Utente:Michele859/Sandbox10
La 50ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 9 al 20 febbraio 2000, con il Theater am Potsdamer Platz che dopo oltre quarant’anni ha sostituito lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il ventunesimo anno Moritz de Hadeln.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film statunitense Magnolia di Paul Thomas Anderson.
L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato all'attrice Jeanne Moreau mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata al regista e sceneggiatore Kon Ichikawa e allo scrittore e storico del cinema Wolfgang Jacobsen.[2]
Per la prima volta in questa edizione è stato assegnato il Premio Manfred Salzgeber, intitolato all'attore tedesco e attivista LGBT scomparso nel 1994 (nonché fondatore del Teddy Award) e assegnato da una giuria indipendente a film e documentari in concorso e nella sezione "Panorama" capaci di ampliare i confini del cinema.[3]
Il festival è stato aperto dal film in concorso The Million Dollar Hotel di Wim Wenders ed è stato chiuso da Bossa Nova di Bruno Barreto, proiettato fuori concorso.[4][5]
La retrospettiva di questa edizione, intitolata "Artificial People", è stata dedicata a creature, mostri meccanici, replicanti e cyborg resi celebri dal cinema.[6]
Storia
modifica"Ridotto all'osso, un festival cinematografico è composto essenzialmente da tre elementi: il suo programma, la sua organizzazione e la sua atmosfera. Tutti e tre sono stati, se così si può dire, sviluppati e realizzati". (Moritz de Hadeln in occasione del 50º anniversario della Berlinale)[1]
Quest'anno due pietre miliari dovevano essere realizzate contemporaneamente: il 50° anniversario della Berlinale e il trasferimento a Potsdamer Platz. All'inizio del festival i commentatori internazionali passarono in rassegna la storia del festival, alcuni meno favorevolmente di altri. A pochi giorni dall'inizio, lo "splendore dei primi giorni" venne giustapposto alla desolazione della nuova location. La maggior parte degli osservatori non resistette alla tentazione di abbinare il proprio disagio per la nuova location alla critica dei film. Si parlava di freddezza, alienazione, utopismo, sia nell'architettura che nei film. «In qualche modo la qualità fuori dal mondo del concorso si è adattata alla nuova location», scrisse Katja Nicodemus su Die Tageszeitung, cosa che la fece sembrare più consenziente della maggior parte dei suoi colleghi, i cui toni prosaici erano così fantastici che quasi si sommavano a un'impressione preferita della nuova location.[1]
La decisione era stata preceduta da una feroce lotta sui pro e i contro di Potsdamer Platz. La decisione di andare fino in fondo fu seguita da tre anni di preparazione. Moritz de Hadeln ha ricordato una conversazione con il ministro della Cultura di Berlino Peter Radunski, che gli disse: «Né tu né io possiamo impedire che questo trasferimento abbia luogo, quindi concentriamoci per assicurarci che tutto vada bene». Con l'apertura della 50ª Berlinale nel nuovo Theater am Potsdamer Platz, il "nuovo" aveva già una storia lunga e faticosa per i dipendenti berlinesi, mentre per la maggior parte degli ospiti si trattava di un salto nell'ignoto.[1]
Sebbene molti dei vecchi cinema del festival, come lo Zoo Palast, il Delphi e il Royal, fossero ancora in uso, i luoghi più importanti divennero i due multiplex Cinemaxx e Cinestar, che non erano stati aperti da molto e dovevano passare la prova del fuoco. E il Berlinale Palast era un teatro musicale e doveva dimostrare la sua idoneità come cinema di anteprima. Oltre a ciò, quasi tutte le strutture di servizio della Berlinale, da quelle per la stampa alle biglietterie, erano state spostate in vari spazi intorno a Potsdamer Platz, che era ancora un nuovo territorio per Berlino e per i berlinesi, una strana creazione che era apparsa sull'ex confine tra Berlino Est e Berlino Ovest ed era ormai diventata il "cuore artificiale" della città.[1]
La 50ª Berlinale fu quindi un grande cambiamento per tutti. Moritz de Hadeln annunciò che sarebbe stata un "magnifico, nuovo festival". Dietro le quinte, però, era chiaro che gli organizzatori del festival sarebbero stati contenti di un anno solido senza scandali o contrattempi.[1]
L'architettura di Potsdamer Platz rese la Berlinale 2000 un festival di venti gelidi, ma anche di brevi passeggiate tra i suoi luoghi. "I nostalgici sono in minoranza", disse Moritz de Hadeln dopo il festival. Ci fu un notevole sollievo dopo aver spostato l'enorme monolite di un festival e averlo riposto di nuovo senza romperlo. La nuova location infatti soddisfece già le esigenze del festival nei giorni di apertura: gli ospiti professionisti elogiarono il miglioramento della tecnologia e delle infrastrutture e per molti il trasferimento in una location meno affascinante ma più funzionale come Potsdamer Platz significò potersi concentrare su ciò che era veramente importante.[1]
