Utente:PMarega1998/Sandbox9
Campagna in Germania di Moreau parte della guerra della Seconda coalizione | |
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Truppe francesi in lotta per attraversare il Danubio | |
Data | 1800 |
Luogo | Baden-Wurttemberg e Baviera, Germania |
Esito | Vittoria francese |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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Nel 1800 il generale francese Jean Victor Moreau si avventurò in una campagna militare in Germania, con lo scopo di respingere le forze imperiali austriache dal suolo tedesco ed avvicinarsi alla capitale nemica, Vienna. Questa operazione in parte era necessaria per favorire la discesa di Napoleone Bonaparte in Italia attraverso le Alpi e concludere con una vittoria francese la guerra della Seconda coalizione.
L'avventura di Moreau in Germania iniziò il 25 aprile 1800 quando le divisioni sotto il suo comando attraversarono il Reno e colpirono le forze austriache stanziate nella Foresta Nera. La campagna proseguì con una buona serie di successi del generale repubblicano sulle truppe austriache del generale Kray. In seguito all'armistizio di Alessandria, tutte le operazioni militari che coinvolgevano le due potenze in conflitto si arrestarono per sei mesi, inclusa l'avanzata dell'esercito di Moreau. Scaduti i termini dell'armistizio, le forze francesi trovarono in Germania la decisiva vittoria di Hohenlinden, che avrebbe rapidamente portato ad un armistizio definitivo ed alla resa del Sacro Romano Impero.
Contesto storico
modificaGli anni successivi al 1789 videro un rapido e turbolento cambiamento del quadro politico e sociale all'interno della Francia. Il malcontento popolare nei confronti della monarchia e dei privilegi riservati all'aristocrazia avevano portato prima alla promulgazione di una costituzione nel 1791, alla destituzione della monarchia e contemporanea proclamazione della Prima repubblica francese l'anno seguente. Allo stesso tempo, le due potenze europee di Austria e Prussia si erano mosse in favore della causa monarchica ed avevano inviato i loro eserciti in Francia, cercando di raggiungere Parigi, liberare Luigi XVI e Maria Antonietta e reinsediare il precedente regime assolutistico. L'esercito francese, rimasto orfano di gran parte dei suoi ufficiali, per lo più nobili fuggiti all'estero nelle prime fasi della Rivoluzione francese, ebbe poca fortuna nelle prime fasi del conflitto, quando ancora l'ordine, la disciplina e l'esperienza delle truppe erano pressoché nulle. La vittoria di Valmy, di importanza più simbolica che strategica, riportò in alto il morale delle truppe francesi e cementificare la consapevolezza delle armate rivoluzionarie.
Negli anni seguenti al 1792, con il maturare dell'esperienza sul campo degli eserciti repubblicani, emersero tra le file dei soldati nuovi ed abili comandanti, che in precedenza non avrebbero trovato posto nell'esercito reale. Questa nuova generazione di talentuosi ufficiali, tra i quali Pichegru, Jourdan e poi anche Bonaparte, presero il comando degli eserciti repubblicani e si affermarono in numerose occasioni, sconfiggendo numerose volte le forze coalizzate che si opponevano a loro. Uno di questi generali era Jean Victor Moreau: studente di giurisprudenza, si era unito agli ideali rivoluzione già nel 1789 ed il suo talento militare non era passato inosservato agli occhi di Carnot e Saint-Just. Formatosi militarmente sotto la guida di Pichegru, Moreau ascese rapidamente ai vertici militari dell'esercito francese, dopo essersi dimostrato come un valido comandante durante la campagna delle Fiandre del 1794-1795, fino a riuscire ad ottenere il comando dell'Armata del Reno nel 1796. La sua campagna in Germania vide risultati alterni: a brillanti vittorie si alternarono altrettante sconfitte, principalmente dovute all'abilità dell'arciduca Carlo. Solo nelle fasi finali del conflitto, una serie di incoraggianti risultati fu interrotta dall'armistizio di Leoben e dalla successiva pace di Campo Formio.
