Castello di Tizzano Val Parma
Il castello di Tizzano Val Parma è un maniero medievale i cui resti sorgono in via al Castello a Tizzano Val Parma, in provincia di Parma.
Castello di Tizzano Val Parma | |
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Lato nord-ovest | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Tizzano Val Parma |
Indirizzo | via del Castello ‒ Tizzano Val Parma (PR) |
Coordinate | 44°31′18.2″N 10°11′54.2″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello medievale |
Inizio costruzione | XI secolo |
Materiale | pietra |
Condizione attuale | ruderi restaurati |
Proprietario attuale | Comune di Tizzano Val Parma |
Visitabile | sì |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | controllo della val Parma e della via del Sale |
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Storia
modificaIl castello fu edificato a presidio della val Parma e della via del Sale presumibilmente tra il X e l'XI secolo; le prime testimonianze dell'esistenza del borgo di Tizzano risalgono al 991, mentre non si conservano documenti che menzionino il castello antecedenti all'XI secolo.[2]
Secondo alcune notizie di dubbia attendibilità, il maniero sarebbe stato tra i possedimenti di Giberto III da Correggio fino al primo quarto del XIII secolo.[2][3][4]
Nel 1364 i fratelli Niccolò Terzi il Vecchio e Giberto, poi capostipite dei Terzi di Sissa, giurarono fedeltà al signore di Milano Bernabò Visconti per i castelli di Tizzano e di Belvedere.[5][6] Le concessioni in feudo furono riconfermate nell'agosto 1386 a Niccolò Terzi il Vecchio e ai suoi eredi diretti da Gian Galeazzo Visconti, che decise nel contempo più larghe immunità a favore di Tizzano.[7] L'anno seguente, il 19 agosto 1387, con diploma sigillato a Norimberga, l'imperatore Venceslao di Lussemburgo confermò ai Terzi le investiture delle terre appartenenti alla famiglia,[7][8][9][10][4] comprendenti i feudi assegnati nel 1247 ai capostipiti da Cornazzano dall'imperatore Federico II di Svevia e tutti quelli ottenuti in seguito dalla casata; tra i castelli del Parmense indicati, i principali risultavano essere Tizzano e Belvedere.[11]
In seguito all'assassinio di Ottobuono de' Terzi, signore di Parma e di Reggio, nell'agguato di Rubiera del maggio 1409, il maniero di Tizzano fu occupato dai Fieschi.[12][4] Pochi anni dopo, un figlio d'Ottobuono, Niccolò de' Terzi, il Guerriero, condottiero e diplomatico al servizio di Filippo Maria Visconti, riebbe per i suoi meriti la terra e il titolo di conte di Tizzano, che conservò sino al 1449, quando, morto l'ultimo dei Visconti e caduto il Ducato di Milano in potere di Francesco Sforza, dovette rifugiarsi con la famiglia presso la corte dei Gonzaga a Mantova. Lo Sforza investì allora del feudo il conte Pietro Ghirasio da Contrano, detto anche Fiasco da Girasio; suo figlio Agolante, o Avolante, cedette il castello al marchese Gianfrancesco I Pallavicino all'insaputa del fratello maggiore Anfitrione, che tentò invano di rientrarne in possesso.[8][13][4] Nel 1495 Gianfrancesco ne fu investito ufficialmente da Ludovico il Moro, unitamente a Ballone e ad altri feudi del Parmense.[14]
Alla morte di Rolando Pallavicino nel 1529, il feudo fu a lungo conteso tra i suoi generi e negli anni seguenti il castello fu occupato dalle truppe parmigiane e successivamente da quelle inviate dal primo duca Pier Luigi Farnese; in seguito fu acquistato dal duca Ottavio, nonostante le pretese da parte dei Terzi. Pochissimi anni dopo, durante la guerra di Parma del 1551, una guarnigione francese si stanziò nel castello; il 7 settembre l'esercito del governatore del Ducato di Milano Ferrante I Gonzaga attaccò con ben 456 cannonate il maniero, che di nascosto nella notte fu abbandonato dai francesi; la fortificazione ne risultò profondamente danneggiata.[8][13][15][4]
Nel 1650 il duca Ranuccio II Farnese investì del feudo il marchese Domenico Doria;[8][13][4] l'importante famiglia genovese mantenne il possesso del diroccato forte, all'epoca costituito da una torre e dall'edificio principale abitato dal castellano,[15][4] fino alla scomparsa dell'ultima discendente Maria Maddalena alla fine del XVIII secolo; in seguito subentrò il marchese Troilo Venturi, che fu costretto ad abbandonare Tizzano nel 1806 a causa dei decreti napoleonici relativi all'abolizione dei diritti feudali.[8][13][4]