La sede finale fu la Filmhaus, in cui si riunirono sotto un unico tetto il Filmmuseum Berlin, il Freunde der Deutschen Kinemathek e. V., il Forum internazionale del giovane cinema, la Deutsche Film- und Fernsehakademie Berlin e il Kino Arsenal. Qui fu particolarmente evidente che la concentrazione non aveva solo valore simbolico, ma creava anche sinergie produttive. Il nuovo Kino Arsenal doveva essere la sede principale del Forum.[1]
Per l'anniversario e il trasloco, la Berlinale aveva ideato un'identità aziendale più coerente con l'aiuto di un'agenzia di pubbliche relazioni. Il segno più visibile di ciò fu il nuovo logo e un aspetto unificato per i poster e le pubblicazioni. Il trasferimento era stata l'occasione per ripensare a tutto e creare una nuova base di fiducia in se stessi. Parte di questa nuova identità aziendale significava anche un aspetto meno disarmonico per varie sezioni e aree. Senza cancellare le differenze tra concorso, Panorama, Kinderfilmfest, Forum, Retrospettiva, la serie sul Nuovo cinema tedesco e l'European Film Market, il festival doveva essere rappresentato come un tutto organico.[1]
L'European Film Market trovò una nuova prestigiosa location nel debis Atrium. Anche il Kinderfilmfest approfittò del trasferimento: il cinema per le anteprime della sezione divenne lo Zoo-Palast con i suoi quasi 1.000 posti a sedere, che il pubblico entusiasta riempì senza problemi. «Il Kinderfilmfest ha trovato una forma che si adatta perfettamente al suo carattere», commentò Monika Osberghaus sul Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il film d'apertura fu già un successo di pubblico: Le avventure di Tsatsiki della regista svedese Ella Lemhagen, che sarebbe stato premiato con l'Orso di cristallo e il Grand Prix.[1]
Nel Panorama spiccarono tre commedie francesi: La strada di Félix di Olivier Ducastel e Jacques Martineau (Teddy Award della giuria), Kennedy et moi di Sam Karmann e Uneasy Riders di Jean-Pierre Sinapi (premio del pubblico al miglior film).[1]
L'impegno LGBT della sezione ricordò la celebre serie di film e la mostra in onore di Manfred Salzgeber, che aveva fondato il Panorama plasmandone il profilo ed era morto nel 1994. Il documentario Paragraph 175 di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (premio FIPRESCI e Teddy Award per il miglior documentario) ricordò al pubblico l’importanza della lotta politica oltre agli "stili di vita".[1]
L'Orso d'Oro per Magnolia di Paul Thomas Anderson non è stata una sorpresa per la maggior parte delle persone. Allo stesso tempo è stato preso come indice della mediocrità del programma del concorso. Il grande cast e il forte messaggio umanista dell'epopea di tre ore sono stati l'argomento finale che la giuria presieduta da Gong Li non ha potuto aggirare, perché semplicemente non c'erano candidati che lo meritassero di più. L’offerta europea è stata deludente per molti e ha sollevato dubbi sul processo di selezione. «Quello che è mancato nel concorso sono stati i film con la classe di Almodóvar, Loach, Tarantino o la scuola Dogma, che potevano compensare il vuoto del mainstream con la loro visione del mondo, le loro preoccupazioni, il loro impegno», ha criticato Katja Nicodemus su Die Tageszeitung.[1]
L'accumulo di premi per i tre film tedeschi è stato quasi considerato imbarazzante, perché né The Million Dollar Hotel di Wim Wenders, né Il silenzio dopo lo sparo di Volker Schlöndorff, né Paradiso - Sieben Tage mit sieben Frauen di Rudolf Thome sono stati davvero convincenti. Anche in questo caso le scelte sembravano essere dovute a quello che è stato un anno debole nel complesso. Gocce d'acqua su pietre roventi di François Ozon e Man on the Moon, biopic di Miloš Forman su Andy Kaufman, appartengono ai pochi film accolti favorevolmente dalla critica, eppure sono tornati a casa a mani vuote. In seguito, molti revisori sono rimasti con una raccolta di immagini disparate e sconnesse nelle loro teste. Molti hanno flirtato con l'idea che la nuova location e un programma in costante crescita fossero stati troppo.[1]
«La Berlinale ha ora la sua sede, il profilo manca ancora», recitava il titolo della conclusione del festival sul Bremer Nachrichten, riassumendo l'umore generale tra i commentatori del festival. Potsdamer Platz aveva superato la prova del fuoco ma i film non erano stati all'altezza delle aspettative. Tuttavia, le critiche sono state meno aspre rispetto all'anno precedente. È stato riconosciuto l'immenso risultato di Moritz de Hadeln e dei suoi colleghi per il modo in cui sono riusciti contemporaneamente ad affrontare il trasloco e i preparativi per il festival.[1]
In occasione della serata inaugurale Milla Jovovich è apparsa in compagnia del marito Luc Besson e di Bono Vox.(lastampa.9feb2000)
Moritz de Hadeln: «Il cambiamento non renderà migliori o peggiori i film in programma, ma gli ambienti moderni offriranno sicuramente nuove possibilità di vedere e di giudicare con occhi diversi. Non vogliamo certo nascondere il passato, ma al contrario ne siamo orgogliosi, anche se di esso fanno parte brutti ricordi come la divisione della città e le discussioni politiche e diplomatiche che hanno sempre accompagnato la storia di questa manifestazione. Crediamo comunque che un Festival vibrante debba guardare molto di più al futuro che al passato».(lastampa.9feb2000)