Dopo due anni di pace sul continente, le potenze alleate erano tornate in lotta con la Francia. Moreau fu assegnato al ruolo di secondo in comando nell'armata francese in Italia, dietro a Barthelémy Schérer. Moreau si dimostrò nuovamente un generale capace e presto soppiantò il suo comandante, con la complicità di alcuni risultati mediocri a Verona e Magnano. Prese le redini dell'esercito, mantenne il ruolo di comandante in capo da aprile fino a settembre del 1799, salvo una breve parentesi in cui assunse il ruolo di secondo in comando sotto Joubert. Moreau, militare cauto e meticoloso, riuscì a mantenere quasi intatto il suo esercito nonostante i ripetuti scontri con le forze austro-russe del generale Suvorov. Giunte in Italia le forze dell'Armata delle Alpi del generale Championnet, Moreau cedette lui la carica di comandante delle forze francesi e si mosse verso la Francia, in attesa di ricevere formalmente una posizione di comando nell'Armata del Reno, cosa promessa tempo addietro dal Direttorio.
Antefatti
modificaIl consolato
modificaAl suo ritorno dall'Italia, Moreau soggiornò a Parigi, dove attendeva la sua nuova collocazione in una delle armate principali dell'esercito francese. Durante la sua permanenza nella capitale, Moreau ebbe l'occasione di parlare con l'abate Sieyés, uno dei membri del Direttorio e dei politici più influenti della Francia dell'epoca. Sieyés stava progettando in segreto un colpo di stato per porre fine all'attuale governo francese, profondamente corrotto ed inefficiente, sostituendolo con un triumvirato e rimodernando l'intera struttura politica della repubblica. Moreau, per quanto egli stesso non fosse un simpatizzante del Direttorio, decise di rifiutare la proposta dell'abate, pur rimanendo complice del piano segreto. Poche settimane più tardi, un altro generale fu contattato da Sieyés, stavolta favorevole all'attuazione del colpo di stato. Si trattava di Bonaparte, appena tornato dall'Egitto: il generale corso era ben lieto di liberarsi del Direttorio e di prendere per sé il potere politico. Il grande evento fu programmato per il 18 brumaio e Bonaparte, in quanto "spada" del colpo di stato, cercò di avvicinare a sé e rendere complici del piano le figure chiave dell'esercito. Pochi giorni prima della data stabilita, si ritrovò a cena con Bernadotte, Jourdan e Moreau, esponendo a tutti e tre le sue reali intenzioni ed accennando al piano per rovesciare il governo: Bernadotte dimostrò a pieno il suo sdegno, Jourdan si mantenne neutrale mentre Moreau accettò di prendervi parte.
Appena preso il titolo di Primo Console, Bonaparte cercò di intavolare delle trattative di pace con le altre potenze europee. I suoi appelli alla pace ebbero risultati alterni:
- la Prussia, che era rimasta indecisa ed aveva atteso a prendere parte agli sforzi della coalizione, desistette e si proclamò ufficialmente neutrale, rinunciando definitivamente a prendere parte al conflitto;
- la Russia, dopo la fallita spedizione in Olanda ed i pessimi risvolti della campagna svizzera di Suvorov, decise di accettare l'offerta francese e si ritirò dalla coalizione;
- l'Inghilterra rifiutò di trattare con i francesi e decise di proseguire la guerra;
Più complessa fu la situazione in Austria, dove i pareri erano divisi: l'arciduca Carlo, il miglior comandante dell'esercito austriaco, spingeva per una pace con i francesi, rendendosi persino disponibile a fare da mediatore; l'imperatore Francesco II era indeciso mentre il ministero della guerra e il consiglio aulico erano convinti di poter sconfiggere la Francia sul campo. Prevalse quest'ultima fazione: l'imperatore rifiutò la proposta di pace di Napoleone e la guerra proseguì. Questa decisione ebbe delle ripercussione per l'impiego dell'arciduca Carlo nell'esercito: formalemente, si allontanò dal comando delle armate in Germania a causa di problemi di salute, ma è alquanto plausibile che si trattasse di una mera punizione per le sue posizioni rispetto alla proposta di pace francese.[N 1]
L'Armata di Riserva e i piani di Bonaparte
modificaIl Primo console non trascurò di ricompensare i suoi collaboratori nel colpo di stato: Talleyrand e Fouché furono fatti ministri, Bessieres fu messo a capo della Guardia consolare, Berthier a comando di una nuova armata, tutti i militari a lui fedeli ebbero poi posizioni di prestigio nell'esercito. Nel caso di Moreau, egli fu posto al comando della neonata "Armata del Danubio", un nuovo esercito creato dalla fusione delle altre tre armate che agivano sul fronte svizzero-tedesco (Helvetia, Sambre e Mosa, Reno). Adesso che era certo che l'Austria si sarebbe mossa contro la Francia, Napoleone focalizzò la sua attenzione su un piano che avrebbe permesso alle sue truppe di ottenere una decisiva vittoria, capovolgendo le sorti del conflitto, che aveva visto i repubblicani sempre in difficoltà.
