Watari Handa
Watari Handa (半田 亘理?, Handa Watari; Prefettura di Fukuoka, 22 agosto 1911 – 1948) è stato un aviatore e militare giapponese, che fu un asso dell'aviazione da caccia della Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu, il servizio aeronautico della Marina imperiale giapponese, durante la seconda guerra sino-giapponese e la seconda guerra mondiale. È accreditato dell'abbattimento individuale di 13 velivoli nemici, oltre a 2 probabili[1].
Watari Handa | |
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Nascita | Prefettura di Fukuoka, 22 agosto 1911 |
Morte | 1948 |
Cause della morte | tubercolosi |
Dati militari | |
Paese servito | Impero giapponese |
Forza armata | Marina imperiale giapponese |
Arma | Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu |
Specialità | Pilota da caccia |
Reparto | Tainan Kōkūtai |
Anni di servizio | 1928-1945 |
Grado | Sottotenente di vascello |
Guerre | Seconda guerra sino-giapponese Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Campagna delle Indie orientali olandesi |
dati estratti da Japanese Naval Fighter Aces: 1932-45[1] | |
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Biografia
modificaNacque nella Prefettura di Fukuoka l’11 agosto 1911,[1] e si arruolò nella Marina imperiale giapponese nel 1928, servendo per i successivi cinque anni come marinaio.[1] Ammesso a frequentare la scuola di volo, conseguì il brevetto di pilota militare nel marzo 1933.[1] Assegnato al Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu entrò a far parte del gruppo aereo della portaerei Ryujo[1] e quindi operò sulle basi aeree terrestri di Ōmura e Yokosuka.[1] Partecipò alle operazioni aeree durante la seconda guerra sino-giapponese a partire dall’agosto 1937, imbarcato sulla portaerei Kaga.[1] Conseguì la sua prima vittoria aerea volando a bordo di un caccia Mitsubishi A5M il 9 settembre dello stesso anno, abbattendo su Shangai un caccia Curtiss Hawk, e poi, undici giorni dopo, tre velivoli nemici su Nanchino.[1] Nel giugno 1938 fu trasferito al 15° Kokutai, operante da basi terrestri, ritornando in combattimento nell’area di Nanchang.[1] Nel novembre dello stesso anno terminò il suo secondo ciclo operativo con all’attivo 6 vittorie confermate e 9 in compartecipazione, e promosso aspirante fu trasferito a Tsichuara, in Giappone, per svolgere attività di istruttore.[1]
Nel novembre 1940 fu promosso al grado di sottotenente di vascello, assegnato alla riserva, da mobilitarsi in servizio attivo in caso di guerra.[1] Nel febbraio 1942, all'età di trenta anni, fu trasferito in forza al Gruppo aereo Tainan (Tainan Kōkūtai)[2] partecipando alla campagna delle Indie orientali olandesi, per poi trasferirsi sulla base avanzata di Rabaul.[1] Stabilitosi a Rabaul il Tainan Kōkūtai prese ad alternarsi tra il campo d’aviazione di Rabaul e quello di Lae.[3]
Il 13 maggio chiese a Saburō Sakai,[3] di cui Toshiaki Honda era il fedele gregario, di avere quest’ultimo come compagno durante un'incursione sull'aeroporto di Port Moresby. Nonostante le proteste di Honda, Sakai gli ordinò di partire, e una volta giunti sopra l'obiettivo la pattuglia dei 3 Mitsubishi A6M Zero si scontrò con sette caccia Bell P-39 Airacobra in forza al 36° Fighter Squadron.[3] Il capitano Paul G. Brown e il tenente Elmer F. Ghram[4] presero l’aereo di Honda in un fuoco incrociato e il caccia giapponese esplose, causando la morte del pilota.[4]
Minato nel morale a causa della perdita di Honda, egli non si riprese mai totalmente, e quando gli fu diagnosticata la tubercolosi chiese, ed ottenne, di rientrare in Giappone alla fine del 1942.[1] Non ritornò mai più in combattimento, e dopo la resa del Giappone aveva al suo attivo 13 vittorie confermate e 2 probabili. Si spense nel 1948, rimpiangendo[N 1] sempre la morte di Honda.[1]
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Sul letto di morte disse alla moglie: Ho combattuto coraggiosamente tutta la mia vita, ma non potrò mai perdonarmi per aver perso il gregario di Sakai a Lae.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- (EN) John C. Fredriksen, America's Military Adversaries: From Colonial Times to the Present, Santa Barbara, ABC-CLIO, 2001, ISBN 1-57607-603-2.
- (EN) Ikuhiko Hata e Yashuho Izawa, Japanese Naval Aces and Fighter Units in World War II, Annapolis, Maryland, Naval Institute Press, 1989, ISBN 0-87021-315-6.
- (EN) Ikuhiko Hata, Yashuho Izawa e Christopher Shores, Japanese Naval Fighter Aces: 1932-45, Mechanicsburg, Stackpole Books, 2013, ISBN 1-46175-119-5.
- (EN) Philip Kaplan, Naval Air: Celebrating a Century of Naval Flying, Barnsley, Pen & sword Books Ltd., 2012, ISBN 1-78159-241-1.
- (EN) Saburō Sakai, Martin Caidin e Fred Saito, Samurai!, New York, Bantam Books, 1978, ISBN 978-4-7698-1442-9.
- (EN) Henry Sakaida, Martin Caidin e Fred Saito, Imperial Japanese Navy Aces 1937-45, Botley, Osprey Publishing Company, 2012, ISBN 978-1-85532-727-6.
- (EN) Henry Sakaida, Aces of the Rising Sun, 1937–1945, Botley, Osprey Publishing Company, 2002, ISBN 1-84176-618-6.
Collegamenti esterni
modifica- (FR) Handa Watari, su Ciel De Gloire - Histoire des As de L Aviation de 1914 à nos jours. URL consultato il 16 ottobre 2016.