In omaggio alla presidente di giuria è stato proiettato Piao liang ma ma di Zhou Sun.(lastampa.9feb2000)
Molto criticato per aver messo in gara troppe pellicole americane, de Hadeln replica che «prima di tutto molti dei registi del cinema americano sono in realtà europei che hanno trovato a Hollywood le condizioni ottimali per lavorare, condizioni che in Europa purtroppo non ci sono. Come europeo me ne rammarico, ma bisogna ammettere che anche noi facciamo poco, soprattutto nel settore della distribuzione sul mercato internazionale».(lastampa.21feb2000)
Giurie
modificaGiuria internazionale
modifica- Gong Li, attrice (Cina) - Presidente di giuria[7]
- Lissy Bellaiche, dirigente del Danske Filminstitut (Danimarca)
- Jean Pierre Lefebvre, regista e sceneggiatore (Canada)
- Peter W. Jansen, germanista e pubblicista cinematografico (Germania)
- Jean-Louis Piel, produttore (Francia)
- Marisa Paredes, attrice (Spagna)
- Andrzej Wajda, regista, sceneggiatore e direttore artistico (Polonia)
- Maria Schrader, attrice e sceneggiatrice (Germania)
- Walter Salles, regista, produttore e sceneggiatore (Brasile)
Kinderjury
modificaI premi riservati alla sezione Kinderfilmfest sono stati assegnati da una giuria composta da membri di età compresa tra 11 e 14 anni, selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[7]
Selezione ufficiale
modificaIn concorso
modifica- The Beach, regia di Danny Boyle (Stati Uniti, Regno Unito)
- Dokuritsu shonen gasshoudan, regia di Akira Ogata (Giappone)
- Gocce d'acqua su pietre roventi (Gouttes d'eau sur pierres brûlantes), regia di François Ozon (Francia)
- Hurricane - Il grido dell'innocenza (The Hurricane), regia di Norman Jewison (Stati Uniti)
- The Island Tales (You shi tiaowu), regia di Stanley Kwan (Giappone, Hong Kong, Cina)
- Love Me, regia di Laetitia Masson (Francia)
- Magnolia, regia di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti)
- Man on the Moon, regia di Miloš Forman (Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Giappone)
- El mar, regia di Agustí Villaronga (Spagna)
- The Million Dollar Hotel, regia di Wim Wenders (Germania, Regno Unito, Stati Uniti)
- Nebeska udica, regia di Ljubiša Samardžić (Serbia, Italia)
- Nuvole di maggio (Mayis Sikintisi), regia di Nuri Bilge Ceylan (Turchia)
- Of Woman and Magic (La Chambre des magiciennes), regia di Claude Miller (Francia)
- Ogni maledetta domenica - Any Given Sunday (Any Given Sunday), regia di Oliver Stone (Stati Uniti)
- Paradiso - Sieben Tage mit sieben Frauen, regia di Rudolf Thome (Germania)
- Prime luci dell'alba, regia di Lucio Gaudino (Italia)
- Russkij bunt, regia di Aleksandr Proškin (Russia, Francia)
- Signs & Wonders, regia di Jonathan Nossiter (Francia, Grecia)
- Il silenzio dopo lo sparo (Die Stille nach dem Schuß), regia di Volker Schlöndorff (Germania)
- La strada verso casa (Wo de fu qin mu qin), regia di Zhang Yimou (Cina)
- Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr. Ripley), regia di Anthony Minghella (Stati Uniti)
Cortometraggi
modifica- Bzzz (Bsss), regia di Felix Gönnert (Germania)
- Dream Kitchen, regia di Barry Dignam (Irlanda)
- Episodes in Disbelief, regia di Ann Shenfield (Australia)
- Feats of Herkules (Podvigi Gerakla), regia di Sergei Ovcharov (Russia)
- In a Corner of the World (I et hjørne av verden), regia di Pjotr Sapegin (Norvegia)
- The Last Cartridge (Die letzte Patrone), regia di Nuray Sahin (Germania)
- Média, regia di Pavel Koutský (Repubblica Ceca)
- The Moment, regia di Thomas Voigt (Germania)
- Sentinels (Sentinelles), regia di Guy Lampron (Canada)
- Tribute to Alfred Lepetit (Hommage à Alfred Lepetit), regia di Jean Rousselot (Francia)
- Vision (Vízió), regia di Ferenc Cakó (Ungheria)
Fuori concorso
modifica- American Psycho, regia di Mary Harron (Stati Uniti)
- Bossa Nova, regia di Bruno Barreto (Brasile, Stati Uniti)
- Oscenità e furore (The Filth and the Fury), regia di Julien Temple (Regno Unito, Stati Uniti)
- Pene d'amor perdute (Love's Labour's Lost), regia di Kenneth Branagh (Regno Unito, Francia, Stati Uniti)
- Three Kings, regia di David O. Russell (Stati Uniti)
Proiezioni speciali
modifica- ...e il diavolo ha riso (Mademoiselle), regia di Tony Richardson (Francia, Regno Unito)
- Breaking the Silence (Piao liang ma ma), regia di Sun Zhou (Cina)
- Il cacciatore (The Deer Hunter), regia di Michael Cimino (Stati Uniti, Regno Unito)
- Dora-heita, regia di Kon Ichikawa (Giappone)
- Pan Tadeusz, regia di Andrzej Wajda (Polonia, Francia)
Panorama
modifica- Asfalto, regia di Daniel Calparsoro (Spagna, Francia)
- Bhopal Express, regia di Mahesh Mathai (India)
- Burlesk King, regia di Mel Chionglo (Filippine)
- Chill Out, regia di Andreas Struck (Germania)