Sfruttando la Svizzera, in salda mano francese, che agiva da "spartiacque" tra le due principali armate austriache, il generale corso intendeva sfruttare la nuova armata allestita da Berthier, la cui esistenza era nota a pochi ed i piani che la riguardavano erano mantenuto con estrema segretezza,[1] per piombare su una di esse, sconfiggerla e marciare indisturbato verso Vienna. La via più semplice sarebbe stata quella di unire le forze dell'Armata di Riserva a quelle dell'Armata del Danubio: le forze austriache in Germania avevano appena perso il loro miglior comandante e, una volta sconfitte, la strada verso Vienna sarebbe stata libera da ogni ostacolo. Questa operazione avrebbe richiesto che fosse Napoleone stesso a prendere il comando della nuova forza e Moreau, che solo da poche settimane era stato messo a comando delle armate destinate alla guerra in Germania, si oppose con decisione a tale proposta. Da una parte vi era l'orgoglio personale, dall'altra l'atteggiamento prudente di Moreau non si abbinava bene con l'aggressività di Bonaparte.[N 2]
Constatata l'impossibilità di procedere con il primo progetto, Napoleone mise in moto i preparativi per il secondo: sarebbe sceso attraverso le Alpi in Pianura Padana, spuntando alle spalle delle foze austriache di von Melas, mettendo in serio pericolo le loro linee di comunicazione e, con la collaborazione dell'Armata d'Italia di Massena, le avrebbe intrappolate in Piemonte. Per attuare questa strategia, le sole forze dell'Armata di Riserva non erano sufficienti: l'Armata del Danubio avrebbe dovuto inviare in Italia almeno 15000 uomini, in modo che le forze francesi e austriache nella penisola fossero numericamente equivalenti. Questo stava a significare che le forze di Moreau avrebbero dovuto avanzare in Germania, sconfiggere gli austriaci ripetutamente e stabilizzare il fronte a sufficienza per consentire che un così nutrito gruppo di soldati si potesse muovere verso sud senza causare problemi.
La campagna in Germania
modificaOrganizzazione dell'esercito di Moreau
modificaL'esercito francese si trovava sul Reno ed era organizzato in quattro corpi d'armata, ognuno a sua volta organizzato in divisioni:
- l'ala destra (29000 uomini), comandata da Lecourbe, era composta dalle tre divisioni di Vandamme, Lorge e Montrichard. Si trovava tra Bad Ragaz e Laufenburg, nel distretto di Rheinthal;
- al centro, comandati da Saint-Cyr c'erano 30000 uomini, distribuiti nelle divisioni di Barguey d'Hilliers, Ney e Thurrau. Erano posizionati di fronte a Breisach;
- la riserva (26000 uomini), gestita personalmente da Moreau, era suddivisa nei reparti di Delmas, Leclerc e Richepanse ed era posizionata a Basilea;
- la sinistra (18000 uomini), affidata da Saint-Suzanne, occupava la città di Strasburgo, di fronte a Kehl, ed era divisa tra Colaud, Souham, Legrand e Delaborde.
Queste forze erano affiancate da 13000 cavalli e 116 pezzi d'artiglieria. Il capo di stato maggiore di Moreau fu Desolles.[2][3][4]
L'attraversamento del Reno
modificaPer attuare il brillante piano di Bonaparte contro le forze austriache in Italia, era comunque necessario l'aiuto di Moreau: per massimizzare le proprie possibilità di successo, Napoleone doveva ridurre lo svantaggio numerico nei confronti dell'armata al comando di von Melas e per fare ciò aveva bisogno di prelevare circa 20000 uomini dall'esercito di Moreau e spostarli in Italia. Ovviamente, questo implicava direttamente che Moreau avrebbe prima dovuto affrontare e sconfiggere Kray, che nella primavera del 1800 aveva sostituito l'arciduca Carlo, in modo da garantire sufficiente stabilità nel fronte tedesco da poter permettere ai suoi uomini di dirigersi a sud senza che vi fossero conseguenze.[5][6][7]
Napoleone, che voleva una rapida vittoria su Kray per portare avanti i suoi progetti per l'Armata di Riserva, tenuti meticolosamente segreti persino allo stesso Moreau,[8] aveva proposto una manovra audace, che comprendeva la concentrazione dell'esercito del Reno in Svizzera ed un attraversamento del Reno a Sciaffusa per colpire le vie di comunicazione di Kray con Monaco di Baviera a Stockach, colpendo la sua ala sinistra, situata dietro alla Foresta Nera. La manovra, con opportune precauzioni sarebbe potuta essere nascosta agli occhi del nemico ed avrebbe portato alla distruzione, o comunque alla ritirata, dell'esercito imperiale.[9] Moreau, per natura molto più prudente di Napoleone, espose i rischi di questa strategia, che lasciava completamente indifeso il Reno e che sarebbe fallita in caso di un movimento retrogrado dell'esercito austriaco. Nonostante le rassicurazioni di Bonaparte, Moreau rimase scettico e poco collaborativo. Propose al console un piano diverso, più lento ma sicuro, che avrebbe garantito la protezione del Reno ed avrebbe avuto ugualmente gli stessi risultati dell'altra manovra:
