Walther Jervolino
Walther Jervolino (Bondeno, 1º marzo 1944 – San Mauro Torinese, 12 luglio 2012) è stato un pittore e incisore italiano.
Biografia
modificaLe origini
modificaWalther Jervolino nasce a Bondeno, in provincia di Ferrara, durante la fine della Seconda Guerra Mondiale. La famiglia si trasferisce dopo pochi anni a Torino, nel quartiere popolare di Borgo Vittoria.
Dopo aver frequentato l'Accademia delle Belle Arti sotto la guida di Mario Calandri e Giacomo Soffiantino, si trasferisce nel 1968 in Inghilterra, prima a Londra e successivamente a Derby, dove affina le sue abilità pittoriche, fortemente in contrasto con le avanguardie artistiche[1] post-moderne.
Le prime opere
modificaRielaborando le tecniche pittoriche rinascimentali e fiamminghe, torna in Italia nel 1970 e affronta i temi dell'anarchia e del disagio sociale e politico degli anni di Piombo con dipinti che risentono di una forte impronta surrealista[2]. Comincia ad esporre in numerose gallerie negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e in Francia[3], collaborando esternamente con la corrente pittorica legata alla rivista "Surfanta".
Lo stile pittorico
modificaConsiderato da alcuni importanti critici "esoterico[4]", o artista le cui opere ci fanno avere "la sensazione di essere ai limiti del tempo in una dimensione tutta spirituale[5]", Jervolino riesce a sintetizzare la raffinatezza dei chiaroscuri caravaggeschi a tematiche tipicamente novecentesche, quali la perdita di valore dell'io e il sogno come unica dimensione in cui ritrovare i propri frammenti di sé.
La morte di Pinocchio
modificaAll'interno delle sue opere, rimane celebre "La morte di Pinocchio" del 1986. Rielaborata successivamente in diversi altri dipinti, Jervolino esamina la figura di Pinocchio, famoso burattino creato da Collodi, immaginando un differente scenario per il finale: Pinocchio è barbaramente trucidato perché colpevole di numerosi crimini.
Questo finale, tra l'altro, è in origine nelle intenzioni dello stesso Carlo Collodi, che aveva immaginato l'impiccagione finale di Pinocchio[6].
Note
modifica- ^ Zuliani Stefania, Figure dell'arte 1950-2000, ISBN 978-88-7419-015-7
- ^ La Stampa, 02/05/2003
- ^ Walther Jervolino Biography
- ^ cfr. Vittorio Sgarbi, Catalogo Mostra "Preghiere d'artista", 2013.
- ^ cfr. Concetta Leto, op. cit.
- ^ Emma Nasti, "Pinocchio", libro per adulti, Firenze: Quaderni della Fondazione Nazionale Carlo Collodi n. 3, 1969.
Altri progetti
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