- Chutney Popcorn, regia di Nisha Ganatra (Stati Uniti)
- Cremaster 2, regia di Matthew Barney (Stati Uniti)
- The Crossing (Boku no ojisan), regia di Yōichi Higashi (Giappone)
- The Debt (Dług), regia di Krzysztof Krauze (Polonia)
- Ehekrieg, regia di Lothar Lambert (Germania)
- Elze Is Gilijos, regia di Algimantas Puipa (Lituania, Germania)
- Estensione del dominio della lotta (Extension du domaine de la lutte), regia di Philippe Harel (Francia)
- Fandango, regia di Matthias Glasner (Germania)
- Glamour, regia di Frigyes Gödrös (Ungheria)
- Hanele, regia di Karel Kachyňa (Repubblica Ceca)
- Heimspiel, regia di Pepe Danquart (Germania)
- Hotel Splendide, regia di Terence Gross (Francia, Regno Unito)
- Kennedy et moi, regia di Sam Karmann (Francia)
- The Life Before This, regia di Jerry Ciccoritti (Canada)
- Live Show, regia di Jose Javier Reyes (Filippine)
- Morir (o no), regia di Ventura Pons (Spagna)
- My Mother Frank, regia di Mark Lamprell (Australia)
- Myrkrahöfðinginn, regia di Hrafn Gunnlaugsson (Islanda)
- No One Sleeps, regia di Jochen Hick (Germania)
- L'ombra del gigante, regia di Roberto Petrocchi (Italia)
- One More Day (Yek rouz bishtar), regia di Babak Payami (Iran)
- Orator (Voiz), regia di Yusup Razykov (Uzbekistan)
- Pantaleón e le visitatrici (Pantaleón y las visitadoras), regia di Francisco José Lombardi (Perù, Spagna)
- Paragraph 175, regia di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Regno Unito, Germania, Stati Uniti)
- Peppermint, regia di Costas Kapakas (Grecia, Bulgaria)
- Saltwater, regia di Conor McPherson (Irlanda)
- Seconda pelle (Segunda piel), regia di Gerardo Vera (Spagna)
- Sé quién eres, regia di Patricia Ferreira (Spagna, Argentina)
- Spellbound (Kin'yū fushoku rettō: Jubaku), regia di Masato Harada (Giappone)
- Spring of Life (Pramen zivota), regia di Milan Cieslar (Repubblica Ceca)
- La strada di Félix (Drôle de Félix), regia di Olivier Ducastel e Jacques Martineau (Francia)
- Sulla spiaggia e di là dal molo, regia di Giovanni Fago (Italia)
- Tempting Heart (Sam dung), regia di Sylvia Chang (Hong Kong)
- Il terzo miracolo (The Third Miracle), regia di Agnieszka Holland (Stati Uniti)
- Uneasy Riders (Nationale 7), regia di Jean-Pierre Sinapi (Francia)
- The Virgin (Die Jungfrau), regia di Diego Donnhofer (Austria)
- Vorošilovskij strelok, regia di Stanislav Govoruchin (Russia)
- Zurück auf Los!, regia di Pierre Sanoussi-Bliss (Germania)
Proiezioni speciali
modifica- Antigone (Die Antigone des Sophokles nach der Hölderlinschen Übertragung für die Bühne bearbeitet von Brecht 1948 (Suhrkamp Verlag)), regia di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet (Germania, Francia)
- Before Stonewall, regia di Greta Schiller (Stati Uniti)
- Boys/Life, regia di Phillip B. Roth (Stati Uniti)
- Buddies, regia di Arthur J. Bressan Jr. (Stati Uniti)
- The Cat Has Nine Lives (Neun Leben hat die Katze), regia di Ula Stöckl (Germania Ovest)
- Five Ways to Kill Yourself, regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- Gioventù bruciata (Rebel Without a Cause), regia di Nicholas Ray (Stati Uniti)
- Ich liebe dich, regia di Wilhelm Hein (Germania)
- Living with AIDS, regia di Tina Di Feliciantonio (Stati Uniti)
- Mala Noche, regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- My New Friend, regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- Non è l'omosessuale ad essere perverso, ma la situazione in cui vive (Nicht der Homosexuelle ist pervers, sondern die Situation, in der er lebt), regia di Rosa von Praunheim (Germania Ovest)
- Reefer and the Model, regia di Joe Comerford (Irlanda)
- Romance, regia di Sergio Bianchi (Brasile)
- Song from an Angel, regia di David Weissman (Stati Uniti)
- The Times of Harvey Milk, regia di Rob Epstein (Stati Uniti)
Cortometraggi
modifica- 2÷3, regia di Richard Press (Stati Uniti)
- Darling International, regia di M.M. Serra e Jennifer Todd Reeves (Stati Uniti)
- Echo, regia di Frédéric Roullier-Gall (Belgio)
- English Goodbye, regia di Andy Heathcote (Regno Unito)
- Die Farbe des Himmels, regia di Frédéric Moriette (Germania)
- Finimondo, regia di Gianluca Vallero (Germania)
- G., regia di Rolf Gibbs (Stati Uniti)
- Godzilla vs. the Netherlands, regia di Sietske Tjallingii (Paesi Bassi)
- Golden Whore (Puta de oros), regia di Miquel Crespi (Spagna)
- Hop, Skip & Jump, regia di Srdjan Vuletic (Bosnia ed Erzegovina, Slovenia)
- Lejanía., regia di Leonora Kievsky (Argentina)
- Lux aeterna, regia di Serge Avedikian e Levon Minasian (Francia)
- Mabrouk Again, regia di Hany Tamba (Francia)
- Monette, regia di Marie Hélia (Francia)
- Mon frère, regia di Matthias Fégyvères (Francia)
- One Night, regia di Veena Sud (Stati Uniti)
- Pismo v Ameriku, regia di Kira Muratova (Ucraina)
- Psycho Path, regia di D-J Haanraadts (Stati Uniti)
- Roces, regia di Alvaro Velarde (Perù)
- Routemaster, regia di Ilppo Pohjola (Finlandia)
- Sparklehorse, regia di Gariné Torossian (Canada)
- Sticky Dough (Hartes Brot), regia di Nathalie Percillier (Germania)
