Utente:Vid395/Sandbox2
San Pietro di Castello | |
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Veduta dell'isola dal canale delle navi | |
Geografia fisica | |
Localizzazione | Laguna di Venezia |
Coordinate | 45°26′02″N 12°21′36″E |
Superficie | 0,07 km² |
Altitudine massima | 1 m s.l.m. |
Geografia politica | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Venezia |
Comune | Venezia |
Demografia | |
Abitanti | 528 (26.8.2011) |
Etnico | Veneziani |
Cartografia | |
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San Pietro di Castello (San Piero de Casteo in veneziano) è una delle 118 isole costituenti il centro storico della città di Venezia, ubicata all'estremità orientale del sestiere di Castello a ridosso dei bacini dell' Arsenale.
Storia
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Anticamente nota come Olivolo (fo.rse perché vi si coltivavano ulivi, o per la forma che ricorda vagamente quella di un'oliva), rappresentò con Rialto e altri isole minori uno dei primi insediamenti della Laguna Veneta ed ebbe una propria diocesi, in seguito trasformata nel Patriarcato di Venezia.
Nel 1867 il colonnello Eugenio Giani, capo della Direzione Straordinaria per le opere connesse all'ampliamento dell'arsenale, ipotizzò la costruzione sulla zona nord orientale dell'isola di san Pietro di 3 bacini di carenaggio[2]. Tali opere non vennero mai realizzate.
Come in altre aree popolari di Venezia, anche a san Pietro di Castello si sviluppa il lavoro femminile a domicilio con partiolare riguardo a quello dell'infilatura delle perle di vetro. Le impiraresse, ovvero le addette all'infilatura delle perle su fili di cotone, lavoravano per minima parte nelle piccole fabbriche di riduzione della canna in perle mentre la maggior parte lavorava a domicilio nelle ore di pausa dalle faccende domestiche.[3]
Architetture di pregio
modificaBasilica di San Pietro di Castello
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Palazzo del Patriarcato
modificaIl Palazzo Patriarcale sorse nel secolo XIII ad uso dei vescovi di Olivolo e successivamente dei patriarchi di Venezia. Nel secolo XVI il Patriarca Antonio Contarini ne ordinò la totale rifabbrica, facendovi dipingere all'interno della sala maggiore i ritratti dei suoi predecessori.
A seguito del trasferimento a San Marco della sede patriarcale nel 1807, il palazzo venne consegnato alla Marina che lo adibì a caserma[4]. Un'iscrizione su una tavoletta lignea, risalente al ventennio fascista, posta all'interno del chiostro, testimonia che l'edificio venne intitolato al tenente del 71 reggimento di fanteria Giovanni Sanguineti, caduto in Eritrea il 14 gennaio 1895.
Nel 1947 i militari abbandonarono l'edificio che venne presto rioccupato dai profughi giuliano dalmati in fuga dall'Istria a seguito dell'occupazione delle truppe di Tito. A seguito della costruzione delle case nell'area Quintavalle tra gli anni '50 e '60, le famiglie dei profughi abbandonarono il palazzo del patriarcato che venne prontamente rioccupato da famiglie veneziane in difficoltà.[5]
La destinazione residenziale dell'edificio, causa tra l'altro dei profondi mutamenti dell'organismo edilizio originale, resiste tutt'ora.
Case a schiera seicentesche
modificaAssetto attuale
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Bibliografia
modificaVoci correlate
modificaNote
modifica- ^ [www.comune.venezia.it/statistica/ Servizio Statistica e Ricerca - Comune di Venezia] , su comune.venezia.it. URL consultato il 27.8.2011.
- ^ Venezia fra arte e guerra, 1866-1918 2003, Gabriele Mazzotta, Milano.
- ^ Arsenale editrice Venezia, Perle e infilaperle - un lavoro di donne a Venezia tra '800 e '900.
- ^ Giuseppe Tassini, Edifici di Venezia distrutti o volti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati, Venezia, Filippi.
- ^ [gvonline 2.9.2011] .
[[Categoria:Venezia]]