upon-Tweed. Non è inoltre da sottovalutare che i monaci, nel corso del secolo precedente, abbiano accumulato una quantità di ricchezze notevole. Inoltre, dopo anni di intrighi riguardanti le famiglie reali, uccisioni di re e complotti, le probabilità di sopravvivenza dell'Inghilterra erano piuttosto basse. Come supportano diversi ritrovamenti archeologici appartenenti a popoli scandinavi rinvenuti a Bamburgh, poco a sud di Lindisfarne, nel periodo antecedente al 793, si suppone che i vichinghi fossero già passati per quelle coste dell'Inghilterra e che, quindi, conoscessero bene la zona e la situazione gravosa che dilagava in Inghilterra all'epoca.[5]

Chi erano i vichinghi

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Origine del nome

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L'origine della parola "Vichingo" rimane tutt'oggi un mistero, vittima delle ipotesi più diverse, di cui nessuna di loro è certa. Molte ipoptesi ritengono l'origine derivi dall'etimologia scandinava di víking o víkingr, altri vi rimandano al termine Vík (dal fiordo di partenza di Oslo), altri ancora a víkja (viaggiare) o addirittura vika, (intesa come la distanza coperta in mare con i remi). Se invece si approfondisce il termine anglosassone wīcing, esso è associato all'evoluzione germanica del termine latino vicus (villaggio) in wīc. Ne deriva il fatto che non si può escludere che il termine sia stato preso in prestito dalle popolazioni scandinave e che abbia dato alla luce il termine víking e víkingr. Un fatto assodato è che, alla fine del medioevo, la parola cade in disuso, per poi essere riutilizzata in Scandinavia quando storici rinascimentali studiano fonti norrene con lo scopo di comprenderne il significato e tradurle. Dopo essere riabilitato nel XIX secolo da due poeti romantici svedesi (Erik Geijer e Esaias Tegnér) per indicare l'esploratore scandinavo, il termine si diffuse nel XX secolo dopo che lo storico Peter Andreas Munch e l'archeologo Jens Jacob Asmussen Worsae, rispettivamente nel 1851 e nel 1863, lo associarono ad un preciso periodo della storia.[6]

Ragioni alla base delle spedizioni
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I motivi che spinsero i vichinghi a percorrere in lungo e in largo mari e fiumi in cerca di bottini e nuove terre da conquistare può ricondursi a diversi fattori:

  • Clima: Una delle fonti che alcuni storici hanno proposto nel tempo riguarda il raffreddamento del clima e una conseguente riduzione della superficie abitabile e della terra coltivabile, spingendo i popoli del nord a cercare nuove terre in cui vivere. L'evoluzione dei ghiacciai e l'analisi dei resti archeologici smentisce però tale ipotesi. Un ipotesi molto accreduitata riguarda invece una caso contrario: un innalzamento delle temperature ed un accrescimento della popolazione. Questa particolarità rende possibile la compensazione di tutte le persone che, come avviene nella prima metà del IX secolo, partono per razzie nei mesi più caldi in vista di scorte e ricchezze per l'inverno.
  • Poligamia: è un altro fattore che contribuisce a spiegare la volontà di partenza in cerca di bottino da parte dei popoli norreni. Le leggi che riguardano la successione prevedono che, data la possibilità di un uomo di possedere più mogli e generare quindi famiglie numerose, la successione delle terre ricada sul primogenito, lasciando gli altri figli senza terre. In questo modo, i cadetti saranno felici di partecipare alle spedizioni invece che restare a lavorare nelle fattorie.
  • Religione: le operazioni belliche, per i vichinghi, erano altresì un modo per ascendere al Valhalla dove, per chi moriva in battaglia con le armi tra le mani, era attesa la gloria eterna nella sala degli dei al fianco di Odino.[7]

La razzia

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Cronaca anglosassone

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Il numero di navi che comparvero quel giorno non ci è noto, ma le azioni del loro equipaggio sono stati accuratamente descritti dalle vittime stesse: i monaci. I vichinghi massacrarono tutto il bestiame del monastero e caricarono le carcasse nelle loro navi. Uccisero chiunque oppose resistenza. Dopo aver depredato ogni ricchezza e oggetto sacro dal monastero, hanno dato fuoco a tutti gli edifici.[8]