- Subterranean Homesick Blues, regia di Jason Barker (Regno Unito)
- Terra Emota, regia di Serge Avedikian e Levon Minasian (Francia)
Panorama Dokumente
modifica- Back Home to the Reich, with Bubi (Mit Bubi heim ins Reich), regia di Stanislaw Mucha (Germania)
- Chrissy, regia di Jacqui North (Australia)
- Grass, regia di Ron Mann (Canada)
- The Markus Family (Die Markus Family), regia di Elfi Mikesch (Germania)
- Mr. Death: The Rise and Fall of Fred A. Leuchter, Jr., regia di Errol Morris (Regno Unito, Stati Uniti)
- Night Waltz: The Music of Paul Bowles, regia di Owsley Brown (Stati Uniti)
- The Queen (Die Königin - Marianne Hoppe), regia di Werner Schroeter (Germania, Francia)
- Shadow Boxers, regia di Katya Bankowsky (Stati Uniti)
- Spoils of War (Botín de guerra), regia di David Blaustein (Argentina, Spagna)
- Stepping Out (Fremd gehen. Gespräche mit meiner Freundin), regia di Eva C. Heldmann (Germania)
- Zemlja obetovannaja. Vozvrascenie., regia di Aleksandr Rechwiaschwili (Russia)
Forum internazionale del giovane cinema
modifica- 6ixtynin9 (Ruang talok 69), regia di Pen-Ek Ratanaruang (Thailandia)
- 20 - Venti, regia di Marco Pozzi (Italia)
- A comme Adrienne, regia di Boris Lehmann (Belgio)
- Across a Gold Prairie (Kinpatsu no sougen), regia di Isshin Inudō (Giappone)
- Beau Travail, regia di Claire Denis (Francia)
- Benjamin Smoke, regia di Jem Cohen e Peter Sillen (Stati Uniti)
- The Books and the Night (Los libros y la noche), regia di Tristán Bauer (Argentina, Spagna)
- Bullets Over Summer (Bao lie xing jing), regia di Wilson Yip (Hong Kong)
- Cinéma Vérité: Defining the Moment, regia di Peter Wintonick (Canada)
- Il fantasma del Maresciallo Tito (Maršal), regia di Vinko Brešan (Croazia)
- First Love: Litter on the Breeze (Choh chin luen hau dik yi yan sai gaai), regia di Eric Kot (Hong Kong)
- A Fleeting Passage to the Orient (Ein flüchtiger Zug nach dem Orient), regia di Ruth Beckermann (Austria)
- The Four Seasons of the Law (I earini synaxis ton agrofylakon), regia di Dimos Avdeliodis (Grecia)
- Fragments de vie, regia di François Woukoache (Camerun, Belgio)
- The Geography of Fear (Pelon maantiede), regia di Auli Mantila (Finlandia, Germania, Svezia, Danimarca)
- George Washington, regia di David Gordon Green (Stati Uniti)
- Glass Marbles (Stakleni topcheta), regia di Ivan Tscherkelov (Bulgaria)
- Guo hai sui dao, regia di Lawrence Wong (Hong Kong, Cina)
- A Guy Like Dieter - Native of Golzow (Ein Mensch wie Dieter - Golzower), regia di Barbara e Winfried Junge (Germania)
- Hans Warns: My 20th Century (Hans Warns - Mein 20. Jahrhundert), regia di Gordian Maugg (Germania)
- Havanna mi amor, regia di Uli Gaulke (Germania)
- Homesick, regia di Hineki Mito (Giappone)
- Hum Dil De Chuke Sanam, regia di Sanjay Leela Bhansali (India, Ungheria)
- Hunters in the Snow (Heimkehr der Jäger), regia di Michael Kreihsl (Austria)
- I Could Read the Sky, regia di Nichola Bruce (Regno Unito, Irlanda)
- Kumar Talkies, regia di Pankaj Rishi Kumar (India)
- LaCapaGira, regia di Alessandro Piva (Italia)
- The Lady of the House (Bariwali), regia di Rituparno Ghosh (India)
- The Long Holiday (De grote vakantie), regia di Johan van der Keuken (Francia, Paesi Bassi)
- Long Night's Journey Into Day, regia di Deborah Hoffmann e Frances Reid (Stati Uniti)
- The Making of a New Empire, regia di Jos de Putter (Paesi Bassi)
- Making Sundried Red Peppers (Gochoo maligee), regia di Jang Hee-sun (Corea del Sud)
- Martin, regia di Ra'anan Alexandrowicz (Israele, Svizzera)
- The Mission (Cheung foh), regia di Johnnie To (Hong Kong)
- Monday, regia di Sabu (Giappone)
- Nabbie no koi, regia di Yuji Nakae (Giappone)
- Naked Under the Moon (Hubad sa ilalim ng buwan), regia di Lav Diaz (Filippine)
- Neustadt (New Town): The State of Things (Neustadt Stau - Stand der Dinge), regia di Thomas Heise (Germania)
- The New God (Atarashī kamisama), regia di Yutaka Tsuchiya (Giappone)
- Norae-ro Taeyang-ul Ssoda, regia di Cho Jai-Hong (Corea del Sud)
- The Punishment (Kazna), regia di Goran Rebic (Austria)
- Eine Reise nach Genf, regia di Irene Loebell (Svizzera)
- Rendez-Vous, regia di Kosuke Yamamoto (Giappone)
- Running Out of Time (Am zin), regia di Johnnie To (Hong Kong)
- Saluzzi - Ensayo para bandoneon y tres hermanos, regia di Daniel Rosenfeld (Argentina)
- Seven Songs from the Tundra (Seitsemän laulua tundralta), regia di Anastasia Lapsui e Markku Lehmuskallio (Finlandia)
- Shiro the White, regia di Katsuyuki Hirano (Giappone)
- Strastnoy bulvar, regia di Vladimir Khotinenko (Russia)
- A Sudden Loss of Gravity, regia di Todd Verow (Stati Uniti)
- Teatro Amazonas, regia di Sharon Lockhart (Stati Uniti)
- Tenebrae Lessons (Leçons de ténèbres), regia di Vincent Dieutre (Francia, Belgio)
- There's a Strong Wind in Beijing (Beijing de feng hen da), regia di Anqi Ju (Cina)
- Third Known Nest, regia di Tom Kalin (Stati Uniti)
- A Trip to the Country (Vacances au pays), regia di Jean-Marie Téno (Camerun, Francia, Germania)