Successivamente il maniero ormai in rovina fu acquistato dai Castiglione,[16] che ne avviarono il restauro, ma il 13 gennaio 1834 fu profondamente danneggiato da una scossa sismica, che provocò il crollo dell'ala settentrionale,[8][13][15][17] mentre il 10 ottobre 1835 un fortissimo vento atterrò parte delle rovine.[17]
Nel 1913 lo scultore Ettore Ximenes comprò la struttura con l'intenzione di adibirla a residenza estiva; incaricò del progetto di ristrutturazione l'architetto Lamberto Cusani, ma i lavori appena avviati si interruppero bruscamente a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e non furono mai portati a termine.[16]
Nel 1930 gli ultimi abitanti abbandonarono il castello in rovina, che fu acquistato nel 1961 dal Comune di Tizzano Val Parma.[16]
Soltanto nel 2002 l'amministrazione municipale riuscì ad avviare una serie di scavi tra i ruderi del maniero, riportando alla luce una sala del piano terreno,[18] che fu restaurata l'anno seguente unitamente alle mura perimetrali e alla torre.[15] Altri interventi furono svolti nel 2014, con la costruzione di una serie di passerelle, il risanamento strutturale delle rovine e la loro trasformazione in area destinata a spettacoli e manifestazioni culturali.[18]
Descrizione
modificaDel castello originario, interamente realizzato in pietra in posizione scoscesa, si conservano oggi soltanto le mura perimetrali e di contenimento, un'ampia torre mutila a base rettangolare e una stanza coperta da volta a botte al piano terreno,[15] aperta attraverso due ampie arcate a tutto sesto sull'area di scavo.
Una serie di passerelle consente l'accesso al livello superiore privo di copertura, affacciato con tre finestre rettangolari verso la vallata; l'ambiente, grazie all'ampio varco nella muratura occidentale, è utilizzato quale palcoscenico durante gli spettacoli musicali.[19]
Nulla rimane invece dell'oratorio dei Santi Giorgio e Bartolomeo, costruito all'interno del castello nel 1476, distrutto agli inizi del XVIII secolo e riedificato alcuni anni dopo.[17]
Note
modifica- ^ Relazione di inquadramento archeologico con schede di sito e segnalazioni, pp. 12-13.
- ^ a b Relazione di inquadramento archeologico con schede di sito e segnalazioni, p. 12.
- ^ Dall'Aglio, 1966, p. 1019.
- ^ a b c d e f g h Capacchi, 1979, p. 39.
- ^ Chittolini, 1972, p. 63.
- ^ Cont, 2019, p. 29.
- ^ a b Pezzana, 1837, p. 171.
- ^ a b c d e f Molossi, pp. 544-546.
- ^ Dall'Aglio, 1966, pp. 1019-1020.
- ^ Cont, 2019, p. 30.
- ^ Tiraboschi, 1825, p. 142.
- ^ Pezzana, 1842, p. 132.
- ^ a b c d e Dall'Aglio, 1966, p. 1020.
- ^ Pezzana, 1859, p. 269.
- ^ a b c d e Relazione di inquadramento archeologico con schede di sito e segnalazioni, p. 13.
- ^ a b c Il Castello Ritrovato, su tizzanoopera.org. URL consultato il 1º settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2016).
- ^ a b c Capacchi, 1979, p. 40.
- ^ a b Il castello ritrovato, su comune.tizzano-val-parma.pr.it. URL consultato il 1º settembre 2016.
- ^ Beatrice Minozzi, Tizzano, 200 mila euro per rendere il castello sicuro, su gazzettadiparma.it. URL consultato il 1º settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2016).
Bibliografia
modifica- Relazione di inquadramento archeologico con schede di sito e segnalazioni (PDF), in PSC_REL_07.2, Tizzano Val Parma, Comune di Tizzano Val Parma, luglio 2013. URL consultato il 15 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2021).
- Bonaventura Angeli, La historia della citta di Parma, et la descrittione del fiume Parma, Parma, appresso Erasmo Viotto, 1591.
- Guglielmo Capacchi, Castelli parmigiani, Parma, Artegrafica Silva, 1979.
- Francesco Cherbi, Le grandi epoche sacre diplomatiche, II, Parma, Stamperia Carmignani, 1837.
- Giorgio Chittolini, Infeudazioni e politica feudale nel ducato visconteo-sforzesco, in Quaderni storici, Milano, il Mulino, 1972.
- Paolo Cont, I Terzi di Parma, Sissa e Fermo, in Fonti e Studi, serie II, XIV-2, prefazione di Marco Gentile, 2ª ed., Parma, presso la Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, 2019, ISBN 978-88-941135-5-6.
- Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo primo, Parma, Ducale Tipografia, 1837.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quinto, Parma, Reale Tipografia, 1859.
- Girolamo Tiraboschi, Dizionario topografico-storico degli stati estensi, Tomo II, Modena, Tipografia Camerale, 1825.
Voci correlate
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