- Il centro e la sinistra avrebbero attraversato il Reno (a Breisach e Kehl rispettivamente) ed avrebbero attaccato il corpo di Kienmayer, ossia l'ala destra dell'esercito di Kray;
- Kray, convinto di un attacco in quella direzione, avrebbe rafforzato Kienmayer;
- Il centro e la sinistra si sarebbero immediatamente ritirati. Il primo avrebbe marciato lungo la sponda tedesca del Reno passando per St. Blasien e raggiunto Sciaffusa mentre il secondo avrebbe attraversato il Reno due volte, una a Kehl e l'altra a Breisach e preso la posizione originariamente occupata dal centro;
- La riserva avrebbe attraversato a Basilea e si sarebbe diretta a Sciaffusa, dove avrebbe incontrato la destra e l'avrebbe aiutata ad attraversare;
- Riunitesi le tre parti, anche la sinistra avrebbe raggiunto Sciaffusa, passando per Friburgo, Titisee-Neustadt e Loffingen;
- L'esercito, riunito, avrebbe attaccato il fianco sinistro di Kray, forzandolo a ritirarsi in direzione di Ulma o Ratisbona
La manovra di Moreau era molto più complicata di quella di Bonaparte, ma ugualmente valida.[10] Napoleone, fiducioso di riuscire a convincere Moreau, convocò Desolles a Parigi ed illustrò a lui i vantaggi del proprio piano. Desolles, militare capace, comprese la superiorità del piano di Bonaparte rispetto a quello di Moreau, ma provò a convincere Napoleone a lasciar agire il comandante dell'Armata del Reno di testa propria. Non potendo fare a meno di un comandante abile come Moreau, l'unico altro generale capace di gestire una campagna autonomamente, accettò il piano proposto dal generale, seppur dimostrandosi in privato infastidito e seccato dal suo atteggiamento.[11] La profonda rivalità tra i due condottieri si ritiene abbia avuto inizio da questo episodio.[12] L'ostinazione di Moreau causò vari ritardi rispetto alle previsioni iniziali ma, finalmente, il 25 aprile la complicata manovra del generale francese ebbe inizio.[13]
Le forze di Moreau sulla sinistra attaccarono Kienmayer, cacciandole dagli avamposti nella Foresta Nera e forzandolo a trovare rifugio ad Offenburg. Lo stesso giorno si mosse il centro di Saint-Cyr, che attraversò a Breisach e colpì le forze di Gyulai, costringendole prima ad una strenua resistenza a Friburgo per poi scalzare e mandarle in fuga verso Neustadt. Da questi movimenti, Kray credette che Moreau volesse forzare le valli dell'Enfer e del Kintzig per raggiungere le sorgenti del Danubio e svoltare la gola del Kniebis. Quindi, rafforzò la propria ala destra. Il resto della manovra di Moreau procedette alla perfezione: Kray, non capendo dove muoversi, lasciò campo libero ai francesi, che ebbero il tempo di spostarsi seguendo il piano originariamente delineato dal loro comandante. Con l'eccezione della sinistra di Saint-Suzanne, l'intero corpo di Moreau aveva occupato nelle prime giornate di maggio le valli del Wutach, dell'Alb e del Wiese e puntava a Stockach, punto chiave per i rifornimenti di Kray. L'austriaco, che iniziava a comprendere la gravità della propria posizione, decise di affrontare Moreau a Stockach, per impedirgli di recidere le sue vie di comunicazione raggiungendo Ulma.[14][15][16]
