Viktor Vasil'evič Talalichin
Viktor Vasil'evič Talalichin (in russo Виктор Васильевич Талалихин?; Teplovka, 18 settembre 1918 – Podol'sk, 27 ottobre 1941) è stato un militare e aviatore sovietico, asso dell'aviazione durante la seconda guerra mondiale con 8 vittorie al suo attivo.[2] Con decreto del Presidium del Soviet supremo dell'URSS dell'8 agosto 1941 fu insignito delle onorificenze di Eroe dell'Unione Sovietica e dell'Ordine di Lenin[3] e risulta anche decorato con l'Ordine della Bandiera rossa e dell'Ordine della Stella Rossa.
Viktor Vasil'evič Talalichin | |
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Viktor Talalichin decorato con l'Ordine della Stella Rossa, 1941 | |
Nascita | Teplovka, 18 settembre 1918 |
Morte | Podol'sk, 27 ottobre 1941 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Novodevičij |
Dati militari | |
Paese servito | Unione Sovietica |
Forza armata | Voenno-vozdušnye sily SSSR |
Specialità | Caccia |
Anni di servizio | 1939-1941 |
Grado | Tenente |
Guerre | Guerra d'inverno Seconda guerra mondiale |
Campagne | Fronte orientale Operazione Barbarossa |
Battaglie | Battaglia di Mosca |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Талалихин, Виктор Васильевич[1] | |
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Biografia
modificaNacque il 18 settembre 1918 nel villaggio di Teplovka,[4] governatorato di Saratov, all'interno di una famiglia di contadini.[1] Nel 1924 lui e la sua famiglia si trasferirono a Volsk, dove studiò presso la scuola secondaria n. 1.[1] Nell'estate del 1933 con la sua famiglia si trasferì a Mosca, dove nel corso del 1934 si diplomò alla scuola di fabbrica del locale stabilimento di lavorazione della carne.[1] Lavorò in questa fabbrica dal 1934 al 1937 e, a partire dal 1935, entrò nel gruppo di volo a vela della fabbrica e sotto la direzione del Komsomol prese successivamente lezioni di volo a vela presso l'aeroclub del distretto Proletarskij.[4] Nel giugno 1937 eseguì il suo primo volo da solista a bordo di un Polikarpov U-2.[4] Dopo essersi arruolato nell'Armata Rossa nel dicembre dello stesso anno, si brevettò pilota militare presso la 2ª Scuola di pilotaggio dell'aviazione militare di Borisoglebsk, venendo promosso sottotenente.[1] Inizialmente venne assegnato, in qualità di pilota junior, al 3º squadrone del 27º Reggimento dell'aviazione da combattimento (IAP), parte delle forze aeree del distretto militare di Mosca, equipaggiato con i biplani Polikarpov I-153. Con il 27° IAP[5] combatté durante la guerra d'Inverno (novembre 1939-marzo 1940), effettuando 47 missioni, nel corso delle quali gli furono riconosciute tre vittorie individuali e una in compartecipazione.[1] Per le sue azioni fu decorato con l'Ordine della Stella Rossa.[1] Nella primavera del 1941 frequentò i corsi per comandante di reparto, al termine dei quali fu assegnato al 177º Reggimento dell'aviazione da combattimento (IAP-PVO)[6] della V-VS, in addestramento nell'area di Mosca, come comandante di volo del 1º Squadrone.[4]
Dopo l'inizio dell'invasione dell'Unione Sovietica (Operazione Barbarossa), si distinse sul fronte orientale, venendo promosso vicecomandante del 1º Squadrone, allora impegnato nella difesa aerea della capitale.[1] Effettuò la sua prima missione bellica il 22 luglio. Nella notte tra il 5 e il 6 agosto abbatté un bombardiere Junkers Ju 88.[7] In quella successiva, mentre volava su un caccia Polikarpov I-16, rimasto senza munizioni, speronò un bombardiere Heinkel He 111 che volava su Mosca, abbattendolo, ma distruggendo anche il suo aereo.[4] Ferito dal fuoco di risposta del bombardiere, si lanciò con il paracadute, atterrando in un laghetto.[4] La sua azione[N 1] fu subito riportata dalla stampa ed egli divenne molto popolare, come primo eroe dell'aviazione da caccia durante il conflitto.