Utente:KrashTS/ Missioni del pnf in Giappone
Missione diplomatica fascista in Giappone
modificaTra il 1937 e il 1939, il Partito Nazionale Fascista (PNF) condusse due missioni diplomatiche nel Giappone imperiale nel tentativo di instaurare più solidi rapporti tra le due nazioni e per ottenere possibili vantaggi diplomatici ed economici.
La prima missione fu caratterizzata da scopi prevalentemente diplomatici e propagandistici mentre la seconda si concentrò maggiormente sul ponteziale sviluppo dei rapporti economici con un particolare interessa per la vendita di armamenti italiani.
Queste missioni fecero da base per i rapporti tra le due nazioni che inizieranno un veloce processo di avvicinamento e che si consluderanno con la firma del patto anticomintern e infine del patto Tripartito assieme alla Germania nazista.
Contesto Storico
modificaLa conquista dell'Etiopia, la decisione di allinearsi con la Germania nazista e l'abbandono della Società delle Nazioni, avvenuto l'11 dicembre del 1937, spinse l'Italia ad un crescente isolazionismo internazionale. Il fallimento dei rapporti economici con il governo della Cina nazionalista costrinse l'Italia alla ricerca di ulteriori partner economici e diplomatici nell'Estremo Oriente che si concretizzeranno con l'apertura di ufficiali rapporti d'amicizia e commercio con il Giappone.
L'impero giapponese, simile all'Italia, aveva alienato la Società delle Nazioni dopo l'invasione della Manciuria che aveva dato origine allo stato fantoccio del Manchukuo e aveva portato all'abbandonata dell'organizzazione nel ... Le due nazioni avevano quindi interessi comuni, come il riconoscimento delle reciproche conquiste oltre che ad un potenziale miglioramento dei rapporti diplomatici ed economici.
Componenti della missione
modificaLa missione fu guidata da Giacomo Paulicci di Calboli, nominato per l'occasione "Ambasciatore Straordinario del Giappone". Oltre al Giappone la missione diplomatica avrebbe vaggiato anche in Corea, al tempo colonia dell'Impero giapponese e del Manciukuò, supportato anch'esso dai giapponesi.
L'obiettivo di questa missione era quello di aprire rapporti diplomatici e culturali tra le due nazioni in vista di un'ulteriore missione che avrebbe raggiunto la nazione del sol levante alcuni mesi dopo.
La particolartà del viaggio fu non solo il primo contatto ufficiale tra le due nazioni, ma anche l'utilizzo da parte del governo italiano di una troupe cinematografrica per la realizzazione di filmati a scopo propagandistico sotto il la gestione dell'Istituto Luce, la realizzazione di questi filmati permettono la ricostruzione completa del viaggio.
Itinerario della missione
modificaLa missione del partito fascista italiano in Giappone partì il 16 febbraio 1938 dal porto di Napoli a bordo della nave Conte Biancamano. Dopo aver attraversato il canale di Suez sbarcarono prima a Mumbai l'ambasciata italiana prima di rimettersi in viaggio per il Giappone. Sarà proprio durante questo tratto del viaggio nel quale la delegazione dopo essere stata informata della morte di Gabriele d'Annunzio, celebrò un rito in suo onore.
La delegazione arrivò a Nagasaki il 17 marzo 1938 accolta da masse di folla festanti. Il viaggio dei delegati italiani vide appena dopo lo sbarco la visita al santuario Meiji e le prime interviste all'ambasciata italiana.
Il 22 marzo avvenne un'udienza imperiale nel quale erano presenti l'ambasciatore italiano in Giappone Auriti, il Primo Ministro giapponese Konoye e il Ministro degli Esteri Hirota. In questa e in altre occasioni durante la permanenza nell'arcipelago nipponico avverranno numerosi scambi di messaggi e doni, molti dei quali verranno riportati in Italia e mostrati a Mussolini.
Il 28 marzo avvenne un comizio pubblico allo stadio di Tokyo voluto in questo luogo proprio per renderla il più simile possibile ad un'adutana italiana e nel quale una folla festosa di cittadini giapponesi inneggiava all'Italia e al Duce.
I giorni successivi videro la missione spostarsi in diverse altre città quali Yokohama, Kamakura, Nagoya e Shimonoseki, qui oltre a visitare siti di importanza per la cultura e la storia giapponese ci saranno anche visite ad industrie civili e militari. Particolare fu la visita ad Osaka e Kobe, dove nonostante la pioggia folle festanti si raduneranno attorno al convoglio della delegazione rallentandone il passaggio. In alcune circostanze le folle saranno talmente grandi da rendere difficoltoso alla missione raggiungere destinazioni anche molto vicine tra loro.
Dal porto di Osaka dopo una breve visita all'incrociatore italiano Montecuccoli la missione si imbarchò per raggiungere Beppu dove in onore della delegazione venne piantato un pino.
La presenza della troop cinematografica italiana permise di immortalare questi eventi e di realizzare numerosi filmati attualmente reperibili all'interno dell'Archivio dell'Istituto Luce che mostrano il livello di mobilitazione voluto dal governo imperiale. I filmati una volta riportati in Italia verranno utilizzati a scompi propagandistici e saranno usati dal governo fascista per pubblicizzare l'amicizia e la somiglianza tra le due nazioni. Saranno anche utilizzati per recuperare validità in ottica internazionale dopo l'isolamento iniziato con l'invasione e la conquista dell'impero etiope.
Oltre ai luoghi legati a scopi militari e propagandistici la missione visiterà anche zone di rilevanza culturale. Alcuni esempi sono la città di Nikko con i suoi templi e Kamakura, ex capitale del Giappone feudale.
Dalla città portuale di Shimonoseki la missione si spotò verso la penisola coreana, al tempo controllata dal Giappone, arrivando al porto di Fuhan e successivamente a Keibo il 17 aprile 1938.
La Corea a differenza del Giappone sarà caratterizzata da un itinerario meno definito e...
Solo il 19 aprile la missione arrivò a Mukden