Kray, mantenendo le sue prime impressioni, rafforzò Kienmayer sulla sua destra a 30000 uomini, e poiché lasciò ancora il principe Reuss nel Voralberg con altri 25000, gli rimasero solo 40000 uomini per difendersi dal generale francese, che ora avanzava verso di lui alla testa di 70000 uomini. Moreau impiegò il 29 e il 30 aprile per rettificare la sua linea. St. Suzanne aveva raggiunto la Val d'Enfer il 30 mentre St. Cyr era sceso dalla sua posizione su Stühlingen, da dove si era ritirato il generale Lindenau: Lecourbe aveva concordato con il generale in capo di rimanere pronto ad attraversare il Reno il 1° maggio. Di notte, quindi, concentrò tutto il suo corpo dietro Reichlingen, avendo raccolto lì venticinque imbarcazioni e piazzato trentaquattro pezzi di artiglieria in batteria per coprire il passaggio, ma Kray aveva ritirato le truppe da tra Sciaffusa e Costanza, e non c'era opposizione se non dagli avamposti del generale Kospoth e del principe di Lorena sulle rive del fiume. Le divisioni Molitor e Vandamme di conseguenza attraversarono e occuparono immediatamente le strade che portavano a Engen e Stockach. La brigata Goulu attraversò a Paradis, vicino Sciaffusa, e incontrò una certa resistenza al villaggio di Busingen. Con pochissime interruzioni, quindi, le truppe francesi si fecero strada per operare un incrocio e, passando, catturarono il forte di Hohentweil sull'Aach, con il che si assicurarono un posto armato con trentasei cannoni, che proteggevano le comunicazioni dirette di Kray con il principe di Reuss.[17]
Le prime vittorie
modificaL'avanzata sul Danubio
modificaLa ripresa delle ostilità e la resa austriaca
modificaDopo la scadenza dei termini dell'armistizio di Alessandria, le due potenze ripresero le ostilità. Sul fronte tedesco, dopo le prestazioni poco convincenti dell'esercito, il generale Paul Kray fu sostituito con l'Arciduca Giovanni, fratello minore dell'imperatore. Il giovane membro della famiglia reale, era appena diciottenne ed era quasi privo di qualsiasi esperienza militare, per cui fu affiancato da due militari esperti: il generale Franz von Lauer ed il colonnello Franz von Weyrother.
La sconfitta di Hohenlinden fu cruciale: l'esercito austriaco, sconnesso e demoralizzato, si ritrovò all'improvviso inseguito dalle divisioni francesi al comando di Moreau. L'unica possibilità di salvezza per i soldati imperiali era ritirarsi e non smettere di retrocedere. La situazione era così drammatica che l'arciduca Carlo, che era precedentemente stato allontanato dall'incarico, venne richiamato a riprendere le redini dell'esercito in Germania. Nel frattempo, non trovando alcuna opposizione degna di nota, i francesi erano continuati ad avanzare, catturando tutti i reparti austriaci lungo il loro tragitto. Nel corso di due settimane, l'armata di Moreau aveva già raggiunto Salisburgo e non c'era più verso di bloccare la sua strada verso Vienna.
Constatati i progressi francesi e lo stato del proprio esercito, l'arciduca Carlo non potè che trattare la resa austriaca. Le due parti firmarono un armistizio in data 25 dicembre a Steyr. Quello stesso giorno, qualche centinaio di chilometri più a sud, i francesi attraversarono il Mincio, preparandosi ad una nuova campagna, ancora inconsapevoli della cessazione delle ostilità.
Conseguenze
modificaLa pace in Europa
modificaLe clausole dell'armistizio di Steyr furono successivamente riprese e rimodellate per giungere ad un accordo di pace definitivo tra Austria e Francia. La pace tra le due parti fu firmata a Lunéville nel 1801: l'Austria riconosceva la Repubblica francese e tutte le altre repubbliche giacobine presenti in Europa, si impeganava a pagare un'indennità di guerra ed accettava di ripristinare i propri confini seguendo gli accordi stretti a Campoformio quattro anni prima.
Con la resa dell'Austria, erano sostanzialmente terminati tutti i conflitti sul continente. L'unica potenza rimasta ancora in lotta con i francesi era l'Inghilterra. Per quanto potesse essere ostinato il desiderio degli inglesi di ottenere una vittoria sui repubblicani, vi era ben poco che potessero fare: le armate inglesi non solo non erano in grado di competere con quelle francesi, sia per numero che per qualità, ma non avevano più un bersaglio da colpire. Allo stesso modo, i francesi non potevano attraversare la Manica e attaccare direttamente l'Inghilterra, la cui consolidata superiorità navale garantiva loro una totale sicurezza sotto questo punto di vista. Nel 1802, le due nazioni cercarono di trovare un accordo per porre fine alla lotta che le vedeva coinvolte da quasi un decennio: ad Amiens, città scaramanticamente scelta perché vi fu già firmato un trattato anni addietro, i firmatari delle due potenze siglarono gli accordi di pace, ponendo fine alla guerra della Seconda coalizione ed inaugurando l'unico significativo periodo di pace in Europa fino al termine dell'età napoleonica.