- Truths: A Stream, regia di Masahiro Tsuchihashi (Giappone)
- El Valley Centro, regia di James Benning (Stati Uniti)
- La voleuse de Saint-Lubin, regia di Claire Devers (Francia)
- Where a Good Man Goes (Joi gin a long), regia di Johnnie To (Hong Kong)
- WhoAfraidWolf (WerAngstWolf), regia di Clemens Klopfenstein (Italia, Svizzera)
- Wojaczek, regia di Lech Majewski (Polonia)
- The Worlds of Mei Lanfang, regia di Mei-Juin Chen (Taiwan, Cina, Stati Uniti)
- Die Wüste, regia di Ebbo Demant (Germania)
- Zone M, regia di Eduard Schreiber (Germania)
Il Nuovo cinema tedesco
modifica- "...Verzeihung, ich lebe", regia di Andrzej Klamt (Germania, Polonia)
- After the Fall (Nach dem Fall), regia di Frauke Sandig e Eric Black (Germania)
- After the Truth (Nichts als die Wahrheit), regia di Roland Suso Richter (Germania)
- Blumen lieben oben, regia di Erwin Michelberger e Oleg Tcherny (Germania)
- Die Braut, regia di Egon Günther (Germania)
- Deutsche Polizisten: Viele Kulturen - Eine Truppe, regia di Aysun Bademsoy (Germania)
- Dialogue in the Mountains (Gespräch im Gebirg), regia di Mattias Caduff (Svizzera, Germania)
- Downhill City, regia di Hannu Salonen (Germania, Finlandia)
- The Einstein of Sex (Der Einstein des Sex), regia di Rosa von Praunheim (Germania, Paesi Bassi)
- Enlightenment Guaranteed (Erleuchtung garantiert), regia di Doris Dörrie (Germania)
- Football Rules Ok (Fußball ist unser Leben), regia di Tomy Wigand (Germania)
- Gigantic (Absolute Giganten), regia di Sebastian Schipper (Germania)
- Gloomy Sunday (Gloomy Sunday - Ein Lied von Liebe und Tod), regia di Rolf Schübel (Germania, Ungheria)
- Der große Bagarozy, regia di Bernd Eichinger (Germania)
- Just Messing About (Fisimatenten), regia di Jochen Kuhn (Germania)
- Late Show, regia di Helmut Dietl (Germania)
- Nightfall (Abendland), regia di Fred Kelemen (Germania, Portogallo)
- Oi! Warning, regia di Dominik e Benjamin Reding (Germania)
- Otomo, regia di Frieder Schlaich (Germania)
- Our Island in the South Pacific (Südsee, eigene Insel), regia di Thomas Bahmann (Germania)
- Paths in the Night (Wege in die Nacht), regia di Andreas Kleinert (Germania)
- Russia's Wonder Children (Russlands Wunderkinder), regia di Irene Langemann (Germania)
- Schnee in der Neujahrsnacht, regia di Thorsten Schmidt (Germania)
- Sonnenallee, regia di Leander Haußmann (Germania)
- St. Pauli Nacht, regia di Sönke Wortmann (Germania)
- Three Chinamen with a Double Bass (Drei Chinesen mit dem Kontrabaß), regia di Klaus Krämer (Germania)
- Tuvalu, regia di Veit Helmer (Germania)
- Unknown Friend (Fremde Freundin), regia di Anne Høegh Krohn (Germania)
- Wotenick, regia di Axel Kalhorn (Germania)
- Zoe, regia di Maren-Kea Freese (Germania)
Video
modifica- Arise! Walk Dog Eat Donut, regia di Ken Kobland (Stati Uniti)
- Buenos Aires Zero Degree: The Making of Happy Together (Sip si ling dou - Cheun gwong tsa sit), regia di Kwan Pun-Leung e Amos Lee (Hong Kong)
- The Himmler Project (Das Himmler Projekt), regia di Romuald Karmakar (Germania)
- Jiang Hu: Life on the Road, regia di Wu Wenguang (Cina)
- Une journée d'Andrei Arsenevitch, regia di Chris Marker (Francia)
- Shine, regia di Gidi Dar (Israele)
Kinderfilmfest
modifica- Blinker, regia di Filip Van Neyghem (Belgio)
- Il colore del paradiso (Rang-e khoda), regia di Majid Majidi (Iran)
- The Girl in the Sneakers (Dokhtari ba kafsh-haye-katani), regia di Rasoul Sadrameli (Iran)
- Man of Steel (Man van staal), regia di Vincent Bal (Belgio)
- Manolito Four Eyes (Manolito Gafotas), regia di Miguel Albaladejo (Spagna)
- Mr. Rice's Secret, regia di Nicholas Kendall (Canada)
- Sherdil, regia di Gita Mallik (Svezia)
- Un sogno realizzato (Tsatsiki, morsan och polisen), regia di Ella Lemhagen (Svezia, Danimarca, Norvegia, Islanda)
- Three Brothers (Tri brata), regia di Serik Aprimov (Kazakistan)
- Zukkoke sanningumi-kaito x monogatari, regia di Tsutomu Kashima (Giappone)
Cortometraggi
modifica- Big Cat, Little Cat, regia di Alexandra Schatz (Germania)
- The Breakfast, regia di Peter Sheridan (Irlanda)
- The Calling, regia di Lisa Chambers (Australia)
- Coucou, monsieur Edgar!, regia di Pierre M. Trudeau (Canada)
- A Devil in the Closet (En djevel i skapet), regia di Lars Berg (Norvegia)
- Först var det mörkt, regia di Anna Höglund e Gun Jacobson (Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda, Germania)
- Going Back Home (Tilbage til byen), regia di Michael W. Horsten (Danimarca)
- Kongen som ville ha mer enn en krone, regia di Randall Meyers (Norvegia)
- Nattflykt, regia di Klaus Härö (Finlandia)
- Scarecrow (Pugalo), regia di Aleksandr Kott (Russia)
- Trompe l'oeil, regia di Ingo Panke (Germania)
Proiezioni speciali
modifica- Pettson & Findus - Katten och gubbens år, regia di Albert Hanan Kaminski (Svezia, Germania)
- Il sogno di Crumb (Kruimeltje), regia di Maria Peters (Paesi Bassi)
Retrospettiva
modifica- Der achte Tag, regia di Reinhard Münster (Germania)
- Alraune la figlia del male (Alraune), regia di Richard Oswald (Germania)
