partendo dall'ipotesi che Carpaneto potesse essere anche presso Vespolate, esaminare i passi delle Consignationes che sembrano citarla nei suoi pressi
1347: una consegna di San Silvestro di Vignarello nomina Carp. come località tra i paesi della Bassa (seguendo il percorso Olengo, Buzzoletto, strada per Terdobbiate, Guado del Terdoppio, nei pressi di alcune terre di Pagano di Vespolate)[1]; più precisamente:
a nord fossatum novum
a est Olricus de Guidoto
a sud terra Borrini Porche seu heredum
a ovest Santus Petrus e Tadinus Carlus
1926: articolo di Piero Parodi sul BSPN che riprende le pergamene del 1022 e del 1062[2]
fra 908 e 931: Dagiberto, vescovo di Novara, permuta beni in Isarno (Novara) con Ildeprando[3]
settembre 985: Adelberto del fu Raginaldo di Mosezzo vende beni a Berengario del fu Amedeo pure di Mosezzo[4]
18 ottobre 1022: Ottone, conte di Lomello, tiene un placito in conferma della donazione di metà del castello di Mosezzo e di beni in Carpaneto e Vachingo fatta da Cristina, vedova di Berengario, alle chiese di Santa Maria e di San Gaudenzio di Novara[5]
14 luglio 1050: Donazione di Ranfredo arciprete della chiesa di Novara di beni acquistati dal conte Adalberto e dalla contessa Adelaide di Parma sua moglie (dall'archivio della Basilica di Sant'Antonino di Piacenza)[6][7]
22 aprile 1053: Adelasia del fu Manfredo, vedova di Adalberto, dona a Rodolfo, figlio del fu Gotofredo di Besate, alcuni beni posti in Stodegarda, in Poonera, in Vespolate e in Carpenedo[8][9]
20 ottobre 1062: Adelaide contessa, figlia del fu Manfredo marchese e vedova di Oddone [di Savoia], dona alle chiese di Santa Maria e di San Gaudenzio metà del castello di Mosezzo e beni in Carpaneto e Vachingo[10][11]
27 luglio 1065: Berengario, figlio di Litone di Monmorino, e Berta del fu Tebaldo, sua moglie, rinunziano ad ogni pretesa sulla metà della corte e castello di Mosezzo, della cappella di Santo Stefano e di beni in Vachingo e Carpaneto[12]
^ Piero Parodi, I signori di Mosezzo e di San Pietro, in BSPN, n. 2, Novara, Stab. Tip. E. Cattaneo, 1926, pp. 155, 157, 159. URL consultato il 26 marzo 2023.
^ Vincenzo Boselli, Anno 1050 - Donazione dell'Arciprete Rainfredo, in Delle storie piacentine, vol. 12, Piacenza, Reale Stamperia Salvoni, 1793, pp. 302-304. URL consultato il 16 agosto 2023. Ospitato su Google Libri.
^(LA, IT) Giovan Battista Morandi (a cura di), Le carte del Museo Civico di Novara (881-1346), in BSSS 77, vol. 2, Pinerolo, 1913, doc. XX.
^In L'Archivio di S. Giulio d'Orta e la Contessa Adelaide di Torino (1882) Antonio Rusconi stima il documento del maggio 1068, basandosi sul passo «Enricus gratia Dei Imperator Augustus anno imperii Deo propitio sesto, decimo Kalendas medias indicione sesta». Giovan Battista Morandi spiega il motivo dell'errore, data al 22 aprile 1053 e afferma che si tratta di un'altra contessa Adelaide ( Giovan Battista Morandi, Le pergamene del Museo Civico, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, n. 2, Novara, Stab. Tip. E. Cantone, 1911, pp. 83-84. URL consultato il 7 agosto 2023.).
Ferdinando Gabotto, Augusto Lizier, Andrea Leone, Giovan Battista Morandi e Oreste Scarzello (a cura di), Le carte dell'Archivio Capitolare di Santa Maria di Novara - Vol. 1 (729-1034), in Biblioteca della Società Storica Subalpina, vol. 78, Pinerolo, Regia Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1913. URL consultato il 27 febbraio 2022. Ospitato su BnF - Gallica. (URL alternativo: https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=967932)
Ferdinando Gabotto, Augusto Lizier, Andrea Leone, Giovan Battista Morandi e Oreste Scarzello (a cura di), Le carte dell'Archivio Capitolare di Santa Maria di Novara - Vol. 2 (1034-1172), in Biblioteca della Società Storica Subalpina, vol. 79, Pinerolo, Regia Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1915. URL consultato il 27 febbraio 2022. Ospitato su Biblioteca Europea di Informazione e Cultura.
Carlo Salsotto (a cura di), Le più antiche carte dell'Archivio di S. Gaudenzio di Novara (Sec. IX-XI), in Biblioteca della Società Storica Subalpina, vol. 77/1, Torino, Regia Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1937. URL consultato il 29 giugno 2023. Ospitato su Biblioteca Europea di Informazione e Cultura.