La fine di Moreau
modificaMoreau, dopo aver terminato la propria campagna, si ritirò a vita privata.
Note
modificaNote esplicative
modifica- ^ Carlo si era già scontrato con Napoleone in Italia nel 1797 ed aveva avuto modo di saggiare in prima persona il genio militare del generale corso. Nel corso delle future guerre tra Austria e Francia, Carlo si dimostrò sempre titubante nell'affrontare direttamente gli eserciti sotto il comando di Napoleone, del quale aveva profonda stima come generale e comprendeva la sua indiscussa superiorità in campo bellico. Infatti, a seguito della battaglia di Eckmuhl del 1809, scrisse personalmente all'imperatore francese, congratulandosi per la geniale manovra che lo aveva portato alla vittoria e proponendosi immediatamente come mediatore per una pace tra le due potenze. Tale appello non ebbero però risposta.
- ^ Per Moreau, essere messo al comando dell'armata e poi venire immediatamente sostituito da Napoleone era un atto pari ad un affronto, una pubblica dichirazione di incompetenza.
Note bibliografiche
modifica- ^ Andrew Roberts, Napoleone il Grande, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana e Aldo Piccato, pp. pp. 305-306.
- ^ Sargent, p. 93.
- ^ Hugo, p. 138.
- ^ Cust, pp. 11-12.
- ^ Sargent, pp. 66-67.
- ^ Sargent, pp. 27-28.
- ^ Cust, p. 11.
- ^ Andrew Roberts, Napoleone il Grande, pp. 305-306.
- ^ Sargent, pp. 94-95.
- ^ Sargent, pp. 96-97.
- ^ Sargent, pp. 97-99.
- ^ Hugo, p. 137.
- ^ Cust, p. 12.
- ^ Cust, pp. 12-13.
- ^ Hugo, p. 138.
- ^ Sargent, pp. 100-103.
- ^ Cust, p. 13.
Bibliografia
modifica- (DE) Gaston Bodart, Militär-historisches Kriegs-Lexikon (1618-1905), Vienna e Lipsia, C. W. Stern, 1908.
- Carlo G. G. Botta, Storia d'Italia dal 1789 al 1814, Parigi, 1824, ISBN 9-788-82810116-1.
- (EN) Hewson Clarke, The History of the War: From the Commencement of the French Revolution to the Present Time, vol. 1, Londra, T. Kinnersley, 1816.
- Antonio Coppi, Annali d'Italia dal 1750, Volume 2, Stamperia de Romanis, 1824.
- (EN) Sir Edward Cust, Annals of the Wars of the Eighteenth Century, vol. 5, Londra, J. Murray, 1862.
- (FR) Laurent de Gouvion-Saint-Cyr, Mémoires pour servir à l'histoire militaire sous le Directoire, le Consulat et l'Empire, Parigi, Anselin, Libraire par l'art militaire, 1831.
- (FR) Edouard Gachot, Histoire militaire de Massena. Le siége de Gênes (1800), Parigi, 1908.
- (EN) Herbert Howland Sargent, The Marengo Campaign with comments, Chicago, A. C. McClurg and company, 1897.
- (FR) Abel Hugo, France militaire. Histoire des l'armées françaises de terre et de mer de 1792 a 1833., vol. 3, Parigi, Delloye, 1833.
- (FR) Antoine Henri Jomini, Campagne de 1799 - Deuxième Période, in Histoire critique et militaire des guerres de la Révolution, vol. 15, Parigi, Chez Anselin et Pochard, 1822.
- (FR) Antoine Henri Jomini, Campagne de 1800 - Première Période, in Histoire critique et militaire des guerres de la Révolution, vol. 16, Parigi, Chez Anselin et Pochard, 1824.
- (FR) Andrea Massena, Mémoires de Masséna, vol. 4, Parigi, Paulus et Le Chevalier, 1849.
- (FR) Nicolas Jean-de-Dieu Soult, Mèmoires du maréchal-général Soult, duc de Dalmatie, vol. 3, Parigi, Librairie d'Amyot, 1854.