- Android - Molto più che umano (Android), regia di Aaron Lipstadt (Stati Uniti)
- The Apostate (Otstupnik), regia di Valeri Rubinchik (Unione Sovietica, Germania Est, Austria)
- Armures mystérieuses, regia di Segundo de Chomón (Francia)
- The Automatic Motorist, regia di Walter R. Booth (Regno Unito)
- La bambola di carne (Die Puppe), regia di Ernst Lubitsch (Germania)
- Bambola meccanica mod. Cherry 2000 (Cherry 2000), regia di Steve De Jarnatt (Stati Uniti)
- La bambola vivente, regia di Luigi Maggi (Italia)
- The Birth of the Robot, regia di Len Lye (Regno Unito)
- Blade Runner, regia di Ridley Scott (USA, Hong Kong, Regno Unito)
- Die Buddenbrooks, regia di Gerhard Lamprecht (Germania)
- Cercasi l'uomo giusto (Making Mr. Right), regia di Susan Seidelman (Stati Uniti)
- The Clockwork Heart, regista e Paese non conosciuti
- The Cybernetic Grandma (Kybernetická babicka), regia di Jiří Trnka (Cecoslovacchia)
- La donna perfetta (The Stepford Wives), regia di Frank Oz (Stati Uniti)
- Dovevi essere morta (Deadly Friend), regia di Wes Craven (Stati Uniti)
- Das Eskimobaby, regia di Heinz Schall (Germania)
- Il figlio di Frankenstein (Son of Frankenstein), regia di Rowland V. Lee (Stati Uniti)
- La folie de Pierrot, regista non conosciuto (Francia)
- Frankenstein, regia di James Whale (Stati Uniti)
- Frankenstein 1970, regia di Howard W. Koch (USA)
- Frankenweenie, regia di Tim Burton (Stati Uniti)
- Gattaca - La porta dell'universo (Gattaca), regia di Andrew Niccol (Stati Uniti)
- Generazione Proteus (Demon Seed), regia di Donald Cammell (Stati Uniti)
- Ghost in the Shell (Kōkaku Kidōtai), regia di Mamoru Oshii (Giappone)
- Gibel' sensacii, regia di Aleksandr Andrievskij (Unione Sovietica)
- Il giocatore di scacchi (Le joueur d'échecs), regia di Raymond Bernard (Francia)
- Le Golem, regia di Julien Duvivier (Cecoslovacchia)
- Il Golem - Come venne al mondo (Der Golem, wie er in die Welt kam), regia di Carl Boese e Paul Wegener (Germania)
- Heart of a Dog (Sobache serdtse), regia di Vladimir Bortko (Unione Sovietica)
- Der Herr der Welt, regia di Harry Piel (Germania)
- Homunculus, 4. Teil - Die Rache des Homunculus, regia di Otto Rippert (Germania)
- Die ideale Gattin, regista non conosciuto (Germania)
- Der ideale Untermieter, regia di Wolf Schmidt (Germania Ovest)
- L'imperatore della città d'oro (Císaruv pekar - Pekaruv císar), regia di Martin Frič (Cecoslovacchia)
- Die Insel der Verschollenen, regia di Urban Gad (Germania)
- L'isola del dr. Moreau (The Island of Dr. Moreau), regia di Don Taylor (Stati Uniti)
- Johnny Mnemonic, regia di Robert Longo (Canada, Stati Uniti)
- Liebe 2002, regia di Joachim Hellwig (Germania Est)
- La mandragora (Alraune), regia di Henrik Galeen (Germania)
- La mandragora (Alraune), regia di Arthur Maria Rabenalt (Germania Ovest)
- La maschera di Frankenstein (The Curse of Frankenstein), regia di Terence Fisher (Regno Unito)
- The Mechanical Man, regista non conosciuto (Regno Unito)
- Miss Golem (Slecna Golem), regia di Jaroslav Balík (Cecoslovacchia)
- La moglie di Frankenstein (Bride of Frankenstein), regia di James Whale (Stati Uniti)
- Il mondo dei robot (Westworld), regia di Michael Crichton (Stati Uniti)
- Il mostro è in tavola... barone Frankenstein (Flesh for Frankenstein), regia di Paul Morrissey e Antonio Margheriti (Stati Uniti, Italia, Francia)
- Le Pendu, regia di Louis J. Gasnier (Francia)
- The Perfect Woman, regia di Bernard Knowles (Regno Unito)
- Pinocchio, regia di Giulio Antamoro (Italia)
- Polidor statua, regia di Ferdinand Guillaume (Italia)
- Priorità assoluta (Eve of Destruction), regia di Duncan Gibbins (Stati Uniti)
- Rapacità (Greed), regia di Erich von Stroheim (Stati Uniti)
- I ragazzi venuti dal Brasile (The Boys from Brazil), regia di Franklin Schaffner (Regno Unito, Stati Uniti)
- RoboCop, regia di Paul Verhoeven (Stati Uniti)
- RoboCop 2, regia di Irvin Kershner (Stati Uniti)
- RoboCop 3, regia di Fred Dekker (Stati Uniti)
- Saturno 3 (Saturn 3), regia di Stanley Donen (Regno Unito)
- Scacco alla regina (Le joueur d'échecs), regia di Jean Dréville (Francia)
- Specie mortale (Species), regia di Roger Donaldson (Stati Uniti)
- Terminator (The Terminator), regia di James Cameron (Regno Unito, Stati Uniti)
- Terminator 2 - Il giorno del giudizio (Terminator 2: Judgment Day), regia di James Cameron (Stati Uniti, Francia)
- Terror Is a Man, regia di Gerardo de Leon (Filippine, Stati Uniti)
- Test pilota Pirxa, regia di Marek Piestrak (Polonia, Unione Sovietica)
- Tetsuo, regia di Shin'ya Tsukamoto (Giappone)
- Topolino e il pugile meccanico (Mickey's Mechanical Man), regia di Wilfred Jackson (Stati Uniti)
- L'uomo meccanico, regia di André Deed (Italia)
Premi
modificaPremi della giuria internazionale
modifica- Orso d'oro: Magnolia di Paul Thomas Anderson
- Orso d'argento, gran premio della giuria: La strada verso casa di Zhang Yimou
- Orso d'argento, premio della giuria: The Million Dollar Hotel di Wim Wenders