Il monaco Alcuino, consigliere di Carlo Magno ad Aquisgrana, scrisse in una missiva al re Aethelred:

«Mi è apparso in Bretagna un terrore simile a quello che abbiamo appena subito da una razzia pagana, nè mai abbiamo immaginato che fosse possibile un incrusione proveniente dal mare. La chiesa di Saint Cuthbert è stata imbrattata con il sangue dei sacerdoti di Dio, spogliata dei suoi ornamenti. Questo luogo, uno dei più venerabili in Bretagna, è stato abbandonato nelle mani dei pagani.» (Alcuino)[9]

Secondo la Cronaca anglosassone, nei primi mesi del 793 la popolazione della Northumbria, assistettero a una successione di inquietanti profezie, seguite da una tremenda carestia. Violenti uragani si abbatterono sul paese, nel cielo si videro draghi di fuoco e a York caddero gocce di sangue dal tetto della chiesa di San Pietro. Quei segni sconvolgenti si concretizzarono l’8 giugno di quello stesso anno, quando sulle coste del Paese apparvero delle navi sconosciute.[10]

L'assalto

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I membri dell’equipaggio erano pirati norvegesi e il loro obiettivo non era unicamente il monastero situato sull’isola di Lindisfarne. I vichinghi, di religione pagana, assassinarono i monaci, presero i loro abiti e s'impadronirono del tesoro dell’abbazia, uccisero anche il bestiame dell’isola e depredarono un gran numero di ricchezze, insieme a molti prigionieri, sulle loro drakkar. Poi diedero fuoco agli edifici e abbandonarono il luogo ormai devastato.[11]

Conseguenze

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L'attacco a Lindisfarne fu solo l'inizio di una lunga serie di successive razzie e comquiste da parte del popolo vichingo. Un anno dopo razziarono il monastero di Jarrow. Nel decennio successivo all’870 gran parte dell'Inghilterra era già stata conquistata dai vichinghi. Le vicende più significative però di questa storia erano ancora lontane dall'avvenire.[12] Due anni più tardi avvennero anche attacchi nell'abbazia di Iona nelle Ebridi e al monastero di Inishmurray, in Irlanda, i quali furono interamente saccheggiati.[13]

L'attacco del 793 non causò la distruzione del monastero di Lindisfarne. Tra ciò che resistette vi fu l’Evangeliario di Lindisfarne e l'intera comunità religiosa. Nell’875, durante l'intensificarsi degli attacchi vichinghi, la maggior parte dei monaci e dei resti di San Cutberto furono spostati e messi in luoghi sicuri. Il monastero e l'importanza di San Cutberto per la comunità cristiana rimasero in piedi.[14]

L’assalto diede inizio all’era vichinga in Europa e in tutti i luoghi del'Inghilterra in cui il regno del Wessex aveva affermato la sua potenza, alle scorrerie dei popoli del nord seguirono, nella seconda metà del IX secolo, la conquista del territorio e la riscossione di tributi quali il cosiddetto danegeld, da parte dei danesi. Anche se re Alfred di Wessex li sconfisse a Ethandun nell'878 e riprese la città di Lunden, i danesi ottennero un ampio territorio: il Danelaw. In esso nacque il regno di York, la Jorvik vichinga.[15]

Cultura popolare

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L'attacco a Lindisfarne è stato anche rappresentato all'interno della cultura popolare: nel secondo espisodio intotalato Wrath of the Northmen, della serie tv Vikings, Ragnar Lothbrok, (interpetato da Trevis Fimmel) partendo con i suoi uomini in cerca di bottino e saccheggi a ovest dell'Inghilterra, si imbatte nel monastero di Lindisfarne in Northumbria. Lì trovano monaci e ricchezze, uccidono chiunque si trovi in zona, rapiscono i monaci superstiti e depredano ogni sorta di tesoro cristiano, prendendo ispirazione da ciò che riportano le fonti e gli studi storici sulla razzia a Lindisfarne.[16]