[4] L'8 agosto fu insignito del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica con stella d'oro n.578[1] e dell'Ordine di Lenin e nominato comandante di squadrone del 177 IAP-PVO.[6] Successivamente il suo reparto iniziò la transizione al nuovo velivolo Mikoyan-Gurevich MiG-3.[4] Il 27 ottobre condusse un gruppo misto, formato da due MiG-3 e sei I-16, in un'azione su Podol'sk, a copertura delle truppe di terra.[4] Vicino al villaggio di Kamenka la formazione iniziò ad attaccare le posizioni tedesche, ma gli aerei sovietici furono attaccati, con il favore della quota, da sei caccia Messerschmitt Bf 109.[4] In quella azione rivendicò l'abbattimento di due Messerschmitt Bf 109 prima di essere a sua volta abbattuto e ucciso da un altro caccia nemico.[7][8][9] Il suo corpo fu inviato a Mosca e cremato.[4] Il 23 febbraio 1959 l'urna con le sue ceneri fu trasferita presso il cimitero di Novodevičij.[1]
Gli sono state intitolate vie a Mosca, Kaliningrad, Volgograd, Krasnoyarsk, Vladivostok e Borisoglebsk.[1] Parti dell'He 111 da lui speronato e abbattuto sono esposte presso il Museo Centrale delle Forze Armate.[7] Nel giugno 2014 il relitto del suo I-16 è stato scoperto in una foresta a 20 chilometri da Mosca.[10]
Il 30 agosto 1948 Talalichin è stato aggiunto in modo permanente alla lista del personale in servizio nel 1º Squadrone del 177º Reggimento dell'aviazione da combattimento (IAP-PVO). Monumenti in sua memoria furono costruiti a Mosca e a Podol'sk e un obelisco commemorativo fu posto al 43° chilometro dell'autostrada A-130 che porta a Varsavia, sul quale ebbe luogo lo speronamento del bombardiere tedesco.[11]
Onorificenze
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Tuttavia il pilota Pëtr Eremeev, impegnato anch'egli nella difesa aerea di Mosca, aveva già eseguito la stessa azione il 29 luglio.
Fonti
modifica- ^ a b c d e f g h i j k Warheroes.
- ^ Seidl 1998, p.328.
- ^ Указ Президиума Верховного Совета СССР «О присвоении звания Героя Социалистического Труда лётчику-истребителю Талалихину Виктору Васильевичу» от 8 августа 1941 года // Ведомости Верховного Совета Союза Советских Социалистических Республик : газета. — 1941. — 17 августа (№ 36 (151)). — С. 1.
- ^ a b c d e f g h i j k Narod.
- ^ Seidl 1998, p.263.
- ^ a b Seidl 1998, p.282.
- ^ a b c Maslov 2010, p. 73.
- ^ Khazanov, Medved 2012, pp. 64-65.
- ^ Hardesty 1982, p. 29.
- ^ mk.ru.
- ^ Tracesofwar.
Bibliografia
modifica- (EN) Dmitriy Khazanov e Aleksander Medved, MiG-3 Aces of World War 2, Oxford, Osprey Publishing Company, 2012, ISBN 978-1-84908-442-0.
- (EN) Mikhail Maslov, Polikarpov I-15, I-16 and I-153 Aces, Oxford, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-981-2..
- (EN) Von Hardesty, Red Phoenix: The Rise of Soviet Air Power 1941–1945, Washington, D.C, Smithsonian Institution Press, 1982, ISBN 0-87474-510-1.
- (EN) Tomas Polak e Christopher Shores, Stalin's Falcons: the aces of the red star: a tribute to the notable fighter pilots of the Soviet Air Forces 1918-1953, London, Grub Street, 1999, ISBN 1-902-30401-2.
- (EN) Hans D. Seidl, Stalin's Eagles. An Illustrated Study of the Soviet Aces of World War II and Korea, Atglen, Schiffer Military History, 1998, ISBN 0-7643-0476-3.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Viktor Vasil'evič Talalichin
Collegamenti esterni
modifica- (RU) Талалихин Виктор Васильевич, su Narod. URL consultato il 30 gennaio 2021.
- (RU) Талалихин, Виктор Васильевич, su Warheroes. URL consultato il 30 gennaio 2021.
- (RU) В Подмосковье нашли место падения самолета героя Талалихина, su mk.ru. URL consultato il 30 gennaio 2021.
- (EN) Memorial Hero of the Soviet Union Viktor V. Talalikhin, su Tracesofwar. URL consultato il 30 gennaio 2021.