- Orso d'argento per il miglior regista: Miloš Forman per Man on the Moon
- Orso d'argento per la migliore attrice: ex aequo Nadja Uhl e Bibiana Beglau per Il silenzio dopo lo sparo di Volker Schlöndorff
- Orso d'argento per il miglior attore: Denzel Washington per Hurricane - Il grido dell'innocenza di Norman Jewison
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: tutto il cast di Paradiso - Sieben Tage mit sieben Frauen di Rudolf Thome
- Premio l'angelo azzurro: Il silenzio dopo lo sparo di Volker Schlöndorff
- Premio Alfred Bauer: Dokuritsu shonen gasshoudan di Akira Ogata
- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: Tribute to Alfred Lepetit di Jean Rousselot
- Orso d'argento, premio della giuria: Média di Pavel Koutský
Premi onorari
modificaPremi della Kinderjury
modifica- Orso di cristallo: Un sogno realizzato di Ella Lemhagen
- Menzione speciale: Mr. Rice's Secret di Nicholas Kendall
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: A Devil in the Closet di Lars Berg
- Menzione speciale: Nattflykt di Klaus Härö
- Grand Prix per il miglior lungometraggio: ex aequo Un sogno realizzato di Ella Lemhagen e Man of Steel di Vincent Bal
- Menzioni speciali: The Girl in the Sneakers di Rasoul Sadrameli e Manolito Four Eyes di Miguel Albaladejo
- Special Prize per il miglior cortometraggio: ex aequo Kongen som ville ha mer enn en krone di Randall Meyers e Scarecrow di Aleksandr Kott
- Menzioni speciali: Going Back Home di Michael W. Horsten e The Breakfast di Peter Sheridan
Premi delle giurie indipendenti
modifica- Premio della giuria ecumenica
- Concorso: La strada verso casa di Zhang Yimou
- Menzione speciale: Média di Pavel Koutský
- Panorama: Spoils of War di David Blaustein
- Menzione speciale: Echo di Frédéric Roullier-Gall
- Forum: ex aequo The Long Holiday di Johan van der Keuken e Cinéma Vérité: Defining the Moment di Peter Wintonick - Premio FIPRESCI
- Concorso: Of Woman and Magic di Claude Miller
- Forum: ex aequo Monday di Sabu e Paragraph 175 di Rob Epstein e Jeffrey Friedman - Guild Film Prize: Hurricane - Il grido dell'innocenza di Norman Jewison
- Premio CICAE Art Cinema
- Panorama: Saltwater di Conor McPherson
- Forum: The Four Seasons of the Law di Dimos Avdeliodis - Premio Caligari: The Four Seasons of the Law di Dimos Avdeliodis
- Premio Manfred Salzgeber: El mar di Agustí Villaronga
- New York Film Academy Award: ex aequo Sticky Dough di Nathalie Percillier e Hop, Skip & Jump di Srdjan Vuletic
- Menzioni speciali: Sparklehorse di Gariné Torossian e 2÷3 di Richard Press
- New York Film Academy Scholarship: Finimondo di Gianluca Vallero
- Peace Film Prize: Long Night's Journey Into Day di Deborah Hoffmann e Frances Reid
- Premio NETPAC: ex aequo The Lady of the House di Rituparno Ghosh e Nabbie no koi di Yuji Nakae
- Menzione speciale: Making Sundried Red Peppers di Jang Hee-sun
- Premio Wolfgang Staudte: Il fantasma del Maresciallo Tito di Vinko Brešan
- Menzione speciale: Truths: A Stream di Masahiro Tsuchihashi
- Premio Don Quijote: The Four Seasons of the Law di Dimos Avdeliodis
- Menzioni speciali: Monday di Sabu e 6ixtynin9 di Pen-Ek Ratanaruang
- Teddy Award
- Miglior lungometraggio: Gocce d'acqua su pietre roventi di François Ozon
- Miglior documentario: Paragraph 175 di Rob Epstein e Jeffrey Friedman
- Miglior cortometraggio: Sticky Dough di Nathalie Percillier
- Premio della giuria: Chrissy di Jacqui North e La strada di Félix di Olivier Ducastel e Jacques Martineau
- Premio Else dei lettori di Siegessäule: La strada di Félix di Olivier Ducastel e Jacques Martineau
Premi del pubblico e dei lettori
modifica- Panorama Audience Award: Uneasy Riders di Jean-Pierre Sinapi
- Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: Magnolia di Paul Thomas Anderson
- Premio dei lettori della Berliner Zeitung: Long Night's Journey Into Day di Deborah Hoffmann e Frances Reid
- Menzioni speciali: Beau Travail di Claire Denis, The Four Seasons of the Law di Dimos Avdeliodis e Il fantasma del Maresciallo Tito di Vinko Brešan
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m n o 50th Berlin International Film Festival - February 9-20, 2000, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ Awards 2000, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Die Geschichte des Manfred Salzgeber Preises, su manfred-salzgeber.org, web.archive.org. URL consultato il 16 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2013).
- ^ Alessandra Levantesi, USA pigliatutto, in La Stampa, 7 febbraio 2000.
- ^ Fulvia Caprara, Berlino premia il grande Washington, in La Stampa, 21 febbraio 2000.
- ^ Retrospectives Since 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ a b Juries - 2000, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
Bibliografia
modifica- (EN) Wolfgang Jacobsen, 50 Years Berlinale - Internationale Filmfestspiele Berlin, Filmmuseum Berlin - Deutsche Kinemathek, 2000, ISBN 9783875849066.
Collegamenti esterni
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