  1. ^ (EN) Nel 793 d.C. i Vichinghi attaccarono Lindisfarne. Ecco perché l’evento è rimasto così tristemente famoso, su National Geographic. URL consultato il 2 settembre 2024.
  2. ^ Jacques Le Goff e Jacques Le Goff, Il medioevo: alle origini dell'identità europea, collana Economica Laterza, 6. ed, Ed. Laterza, 2002, p. 19, ISBN 978-88-420-4814-5.
  3. ^ I vichinghi in Inghilterra: guerra tra sassoni e danesi, su www.storicang.it, 3 giugno 2023. URL consultato il 26 agosto 2024.
  4. ^ John D. Niles e Mark Amodio, Introduction: The Vikings and England, in Scandinavian Studies, vol. 59, n. 3, 1987, pp. 279–283. URL consultato il 26 agosto 2024.
  5. ^ Nel 793 d.C. i Vichinghi attaccarono Lindisfarne. Ecco perché l’evento è rimasto così tristemente famoso, "Non solo monaci", su National Geographic. URL consultato il 26 agosto 2024.
  6. ^ Jean Renaud, I Vichinghi: Guerrieri, esploratori, predoni: la grande storia degli uomini del Nord, Giunti, 19 giugno 2024, pp. 24-25, ISBN 978-88-09-98095-2.
  7. ^ Jean Renaud, I Vichinghi: Guerrieri, esploratori, predoni: la grande storia degli uomini del Nord, Giunti, 19 giugno 2024, pp. 51-53, ISBN 978-88-09-98095-2.
  8. ^ Eric Oxenstierna, The Vikings, in Scientific American, vol. 216, n. 5, 1967-05, pp. 66–78, DOI:10.1038/scientificamerican0567-66. URL consultato il 2 settembre 2024.
  9. ^ Jean Renaud, I Vichinghi: Guerrieri, esploratori, predoni: la grande storia degli uomini del Nord, Giunti, 18 giugno 2024, p. 35, ISBN 978-88-09-98095-2.
  10. ^ La prima incursione dei vichinghi in Inghilterra, 1/5, Presagi di una catastrofe, su www.storicang.it, 29 agosto 2023. URL consultato il 26 agosto 2024.
  11. ^ La prima incursione dei vichinghi in Inghilterra, 2/5, L'assalto dei pagani, su www.storicang.it, 29 agosto 2023. URL consultato il 26 agosto 2024.
  12. ^ I vichinghi in Inghilterra: guerra tra sassoni e danesi, su www.storicang.it, 3 giugno 2023. URL consultato il 26 agosto 2024.
  13. ^ Jean Renaud, I Vichinghi: Guerrieri, esploratori, predoni: la grande storia degli uomini del Nord, Giunti, 19 giugno 2024, pp. 35-36, ISBN 978-88-09-98095-2.
  14. ^ (EN) Nel 793 d.C. i Vichinghi attaccarono Lindisfarne. Ecco perché l’evento è rimasto così tristemente famoso, Un cavallo di Troia vichingo, su National Geographic. URL consultato il 26 agosto 2024.
  15. ^ La prima incursione dei vichinghi in Inghilterra, 4/5, Dai saccheggi alla conquista, su www.storicang.it, 29 agosto 2023. URL consultato il 26 agosto 2024.
  16. ^ Vikings. Stagione 1, episodio 2, "Wrath of the Northmen". Diretto da John Renck e scritto da Michael Hirst. Marzo 3, 2013, History (Canada).

Bibliografia

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  • Jean Renaud, I Vichinghi: Guerrieri, esploratori, predoni: la grande storia degli uomini del Nord, Giunti, 18 giugno2024, ISBN 978-88-09-98095-2
  • Jaques Le Goff, Il medioevo: alle origini dell'identità europea, collana Economica Laterza, 6. ed, Ed. Laterza, 2002, p. 19, ISBN 978-88-420-4814-5